Pubblicato mercoledì 29 settembre 2010e aggiornato il

maschera dolce all'argilla bianca

E' una maschera remineralizzante indicata per tutti i tipi di pelle.
La presenza del miele e dell'olio di mandorle mitigano l'aggressività dell'argilla, permettendo così anche a chi ha una pelle non grassa di poter sfruttare le virtù dell'argilla.

MASCHERA DOLCE ALL'ARGILLA BIANCA
Ingredienti:

1 cucchiaio argilla bianca ventilata
1 cucchiaino olio di mandorle dolci
2 cucchiaini acqua di amamelide (o fiori d'arancio)
1 cucchiaino di miele
Preparazione:

Mettere l'argilla in una vaschetta di plastica. Aggiungere l'olio di mandorle, l'acqua di amamelide e il miele.
Girare, sciogliere bene argilla e miele fino ad ottenere una crema non troppo liquida.
Uso:

Stendere sul viso (precedentemente deterso) con un pennello.
Tenere 20 minuti. Sciacquare con acqua tiepida.
Ripetere il trattamento ogni 15 giorni.
Veggie
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Pubblicato lunedì 27 settembre 2010e aggiornato il

crema di sapone per lavatrice

Il problema principale dei saponi di Marsiglia industriali, anche se di buona qualità è rappresentato dalle diluizioni.
Mentre per rendere liquido un sapone casalingo occorrono circa 10 parti di acqua ogni parte di sapone (che sono già tante), nei saponi industriali occorre una quantità di acqua di almeno il doppio, quindi 20 parti di acqua ogni parte di sapone. Un sapone così diluito diventa molto leggero, per un lavaggio in lavatrice ne servirebbero almeno 400ml. Da questo si può capire che non è conveniente sciogliere un sapone solido industriale per farlo liquido. Per avere del sapone pronto da usare in lavatrice, possiamo però farlo in crema. Servirà il solito secchiello delle olive munito di coperchio, i negozi di alimentari ne buttano in quantità, fatevene mettere da parte un paio. Sono comodi per riporre saponi in crema, paste di sapone e saponi in polvere.

CREMA DI SAPONE PER LAVATRICE
Ingredienti:
600 gr di sapone di Marsiglia Ecor
(2 panetti) o altro Marsiglia vegetale, naturale di qualità
5,400 litri acqua
60 gr. bicarbonato
Preparazione:
Tagliare il sapone a fette di circa 1 cm e metterlo in una pentola da 7 litri di capacità. Aggiungere il bicarbonato e l'acqua. Portare ad ebollizione. Bollire dolcemente a pentola scoperta fino a quando il sapone si sarà completamente sciolto, girando ogni tanto. Non ci vorrà molto, appena è sciolto o quando saranno rimasti solo piccolissimi pezzetti, spegnere e coprire. Lasciare così fino al giorno dopo. Il giorno dopo il contenuto della pentola si presenterà solido. Rompere il sapone con un cucchiaio in plastica fino a farlo a pezzi e versarlo nel secchiello.
Prendere un frullatore ad immersione frullarlo fino a farlo diventare una crema. Chiudere il secchiello e riporre.
Uso:
Prelevare con una pallina dosatrice o con un bicchiere circa 180/200 ml di sapone e metterlo direttamente nel cestello della lavatrice insieme alla biancheria da lavare. Per potenziare il lavaggio aggiungere 1 cucchiaio di bicarbonato e in caso di biancheria molto sporca 1 cucchiaio di soda Solvay o di percarbonato di sodio. Come sempre consiglio di sostituire l'ammorbidente con aceto bianco da versare direttamente nella vaschetta dell'ammorbidente e raccomando di non mettere mai l'aceto in lavatrice insieme al detersivo o sapone in fase di lavaggio, perchè non sono compatibili.
Veggie
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LETTURE CONSIGLIATE
Saponi e Detersivi Naturali - Libro Voto medio su 76 recensioni: Da non perdere

Pubblicato venerdì 24 settembre 2010e aggiornato il

collutorio agli oli essenziali

Ecco un piccolo elenco degli ingredienti più comuni contenuti nei collutori che si trovano in commercio:
glicole propilenico, PEG vari, SLS, polisorbato 20, sodio benzoato, aromi artificiali, coloranti artificiali, conservanti, allergeni, etc etc...
Più o meno gli stessi ingredienti si possono trovare nei dentifrici commerciali.
A questi ingredienti si dovranno aggiungere quelli che conferiscono azioni particolari al prodotto, come ad esempio Clorexidina e Triclosan, utilizzati come disinfettanti e battericidi, ma che a lungo andare possono dare effetti collaterali.
Il nostro collutorio è composto principalmente da acqua, alcol e oli essenziali.
L'alcol in questa preparazione è indispensabile e svolge una doppia azione di conservante e solubilizzante per gli oli essenziali che altrimenti rimarrebbero tutti sulla superficie del prodotto rischiando di finire in dosi troppo concentrate su denti e gengive.
La miscela di oli essenziali è è stata formulata per completare l'azione detergente del dentifricio, per rinfrescare l'alito e per proteggere le gengive.

COLLUTORIO AGLI OLI ESSENZIALI
Ingredienti:

100 ml alcol 95°
300 ml acqua oligominerale
20 gocce o.e. menta piperita
18 gocce o.e. anice
12 gocce o.e. cannella
8 gocce o.e. mirra
6 gocce o.e. salvia
6 gocce o.e. limone
1/4 di cucchiaino da caffé bicarbonato
5-6 gocce dolcificante liquido (tipo Dietor)
Preparazione:

La quantità di questo prodotto è calcolata per riempire un flacone da 400 ml, che corrisponde al formato classico dei flaconi dei collutori non medicamentosi. Per flaconi da 200 ml totali dimezzare le dosi di tutti gli ingredienti.
Versare nel flacone l'alcol precedentemente misurato. Aggiungere gli oli essenziali, chiudere ed agitare il flacone.
Dopo un paio di minuti riempire o quasi con acqua oligominerale. Chiudere, agitare ed attendere che la soluzione di alcol e oli essenziali si misceli perfettamente all'acqua, dando origine ad una soluzione dall'aspetto lattiginoso.
Aggiungere una puntina di bicarbonato (un quarto di cucchiaino scarso).
Gli oli essenziali hanno un retrogusto molto amaro, se non si tollera si può dolcificare il collutorio con 5 o 6 gocce di dolcificante liquido (o con dello xilitolo se si riuscisse a reperire). I dolcificanti tipo aspartame non contengono zuccheri che possono danneggiare i denti. Se non volete comprarne una boccetta, perché non lo utilizzate come dolcificante abituale, rivolgetevi al vostro bar di fiducia portando il flacone con voi e facendovene offrire poche gocce prelevandole dai flaconcini che in genere si trovano sui banconi.
Il dolcificante è comunque un elemento facoltativo.
Uso:
Anche se l'alcol ha solubilizzato quasi tutto il quantitativo di oli essenziali è preferibile agitare il flacone prima dell'uso.
Versare 1 o 2 cucchiaini da caffé di collutorio in mezzo bicchiere d'acqua e fare degli sciacqui.
Veggie
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COLLUTORIO AGLI OLI ESSENZIALI
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Pubblicato mercoledì 22 settembre 2010e aggiornato il

calzino per i piatti

Dopo il successo del calzino da doccia ecco arrivare il calzino per i piatti.
Servono i soliti calzini da tennis in cotone da scartare.
Il problema nell'utilizzare i calzini invece delle solite spugnette abrasive, sta nella difficoltà che si incontra nel rimuovere le incrostazioni incollate sulle stoviglie, come ad esempio quelle che lascia il parmigiano. Per ovviare a questo problema ci serviremo dei tappi di bottiglia, perché quando si strofinano sulle stoviglie esercitano una leggera abrasione sufficiente per rimuovere i resti alimentari, ma senza graffiare.

CALZINO PER I PIATTI
Occorrente:
1 calzino da tennis in cotone
7/8 tappi di bottiglia dell'acqua
Esecuzione:
Girare il calzino a rovescio in modo da avere la parte in spugna all'esterno. Inserire i tappi all'interno.
Fare un bel nodo per chiudere il calzino. Il nodo non deve essere fatto troppo in basso, i tappi all'interno devono muoversi liberamente e non essere costretti come in una morsa.
Tagliare la parte eccedente del calzino lasciando circa 3 centimetri di stoffa di distanza dal nodo.
Ecco fatto, non serve altro.
Uso:
Usare il calzino per pulire e strofinare i piatti come si farebbe con un'altra spugnetta. Quando è necessario strofinare stoviglie più incrostate, insistere utilizzando la parte di spugna con i tappi. Quando la spugna non entra in qualche piega delle stoviglie o nelle tazzine del caffè, servirsi della parte annodata o inserire all'interno solo il calzino lasciando la parte con i tappi all'esterno.
Se il nodo è stato fatto lasciando morbida la parte con i tappi, la spugna in un modo o nell'altro arriverà dappertutto.
Il calzino si può usare anche per lavare e strofinare lavandino e piano cottura senza graffiare.
Il calzino è autopulente. Anche se durante il lavaggio si dovesse sporcare con un po' di sugo, si pulisce da se con le altre stoviglie e con il detersivo dei piatti che si sta usando.
A fine lavaggio il calzino va sciacquato, strizzato (senza doverlo smontare) e riposto dove possa asciugare.
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Pubblicato lunedì 20 settembre 2010e aggiornato il

dal lievito al pane

Nell'articolo preparazione del lievito naturale ho spiegato uno dei possibili modi per ottenere senza particolari difficoltà del lievito naturale sempre fresco e attivo.
Vedremo ora come utilizzarlo nella preparazione del pane casalingo.
PREPARAZIONE DEL PANE
Ingredienti: (per 2 kg di pane circa)
400 gr.di pasta acida
1,200 kg di farina
1 cucchiaio di olio
1 cucchiaino di malto (o altro zucchero)
1 o 2 cucchiaini di sale
Preparazione:
La mattina o il primo pomeriggio rinfrescare il lievito come spiegato qui.
La sera prelevare 400 gr. del lievito rinfrescato e metterlo in una capiente insalatiera. Mettere in frigorifero il restante lievito per panificazioni successive. Ai 400 gr. di pasta acida aggiungere la farina necessaria lasciandone da parte 100gr./150gr. per il giorno dopo. Aggiungere il malto o lo zucchero, il sale, un cucchiaio d'olio e dell'acqua tiepida (volendo anche di rubinetto). Lavorare la pasta fino ad averla soda ed elastica. Chi gradisse un sapore più acido può sostituire parte dell'acqua con del latticello di kefir. La pasta non deve essere dura, per una migliore lievitazione è consigliabile mantenerla morbida.
La pasta del pane, preparata con pasta madre, ha bisogno di un tempo molto più lungo di lievitazione rispetto a quello richiesto utilizzando lievito di birra, la lasceremo lievitare tutta la notte.
Per preparare un ambiente accogliente per la lievitazione, si può utilizzare il forno della cucina, perché conserva il calore ed evita alla pasta esposizioni a correnti d'aria.
Una volta preparato l'impasto accendere il forno a 50°C e tenerlo acceso per 1 minuto. Un minuto è un tempo sufficiente affinché il forno si intiepidisca senza riscaldarsi troppo, condizione che comprometterebbe la lievitazione.
Trascorso il minuto spegnere il forno e coprire l'insalatiera del pane con un canavaccio bagnato e strizzato molto bene. Questo accorgimento eviterà alla pasta di formare una crosta sulla superficie.
Mettere l'insalatiera nel forno spento e lasciarla così per tutta la notte.












La mattina seguente dovrà essere ben lievitata come da foto.
Preparare gli stampi e foderarli con carta-forno. Si possono dare diverse forme al pane. Se si vogliono ottenere delle pagnotte da circa 1 kg si possono utilizzare stampi in Pirex alti e tondi del diametro di 20cm/21cm come quello dell'immagine più in basso. Oppure come nel caso del le ciabatte si può utilizzare una teglia in cui appoggiare la pasta dividendola in 2 filoni separati con la carta-forno.
Prendere la pasta lievitata e impastarla aggiungendo parte o tutta la farina lasciata da parte, in modo da ottenere un impasto un po' più consistente del precedente. Se serve aggiungere poca acqua.
Dividere la pasta del pane in 2 porzioni uguali e metterle negli stampi oppure dargli la forma desiderata. Rimettere nel forno a lievitare, ma stavolta senza coprire gli stampi e senza accendere il forno per scaldarlo. Lasciare lievitare il pane per altre 2 o 3 ore.













Al termine della lievitazione il pane si presenterà come nelle immagini, rispettivamente pagnotte
e ciabatte.
Portare il forno alla temperatura di 220°C e quando è pronto inserire gli stampi con il pane. Dopo 15 minuti abbassare a 200°C e proseguire la cottura per un totale di 1 ora circa.
Se la superficie dovesse colorirsi troppo, dopo i primi 40 minuti si può aprire il forno e coprirla con un foglio di carta-forno.
Terminata la cottura spennellare la superficie con un filo d'olio extravergine d'oliva.
Togliere il pane dagli stampi e avvolgerlo in un canavaccio ed eventualmente in una coperta in modo da poter raffreddare lentamente.

Alcuni tipi di pane

PAGNOTTINE (da 1 kg. circa)

Ingredienti:
400 gr. pasta acida
600 gr. farina tipo 0
600 gr. farina di grano duro
1 cucchiaio di olio EVO
1 cucchiaino di malto d'orzo
1 cucchiaino di sale




CIABATTA
Ingredienti:
300 gr. pasta acida
400 gr. farina tipo 0
300 gr. farina di grano duro
200 gr. semola di grano duro
100 gr. farina di mais
1 cucchiaio olio EVO
1 cucchiaino malto d'orzo
1 cucchiaino sale



FILONI

Ingredienti:
400 gr. pasta acida
500 gr. farina tipo 0
500 gr. farina di grano duro
200 gr. farina di soia
1 cucchiaio olio EVO
1 cucchiaino malto d'orzo
1 cucchiaino sale



PANE ALLE OLIVE

Ingredienti:
300 gr. pasta acida
1 kg farina tipo 0
250 gr. olive sott'olio
1 cucchiaio capperi
1 cucchiaio olio EVO
1 cucchiaino malto d'orzo
1 cucchiaino sale



Questi sono solo alcuni esempi, si possono scegliere altre farine comprese quelle di legumi in piccole quantità o scegliere di fare un pane bianco con farina 00 al 100%.
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Pubblicato sabato 18 settembre 2010e aggiornato il

contorno di mele

Ho improvvisato questa ricetta un giorno che non avevo verdure in casa.
Le mele non sono il mio frutto preferito, ma consumate come contorno non mi sono poi così dispiaciute...

CONTORNO DI MELE
(x 2 persone)
Ingredienti:
4 mele
1/2 cipolla
4 cetriolini sott'aceto
1 cucchiaino di gomasio
1/2 cucchiaino di miso
salsa di soia (Shoyu o Tamari)
poco aceto di mele
olio
Preparazione:
Affettare le cipolle e stufarle in poco olio.
Aggiungere le mele precedentemente affettate, i cetriolini affettati, il gomasio, il miso e poca salsa di soia. Cuocere per 10/15 minuti e se serve regolare di sale.
Spegnere ed aggiungere una spruzzatina di aceto di mele.
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Pubblicato giovedì 16 settembre 2010e aggiornato il

shampoo in polvere alle lenticchie rosse

Si presenta come uno shampoo secco, ma non lo è. E' uno shampoo normale, in polvere anziché liquido.
E' una forma un po' inconsueta di presentare uno shampoo, ma uno shampoo in polvere ha molti vantaggi:
1 - rispetto verso l'ambiente, perché si risparmierà lo smaltimento della plastica dei flaconi in cui è contenuto normalmente lo shampoo, e perché non si scaricheranno più nell'ambiente profumi, tensioattivi, sequestranti ecc..
2 - rispetto della salute, perché si eviterà di utilizzare SLES, SLS, EDTA, coloranti, emulsionanti, profumi, ecc.. necessariamente contenuti negli shampoo tradizionali per migliorarne l'aspetto.
3 - praticità, perché uno shampoo così si può portare in viaggio senza problemi, anche da chi normalmente usa saponi-shampoo.

SHAMPOO IN POLVERE ALLE LENTICCHIE ROSSE
Ingredienti:
200 gr. di lenticchie rosse decorticate
100 gr. di fecola di patate
40 gr. di bicarbonato di sodio
1 bustina di lievito di birra secco
8 gocce o.e. di ylang ylang
7 gocce o.e. di arancio dolce o limone
Preparazione:
Macinare finemente le lenticchie insieme al lievito fino ad ottenere una polvere discretamente sottile. Funziona bene per questo scopo un macinacaffé. Da tener presente che non si potrà mai ottenere una polvere sottile come farina, quindi il risultato sarà una polvere sottile ma leggermente granulosa.
A mano a mano che si macina versarla in una vaschetta di plastica o in una insalatiera.
Aggiungere il bicarbonato e la fecola di patate. Girare con un cucchiaio fino ad ottenere una polvere omogenea.
Aggiungere le gocce di oli essenziali spargendole qua e la e girare accuratamente per distribuirle in tutta la preparazione.
Versare in una bottiglia di plastica o un flacone con l'imboccatura ampia, non in una vaschetta.
Uso:
Questo shampoo deterge perfettamente ed è indicato per tutti i tipi di capelli. Perfetto per chi ha problemi di allergie ad alcuni ingredienti presenti nella composizione di shampoo industriali.
E' preferibile conservarlo in un flacone o in una bottiglia per evitare che durante il lavaggio dei capelli possa inavvertitamente bagnarsi e conseguentemente deteriorarsi con facilità.
Aprire il flacone prima di iniziare il lavaggio dei capelli, quando ancora si avranno le mani asciutte.
Bagnare i capelli e versare nel palmo della mano sinistra una quantità di shampoo pari ad un cucchiaio scarso.
Con la mano destra versare qualche goccia di acqua sulla polvere ed impastare con entrambi i palmi fino ad ottenere una poltiglia.
Spalmare la poltiglia sui capelli e massaggiare con cura aiutandosi con qualche altra goccia di acqua.
Sciacquare e ripetere un secondo shampoo.
Sciacquare bene, cercando di rimuovere tutti i residui di shampoo. Non dovrebbe essere un'operazione complicata, la polvere si stacca con facilità dai capelli.
Se serve applicare un balsamo o quello che si preferisce usare.
E' preferibile terminare con il solito risciacquo all'aceto.
I capelli così lavati durano diversi giorni puliti, forse più del solito, perchè lo shampoo in polvere si limita a liberare il capello dallo sporco senza però lasciare residui di silicone o sapone.
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SHAMPOO IN POLVERE ALLE LENTICCHIE ROSSE
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Pubblicato lunedì 13 settembre 2010e aggiornato il

acqua ossigenata come candeggina

La candeggina è una sostanza chimica altamente inquinante. Sarebbe bene evitarla, perché al problema inquinamento si aggiungono i pericoli per la salute. Alcune persone molto incautamente commettono errori gravissimi di manipolazione, miscelandola con sostanze acide. La candeggina a contatto con gli acidi sviluppa fumi tossici e molte persone finiscono in ospedale...
Viene impiegata un po' per tutto e in gran quantità con leggerezza e superficialità. L'odore a parere mio disgustoso è diventato sinonimo di igiene. Si pensa che sia una sostanza indispensabile per l'igiene della casa e del bucato e che abbandonarla significhi dover rinunciare alla sua azione insostituibile di sbiancante e disinfettante, sia per il bucato sia per le pulizie in genere. Io non ne acquisto più da ormai 10 anni e posso garantirvi che esistono soluzioni alternative non inquinanti. Nonostante l'assenza di candeggina in casa mia, nessuno ha mai accusato alcun problema di salute legato alla sua carenza, anzi! Insomma vi assicuro che non ne sentiamo la mancanza.

Per alcune pulizie la candeggina può essere sostituita dall'acqua ossigenata ed è ciò di cui parleremo oggi.
L'acqua ossigenata che useremo però, non è quella a 12 volumi normalmente presente in tutte le case per disinfettare le ferite. Quella che ci occorre è molto più potente. Si tratta di acqua ossigenata a 130 volumi.
Iniziamo con l'esaltare le sue qualità: sbiancante, igienizzante, disinfettante, assolutamente biodegradabile.
Per contro si tratta di una sostanza molto pericolosa che bisogna imparare a trattare con "rispetto".
L'acqua ossigenata a 130 volumi: favorisce la combustione, provoca ustioni, è corrosiva.
Non lasciamoci ingannare dal suo colore innocente, la sua pericolosità è pari a quella dell'acido muriatico. Questo non significa che non si deve utilizzare, ma che è importante capirne la pericolosità per non commettere leggerezze nel manipolarla.
Pertanto chi decidesse di acquistarne deve ricordarsi di riporla in luogo fresco e soprattutto lontano dalla portata di bambini e animali domestici. Cerchiamo di non trascurare nemmeno la sua azione corrosiva, quindi evitiamo di toccarla con le mani e soprattutto attenzione agli schizzi.
Dove trovare una sostanza così pericolosa?
Non possiamo trovarla al supermercato, non tanto per la sua pericolosità, come si sa nei supermercati si trova in tutta tranquillità candeggina, acido muriatico e altre sostanze pericolose, quanto per il fatto che si tratta di un prodotto sconosciuto nell'ambito delle pulizie domestiche.
E' una sostanza che viene impiegata per sbiancare il legno, perciò è facile trovarla negli scaffali dei negozi fai-da-te, bricolage e hobbistica. In tutte i punti dove si lavora il legno. Molte ferramenta ne sono fornite. In caso di difficoltà si può acquistare anche online e nelle farmacie disposte a fornircela.
Attenzione però, l'acqua ossigenata da farmacia è un prodotto d'elite, pertanto mezzo litro può costare anche 7.00 euro contro i 3.00 al litro di quella impiegata in hobbistica.

Vediamo come utilizzarla.

Per sbiancare il bucato in lavatrice
E' senz'altro l'impiego più interessante che si può fare dell'acqua ossigenata a 130 volumi.
C'è bisogno di una raccomandazione però, non si deve esagerare, né come quantità, né come frequenza dei trattamenti sbiancanti. A lungo andare l'ossigeno consuma i tessuti, perciò è bene utilizzarla con moderazione, sebbene mi sembra che anche la candeggina, seppur per ragioni diverse non scherzi quanto a corrodere la biancheria...
In lavatrice l'acqua ossigenata per attivarsi e liberare ossigeno ha bisogno di una temperatura non inferiore ai 40 gradi. Con una temperatura di 40 gradi è già un ottimo sbiancante e disinfettante. Per un'azione sbiancante a temperature superiori si può utilizzare il percarbonato di sodio (da non confondere con il perborato), la cui azione sbiancante aumenta con l'aumentare della temperatura, troverete indicazioni più precise per gli acquisti del percarbonato in coda all'articolo sapone ALGA per lavatrice.

Quantità e modalità d'uso dell'acqua ossigenata in lavatrice:
Diluire 1 cucchiaio di acqua ossigenata (con le dovute precauzioni) in mezzo bicchiere d'acqua e versare direttamente nel cestello della lavatrice insieme al detersivo o sapone, prima di mettere la biancheria. Acqua ossigenata e detersivo devono lavorare insieme ad una temperatura non inferiore ai 40°. Se si decide di fare un prelavaggio, l'acqua ossigenata andrà versata nella vaschetta della lavatrice mentre raccoglie l'acqua per la fase di lavaggio (non nel prelavaggio).
Non fatevi prendere la mano solo perchè 1 cucchiaio vi sembra poco... lo so, sembra poca, ma l'acqua ossigenata è potentissima ed 1 cucchiaio è più che sufficiente.

Per sbiancare il lavandino

Il lavandino della mia cucina è di ferro verniciato. Comincia ad essere un po' vecchiotto avendo compiuto 16 anni. Dove la vernice si è assottigliata e soprattutto nei punti di maggior attrito, si è graffiato e nelle scanalature dei graffi si scurisce spesso. I graffi si colorano di nero, forse anche a causa dei fondi di caffè. Con un trattamento saltuario con acqua ossigenata (anziché candeggina) lo rimetto a nuovo. L'unica differenza evidente che si riscontra tra la candeggina e l'acqua ossigenata è il tempo di azione, decisamente più lungo per l'acqua ossigenata.
Per sbiancare il lavandino, che può essere anche di quelli in porcellana di un tempo, si prende un straccio di cotone bianco bello grande. Si bagna e si strizza bene. Si distende nel lavello (anche un po' arruffato) sui punti da schiarire e ci si versa sopra l'acqua ossigenata in quantità discreta, sufficiente a penetrare il tessuto e raggiungere la parte inferiore. A questo punto per avere un contatto più diretto tra la superficie da trattare e lo straccio impregnato di acqua ossigenata, si può mettere un peso sullo straccio. Io metto una bacinella o un'insalatiera piena di qualcosa in grado di esercitare una certa pressione.
Si lascia così per qualche ora, ogni tanto si può girare lo straccio (indossando i guanti). Se si ha la possibilità sarebbe ancora meglio lasciare lo straccio sulle macchie per tutta la notte.
La mattina seguente si rimuove tutto e come per incanto tutto è diventato bianco.
Non rimane che sciacquare.












lavandino prima....












lavandino dopo!

Per eliminare la muffa dal bordo della vasca da bagno
Come è noto l'acqua e l'umidità del bagno portano alla formazione della muffa.
Il punto più critico è è il bordo tra vasca e mattonelle a parete, perché quando c'è umidità in bagno, soprattutto dopo la doccia, si formano delle goccioline che scendono lungo le pareti delle mattonelle e vanno a fermarsi proprio su quel bordo trasformandolo nel punto più vulnerabile e facilmente attaccabile della muffa.
Versiamo dell'acqua ossigenata a 130° direttamente sui bordi. Subito dopo versiamo del bicarbonato e aiutandoci con un vecchio spazzolino da denti facciamo una poltiglia.
Strofiniamo un po' (sempre indossando i guanti), poi facciamola aderire sui bordi e lasciamola per qualche ora. Ogni tanto torniamo a strofinare.
Quando tutto è perfettamente sbiancato non resta che sciacquare.











bordo prima.................................... bordo dopo!

L'acqua ossigenata può essere impiegata in altri svariati modi, sicuramente utilizzandola ne scoprirete e inventerete di nuovi.
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ACQUA OSSIGENATA COME CANDEGGINA by veggie822 - LILIANA PAOLETTI is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia License.
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Pubblicato venerdì 10 settembre 2010e aggiornato il

sale aromatico alle erbe

Prendere l'abitudine di salare gli alimenti con del sale alle erbe ci aiuta a consumare meno cloruro di sodio.
Il sale fa male, si sa, ma il nostro palato purtroppo è ormai viziato da sapori forti. Le erbe con l'aroma che hanno conferiscono un sapore deciso ai piatti, al punto da farci dimenticare in parte il sale.

SALE AROMATICO ALLE ERBE
Ingredienti:
250 gr. sale marino integrale fino dell'Atlantico
50 gr. erbe aromatiche tra:
rosmarino, timo, salvia, santoreggia, prezzemolo, origano, ginepro, finocchio
Preparazione:
Si possono usare erbe secche già pronte oppure si prendono erbe fresche e si fanno essiccare. Una volta essiccate se ne pesano 50 gr.
Macinare le erbe utilizzando un macinacaffé. Versare erbe e sale in una ciotola e miscelare accuratamente.
Versare in un dispenser con i buchi.
Uso: In sostituzione del sale per insaporire i piatti.
Veggie
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Pubblicato martedì 7 settembre 2010e aggiornato il

sapone liquido alle noci del sapone


Sebbene le proprietà detergenti delle noci del sapone siano state messe più volte in discussione, le noci rimangono pur sempre ricche di saponine, quindi un certo potere detergente, anche se blando esiste e non è di frutto fantasia.
Anche se insufficienti per detergere capi particolarmente sporchi, possiamo sfruttarle per detergere indumenti delicati come lana, seta e colorati.
In questo articolo ne faremo un sapone liquido allo scopo di ottimizzarne il potere detergente.





SAPONE LIQUIDO ALLE NOCI DEL SAPONE
Ingredienti:
50 gr. di noci del sapone
3 cucchiai di edera helix secca (in erboristeria)
1 cucchiaio di lavanda fiori
1 litro di acqua di rubinetto
1 litro di aceto bianco
40 ml di detersivo per i piatti (facoltativo-consigliabile)
Preparazione:
Rompere con le mani le noci e metterle in un pentolino insieme ai fiori di lavanda e all'edera. Aggiungere 1 litro d'acqua e portare ad ebollizione. Attenzione perché non appena l'acqua inizia a bollire le noci faranno molta schiuma e tutto il liquido tenderà a traboccare. Mettere il fuoco al minimo e lasciar sobbollire dolcemente per 30 minuti, lasciando la pentola scoperta.
Trascorsi i 30 minuti, spegnere e coprire con il coperchio. Lasciare riposare e raffreddare per altri 30 minuti. Filtrare su un tessuto di cotone e strizzare bene. Per sfruttare di più erbe e noci, si può mettere un tovagliolo in uno schiacciapatate e versare noci e erbe all'interno. Lo schiacciapatate fungerà da torchietto.
A filtraggio effettuato aggiungere 1 litro di aceto.
Per rinforzare l'azione detergente si possono aggiungere 40 ml di detersivo per i piatti, che io consiglio magari scegliendo tra quelli biologici in commercio.
Uso:
Le noci lavorano ad una temperatura minima di 30°C, quindi questa sarà la temperatura minima da usare.
Versare 100ml/120ml di sapone in una pallina dosatrice e metterla nel cestello della lavatrice. Aggiungere al lavaggio 1 o 2 cucchiai di bicarbonato e qualche goccia di olio essenziale di tea tree (facoltativo).
Come sempre consiglio di terminare il lavaggio utilizzando aceto in sostituzione dell'ammorbidente.
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Pubblicato domenica 5 settembre 2010e aggiornato il

aceto all'henné e mallo di noci

Dopo la detersione dei capelli, che si sia scelto di usare uno shampoo tradizionale, un sapone-shampoo o un altro rimedio è sempre consigliabile terminare il lavaggio con un risciacquo all'aceto.
Chi tinge i capelli con l'henné può preparare questo aceto all'henné e mallo di noci. Non è una tinta, ma solo uno modo per mantenere il colore più vivo e più a lungo.

ACETO ALL'HENNE' E MALLO DI NOCI
Ingredienti:
1 litro di aceto di vino
bianco o rosso
oppure aceto di mele
1 cucchiaio di henné rosso
1 cucchiaio di mallo di noci

Preparazione:
Versare l'aceto in una bottiglia da 1,5 litri. Aggiungere l'henné e il mallo di noci. Chiudere ed agitare.
Lasciare in infusione per qualche ora e filtrare.
Non è necessario filtrare su filtri di carta, sarebbe un lavoro di grande pazienza e rimarrebbe comunque della posa.
Si filtra prima attraverso un colino fitto, poi volendo si può dare un'ulteriore filtrata su un tessuto di cotone.
Chi usa un henné molto acceso puoi mettere 2 cucchiai di henné rosso anziché mettere 1 cucchiaio di henné e 1 di mallo di noci.
Non consiglio invece di mettere solo mallo di noci in quanto una parte di henné è necessaria per fissare il colore.
Uso:
Dato che che si forma un deposito sul fondo della bottiglia, è bene agitarla prima di ogni uso.
Usare come un normale risciacquo all'aceto, magari tenendolo sui capelli un minuto in più.
Sciacquare con acqua appena tiepida, mai molto calda.
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Pubblicato giovedì 2 settembre 2010e aggiornato il

basilico sott'olio


Aggiornamento del 09-09-2017
Ecco il video sulla preparazione del basilico sott'olio. Nel video vengono indicate quantità diverse rispetto ai 300 g di basilico della ricetta sottostante. Ho pensato di inserire orietativamente il numero di foglie necessarie a riempire un vasetto da marmellata.


Tra poco l'estate se ne andrà e con essa tutti i profumi estivi purtroppo...
Visto che però il basilico ancora abbonda, ne possiamo approfittare per conservare il suo aroma in questa preparazione, che utilizzeremo come condimento il prossimo inverno.
BASILICO SOTT'OLIO
Ingredienti:
300 gr. basilico freschissimo
olio extravergine d'oliva
sale grosso
Preparazione:
Scegliere un basilico dalle belle foglie grandi. Staccare solo le foglie e lavarle accuratamente, ma velocemente in una bacinella con acqua fredda.
Asciugare perfettamente il basilico.
L'ideale è l'uso di una centrifuga per l'insalata, che è in grado di rimuove molta acqua senza però strapazzare troppo le foglie.
Distenderlo su un canovaccio per finire di asciugare bene, 30 minuti dovrebbero essere sufficienti.
Preparare un vaso da 1/2 litro per i sottoli, le foglie di 300 gr. di basilico ci vanno alla perfezione.
Iniziare con lo spargere qualche granello di sale sul fondo del barattolo. Poi fare uno strato di foglie e spargere in superficie qualche granello di sale grosso.
Il sale deve essere la quantità che si vede nelle foto, senza esagerazioni. Versare un filo d'olio. Continuare così, facendo strati di foglie seguiti da granelli di sale e un filo d'olio. Ogni tanto comprimere, perché bisognerà riuscire a far entrare tutto il basilico nel vaso, anche se sembra un'impresa impossibile.
Piano piano le foglie si ammorbidiranno e cederanno occupando meno volume.
Al termine dell'operazione di riempimento versare solo un goccio d'olio, senza riempire il vaso, perlomeno non ora.
Prendere un vasetto di vetro che entri nell'imboccatura del vaso e riempirlo di acqua. Sarà il nostro peso.
Poggiarlo nel vaso e lasciarlo lì fino a quando il basilico non sarà diminuito di volume. Ogni tanto premere sul barattolo per accelerare il procedimento.
Dopo circa un'ora il basilico si sarà arreso, quindi rimuovere il barattolo e iniziare a versare l'olio. Attendere che scenda fino sul fondo e versarne ancora fino a quando il basilico non sarà coperto completamente, appena sopra, senza coprire troppo, perchè il livello delle foglie scenderà ancora.
Con un cucchiaio perfettamente pulito pigiare le foglie per favorire la liberazione dell'aria imprigionata all'interno. Socchiudere il vaso e continuare a premere ogni tanto fino a quando non sarà stata rimossa tutta l'aria.
Dopo un giorno o due, cioè quando non ci sarà più aria, se serve si dovrà aggiungere olio fino a coprire il basilico, altrimenti no. Chiudere il vaso e riporre in dispensa (non in frigorifero).
Uso:
Lo stesso che si farebbe con basilico fresco, tenendo presente però che il basilico si presenterà più scuro e più morbido, quindi non potrà essere utilizzato come ornamento.
Il sapore invece si conserverà benissimo e l'olio che rimarrà sarà anch'esso un ottimo condimento da consumare.
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