Pubblicato mercoledì 30 giugno 2010e aggiornato il

ricicliamo un vecchio spremiagrumi

Un po' in tutta Italia si svolgono periodicamente dei mercatini dell'usato.
Che belli che sono! Non riesco ad evitare di fermarmici, è come fare un tuffo nel passato.
Si trovano tante vecchie cianfrusaglie a pochi soldi.
Alcuni oggetti mi riportano all'infanzia, come questo spremiagrumi che ho trovato in uno scatolone del "tutto a 1 euro" insieme a piattini e barattoli dello stesso periodo.
Sul manico in vetro c'è scritto "ITALY" e bisogna ammettere che fa un certo effetto leggere quella scritta. In un periodo dove tutto è "made in China e dintorni" quando si trovano degli oggetti italiani sembra di tornare a casa! ...eppoi che qualità! Vuoi mettere spremere un frutto su un vetro spesso come questo o spremerlo su uno spremiagrumi di plastica colorata come quelli di oggi?
Certo esistono anche spremiagrumi elettrici e professionali, ma quando posso evitare di utilizzare degli elettrodomestici mi sento meglio, preferisco di gran lunga gli oggetti manuali come quelli di un tempo.
Un oggettino così si può recuperare non solo per bellezza, ma proprio per essere utilizzato.
Non ci vuole molto, sono sufficienti acido citrico e pazienza.
Ho fatto una soluzione al 20% di acido citrico in acqua di rubinetto e ho immerso lo spremiagrumi incrostato. L'ho lasciato a bagno fino al giorno dopo. Ogni tanto munita di guanti e aiutandomi con un vecchio spazzolino da denti (mio alleato) passavo a dargli una strofinatina.
Ho continuato così fino a quando anche l'ultima incrostazione è scomparsa. Poi l'ho sciacquato.
Così ho trasformato un vecchio spremiagrumi...

da così:













a così:



La soluzione di acido citrico anche se sporca, può essere ancora recuperata per pulire il W.C. dalle incrostazioni di calcare, non buttiamola!
Veggie
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RICICLIAMO UN VECCHIO SPREMIAGRUMI by veggie822 - LILIANA PAOLETTI is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia License.
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Pubblicato lunedì 28 giugno 2010e aggiornato il

Marsiglia - detersivo in polvere per lavatrice

Anziché acquistare detersivi dannosi per la salute e per l'ambiente, oltre che costosi, possiamo farci un bel detersivo in polvere per lavatrice a base di sapone, che oltre ad essere innocuo per la salute e oltre ad essere biodegradabile al 100% avrà un costo contenuto. Come base utilizzeremo un sapone di Marsiglia per l'igiene della casa.
Se avete letto l'articolo sapone di Marsiglia avrete capito quanto sia difficile trovare un sapone di Marsiglia per l'igiene personale che non contenga il famigerato Sodium Tallowate, più noto come sego animale, figuriamoci a trovarne uno per il bucato!! Ancora più difficile è riuscire trovare saponi che oltre a non contenere sego, non contengano sequestranti pericolosi , fosfati e profumi. Dalla ricerca è emerso che con i requisiti che cerchiamo il mercato offre:
kernseife di Sonett. Costo intorno ad 1 euro per un sapone da 100 gr. Questo sapone però viene indicato più per le mani che per il bucato e sinceramente dopo aver visto che Sonett produce anche un sapone alla bile, preferisco sceglierne altri.
Sapone solido bucato Marsiglia di Officina Naturae. Un po' costoso, ma è l'unico a non contenere neanche sequestranti.
Sapone tipo Marsiglia di Ecor. Contiene del Tetrasodium etidronate, un sequestrante che però nel Biodizionario viene considerato innocuo per la persona e per l'ambiente. Ha un prezzo veramente conveniente ( € 1,50 per un bel sapone da 300 gr.) ed è quello che ho scelto per questa ricetta, sia per il prezzo che per la facile reperibiltà. Si trova facilmente in tutti i negozi di prodotti e alimenti eco-bio.
Devo però segnalare a malincuore, che questi saponi seppure biodegradabili sono composti principalmente da olio di palma e di cocco, purtroppo abbiamo visto che è pressoché impossibile trovarne uno a base di oli nostrani e l'unica alternativa è quella di farsi il sapone da sé.
A questo proposito ricordo a chi volesse provare a fare un sapone naturale al 100% partendo da ingredienti genuini come l'olio d'oliva, che può presentare domanda d'iscrizione alla mailing list sapone e autoproduzioni di cui sono fondatrice, dove oltre ad imparare a produrre detersivi e saponi per la casa, potrà imparare a fare saponi per l'igiene personale di tutta la famiglia.

MARSIGLIA - DETERSIVO IN POLVERE PER LAVATRICE
(per un fustino da kg 1,200)
Ingredienti:
2 saponi tipo Marsiglia Ecor da 300 gr. l'uno
300 gr. bicarbonato di sodio
200 gr. soda Solvay (NON soda caustica)
100 gr. amido di mais o fecola di patate
50/100 gocce di oli essenziali a piacere (facoltativo)
Preparazione:
Il sapone deve essere grattugiato. Se si possiede un macinacaffè o meglio una grattugia elettrica per il parmigiano o un robot da cucina, il sapone si potrà grattugiare prima grossolanamente come da foto, con una grattugia manuale, in quanto in un secondo momento sarà macinato più sottilmente. Se al contrario non si possiede un grattugia elettrica bisognerà grattugiarlo finemente con una grattugia manuale che grattugi il più sottile possibile, perché dopo non ci sarà più modo di rendere il sapone più fine.
Quindi grattugiare il sapone in una capiente insalatiera. Aggiungere il bicarbonato, la soda Solvay, l'amido e mescolare. Per quanto riguarda la soda da utilizzare, non confondere la soda Solvay con soda caustica, sono 2 sostanze completamente diverse, la soda caustica è pericolosa e non è presente in questa ricetta. Per togliere ogni dubbio, quello che cerchiamo sotto forma di soda Solvay che viene anche chiamata soda da bucato è carbonato di sodio, la cui formula è la seguente: Na2CO3.
A questo punto il sapone è stato macinato sottile non resta che distribuire qua e la gli oli essenziali (se si è scelto di metterne) e di versare il sapone in un contenitore adeguato.
Se invece il sapone è stato macinato grossolanamente si dovrà macinare, poco per volta per mezzo di una grattugia elettrica o un robot da cucina, trasferendolo man mano che viene grattugiato nel contenitore che dovrà ospitarlo in via definitiva. Quando sarà tutto grattugiato, aggiungere gli oli essenziali.
Per la scelta degli oli essenziali, se siete iscritti come sostenitori di questo blog e ancora non lo avete, potete richiedere il pdf OLI ESSENZIALI PER BUCATO-PIATTI-PAVIMENTI in cui trovate delle combinazioni profumate per aceti e saponi da bucato. Per riceverlo seguite le istruzioni che trovate nella home page nella colonna di destra.
Dei 2 modi di procedere, quello della grattugia elettrica è da preferire perché il detersivo viene più sottile.
Uso:
Mettere 2 o 3 cucchiai di detersivo direttamente nel cestello della lavatrice o in una pallina.
Per non misurare ogni volta la quantità di detersivo che occorre, si possono mettere i 2 o 3 cucchiai in un vasetto dello yogurt o un misurino graduato o il tappo di un flacone e prendere nota del livello.
Il vasetto di yogurt potrà essere utilizzato come misurino.
Per capi bianchi e particolarmente sporchi si può aggiungere al lavaggio 1 cucchiaio di percarbonato di sodio (da non confondere con il perborato di sodio che è molto inquinante) orientandosi nella scelta tra quelli che ho segnalato in fondo all'articolo sapone ALGA per lavatrice.
Questo lavaggio ecologico si può completare sostituendo l'ammorbidente con aceto come ammorbidente per il bucato.
Veggie
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LETTURE CONSIGLIATE

Saponi e Detersivi Naturali - LibroVoto medio su 76 recensioni: Da non perdere

Pubblicato domenica 27 giugno 2010e aggiornato il

sapone di Marsiglia da bucato

Nell'articolo sapone di Marsiglia che vi invito a leggere, ho spiegato quanto sia difficile trovare un sapone per la persona che non contenga Sodium Tallowate, ovvero sego bovino. Il sego viene ricavato lavorando scarti di macellazione e successivamente impiegato in saponi per il viso, per il corpo, per il bucato.
Chi come me non prova piacere nel lavarsi con il grasso animale trova difficoltà a reperire un sapone che ne sia privo. Tra i saponi commerciali per la persona ho segnalato quello dell'articolo su indicato.
Se è già così difficile trovarne uno per l'igiene personale, figuriamoci per il bucato!
Per i saponi da bucato inoltre, non c'è alcun obbligo di riportare in etichetta gli ingredienti, pertanto spesso non si può sapere cosa stiamo acquistando. C'è invece l'obbligo di riportare l'INCI del prodotto su un sito internet. Se vogliamo sapere cosa contiene un sapone siamo costretti a cercare, cercare, cercare in siti internet spesso occulti. Dopo varie ricerche sono riuscita a trovare pochi saponi che fanno al caso nostro.
Eccoli:
kernseife di Sonett. Costo intorno ad 1 euro per un sapone da 100 gr. Questo sapone però viene indicato più per le mani che per il bucato e sinceramente dopo aver visto che Sonett produce anche un sapone alla bile, preferisco sceglierne altri.
Sapone solido bucato Marsiglia di Officina Naturae. Un po' costoso, ma è l'unico che non contiene neanche sequestranti.
Sapone tipo Marsiglia di Ecor. Contiene del Tetrasodium etidronate, un sequestrante che però nel Biodizionario viene considerato innocuo per la persona e per l'ambiente. Ha un prezzo veramente conveniente ( € 1,50 per un bel sapone da 300 gr.) ed è quello che consiglio di prendere, sia per il prezzo che per la facile reperibiltà. Si trova facilmente in tutti i negozi di prodotti e alimenti eco-bio.
Devo però segnalare a malincuore, che questi saponi seppure biodegradabili sono composti principalmente da olio di palma e di cocco, purtroppo abbiamo visto che è pressoché impossibile trovarne uno a base di oli nostrani e l'unica alternativa è quella di farsi il sapone da sé.
A questo proposito ricordo a chi volesse provare a fare un sapone naturale al 100% partendo da ingredienti genuini come l'olio d'oliva, che può presentare domanda d'iscrizione alla mailing list sapone e autoproduzioni di cui sono fondatrice, dove oltre ad imparare a produrre detersivi e saponi per la casa, potrà imparare a fare saponi per l'igiene personale di tutta la famiglia.

Se andate nei negozi di detersivi ecologici o negozi bio, oltre Ecor troverete saponi di altre grandi marche. Leggete bene prima di acquistare, anche le grandi marche contengono Sodium Tallowate (e non solo), non pensate di essere al sicuro solo perché vi trovate in un negozio di prodotti naturali...

Il sapone di Ecor può essere utilizzato così com'è, essendo sapone.
E' indicato per tutta la biancheria, compresa quella dei neonati.
Utilizzeremo questo sapone per svariate ricette, non solo per la lavatrice, in modo da poter dire addio ai detersivi!
Veggie
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Pubblicato venerdì 25 giugno 2010e aggiornato il

torta all'uvetta con pasta acida

Lo credereste che questo dolce così ben lievitato non contiene lievito artificiale, né lievito di birra? L'ho fatto utilizzando solo lievito naturale da pasta acida. Buonissimo e digeribile perché non c'è neanche il burro, e il sapore non è per niente acido! Ottimo da consumare per la prima colazione.

TORTA ALL'UVETTA CON PASTA ACIDA
Ingredienti:
200 gr. di pasta acida
500 gr. di farina 0
200 gr. di zucchero
150 ml olio extravergine d'oliva (oppure metà oliva e metà girasole bio)
3 uova
il succo e la scorza di 1 limone
200 gr. di uvetta sultanina
2 cucchiai di alchermes vegan (oppure vaniglia)
1 cucchiaino di malto (o miele)
1 pizzico di sale
Preparazione:
Rinfrescare il lievito madre come spiegato qui, mattina o pomeriggio presto.
La sera pesare 200 gr. di pasta acida e metterla in una capiente insalatiera, dove successivamente dovrà lievitare. Aggiungere 1 cucchiaino di malto, 300 gr. di farina e poca acqua sufficiente ad ottenere un impasto consistente come quello per il pane. Coprire con un tovagliolo bagnato e strizzato e riporre in luogo tiepido a lievitare per tutta la notte. Anche in questo caso se si sceglie di mettere la pasta a lievitare nel forno è utile creare un ambiente accogliente accendendo per un minuto (solo 1 minuto, non di più) il forno a 50°, poi spegnere e mettere nel forno l'insalatiera con la pasta. Il poco calore del forno sarà sufficiente a dare un'ottima lievitazione alla pasta.
La mattina seguente rompere le 3 uova in una ciotola e sbatterle per qualche minuto con i 200 gr. di zucchero. Aggiungere l'olio, un pizzico di sale, l'alchermes, la scorza grattugiata di un limone e successivamente il succo, in ultimo i 200 gr. di farina rimasti. Amalgamare bene gli ingredienti e solo quando si avrà una pasta uniforme e senza grumi aggiungere l'uvetta così com'è (senza metterla a bagno come è previsto in molte ricette). Girare bene e lasciare la pasta a riposo per 30 minuti.
Trascorsi i 30 minuti prendere la pasta acida lasciata lievitare la notte. Sarà sicuramente cresciuta parecchio, così dev'essere.
Buttarci sopra la pastella fatta con l'uvetta e con un cucchiaio e una pazienza da certosino amlgamare le 2 paste. Ci vorranno 10 minuti. Mischiare delicatamente cercando di prelevare la pasta acida dal basso e di portarla verso il centro, il tutto con movimenti lenti cercando di non smontare troppo la pasta lievitata.
Foderare con carta-forno uno stampo da plumcake della misura di 30 cm e versarci l'impasto del dolce.
Rimettere tutto l'impasto nel forno a lievitare, senza coprirlo, per altre 3 o 4 ore.
Trascorso il tempo la pasta sarà cresciuta di livello come si può vedere dalle immagini.
Accendere il forno e portarlo ad una temperatura di 200°. Senza toccare in alcun modo il dolce, infornarlo per 1 ora. Dopo i primi 30 minuti si può abbassare la temperatura portandola a 180°.
Se la superficie del dolce tendesse a colorirsi troppo, negli ultimi 20 minuti si può coprire con un foglio di carta-forno.
Sfornare il dolce e tagliarlo solo dopo che si sarà completamente raffreddato. Meglio ancora se si riuscirà a resistere fino al giorno dopo...
Veggie
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Pubblicato mercoledì 23 giugno 2010e aggiornato il

olio di iperico

L'olio di iperico è un olio miracoloso conosciuto per la sua efficacia contro scottature, ustioni, smagliature, reumatismi, piaghe da decupido, ulcerazioni, punture di insetti e come antirughe. La sua forza è la rigenerazione cellulare.
Non si tratta di un olio vero e proprio, bensì di un oleolito.
Un oleolito è preparazione che si ottiene mettendo a macerare nell'olio una pianta o una parte di piante che abbia particolari proprietà, affinché i principi attivi in essa contenuti possano essere liberati nell'olio.
L'iperico è anche detto Erba di San Giovanni e l'oleolito che se ne ricava Olio di San Giovanni. Tradizione vuole che i fiori di iperico vengano raccolti il 24 giugno, giorno di San Giovanni appunto. In realtà si può raccogliere da quando fiorisce, cioè dai primi di giugno, fino a settembre. La fioritura non inizia nello stesso momento in tutta Italia, comunque in linea di massima dalla fine di giugno si dovrebbe trovare un po' ovunque.
Chi ha la fortuna di poter raggiungere facilmente una zona incontaminata, dovrebbe programmare da ora la raccolta in modo da avere l'oleolito per tutto l'anno. Si potrà utilizzare nei doposole, nelle creme antirughe, negli unguenti ed altro. Vediamo come si prepara.

OLIO DI IPERICO

Ingredienti:
300 gr. di sommità fiorite fresche di iperico
1 litro di olio d'oliva
3 ml Vit. E (alfa-tocoferolo) facoltativo, per garantire una migliore conservazione dell'oleolito. Consiglio di non usare Vit. E acetato, in quanto non ha potere antiossidante.
1 ml oleoresina di rosmarino (ROE) facoltativo, come antiossidante in alternativa alla Vit. E. E' più difficile da reperire, in genere ne sono forniti saponai esperti o chi lavora nell'industria alimentare dove questo prodotto viene impiegato.
Preparazione:
Mettere le sommità fiorite in un vaso di vetro a macerare nell'olio. Non chiudere il vaso ermeticamente, per evitare che con il passare dei giorni l'olio inizi a fermentare. Esporre il vaso al sole durante il giorno, la sera riporlo in casa. Per effetto dei raggi solari si attiverà l'ipericina, il principio attivo dell'iperico e come per miracolo l'olio si colorerà di rosso.
Per l'iperico l'esposizione al sole è di fondamentale importanza, come lo è utilizzare la pianta fresca.
Agitare il vaso tutti giorni, ogni tanto aprire e girare il contenuto.
Trascorsi i 30 giorni di macerazione l'oleolito andrà filtrato.
Filtrare su un tessuto di cotone e strizzare il panno per recuperare più olio possibile.
Durante la fase di macerazione la pianta avrà liberato nell'olio gran parte dell'acqua. Sarà necessario eliminarla per permettere una buona conservazione dell'oleolito. Per questa operazione si può utilizzare un imbuto separatore, ma in genere non lo si possiede, quindi si provvederà con mezzi casalinghi.
Dopo aver filtrato l'olio versarlo in una bottiglia di plastica dell'acqua (da 1,5 litri o 2 litri). Chiudere la bottiglia e capovolgerla. Appoggiarla capovolta in un contenitore in cui possa rimanere in piedi in posizione verticale (un barattolo o una brocca). Lasciarla così senza agitarla fino al giorno dopo.
Per effetto del peso tutti i residui e l'acqua si depositeranno sul fondo della bottiglia (cioè verso l'imboccatura, dalla parte del tappo).
Il giorno dopo sistemare nel lavello una capiente insalatiera. Portare la bottiglia senza muoverla e senza capovolgerla verso il lavandino. Molto lentamente e mantenendo la bottiglia a testa in giù all'interno dell'insalatiera, svitare leggermente il tappo, tenendolo fermamente. Fare uscire solo il deposito e l'acqua e riavvitare il tappo non appena inizia ad uscire olio. Questa operazione è molto delicata e bisogna prestare la massima attenzione, perché il peso esercitato dall'olio potrebbe far sfuggire di mano il tappo. In questo caso tutto il contenuto verrebbe riversato nell'insalatiera (nostra ancora di salvezza). Se ciò dovesse accadere bisognerà riversare tutto nella bottiglia, capovolgerla ed attendere altre 24 ore per far depositare i residui di pianta e l'acqua e procedere nuovamente alla separazione delle 2 fasi.
Una volta ripulito l'oleolito dall'acqua e dal fondo, lasciarlo nella bottiglia di plastica per altre 24 ore, questa volta però in posizione normale. Il giorno dopo controllare se si è formato un piccolo deposito sul fondo. L'oleolito si può versare direttamente in una bottiglia scura, facendo attenzione a non versare il deposito che andrà lasciato nella bottiglia di plastica, oppure si può decidere di filtrarlo su filtri da liquori o filtri per caffé. Questa operazione è molto lunga, ma davvero efficace se si vuole un bell'olio limpido.
A questo punto si può aggiungere la vit. E o l'oleoresina di rosmarino come antiossidanti.
Riporre al buio e in luogo fresco.
Veggie
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Pubblicato lunedì 21 giugno 2010e aggiornato il

sapone alle alghe

Le alghe sono particolarmente adatte per saponi contro la cellulite e quando si seguono diete dimagranti.
Questo sapone si realizza con sapone di Marsiglia acquistato, seguendo il procedimento riportato nella preparazione del sapone allo zolfo.

SAPONE ALLE ALGHE
Ingredienti:

200 gr. di sapone di Marsiglia*
100 gr. acqua
2 cucchiaini di quercia marina (fucus - alga bruna) in polvere
1 cucchiaio di olio di mandorle dolci oppure
olio di riso o di girasole bio (no olio d'oliva)
8 gocce o.e. lavanda o geranio
6 gocce o.e. limone
6 gocce o.e. rosmarino
4 gocce o.e. cipresso
*Attenzione, leggere il peso dei panetti di sapone.
Quelli della ditta Nesti sono da 150 gr. quindi per questa ricetta ne servirà più di uno.

Preparazione:
Grattugiare il sapone e metterlo in un vaso di vetro resistente al calore. Aggiungere l'acqua e procedere con il bagnomaria come riportato nell'articolo sapone allo zolfo.
Dopo i primi 20 minuti comprimere il sapone ed aggiungere l'olio. Chiudere e proseguire la cottura.
Nel frattempo che il sapone si scioglie mettere un cucchiaio abbondante di alghe nel macinacaffé e macinarle sottilmente. Prelevare 2 cucchiaini di polvere che sono la quantità che servirà nella ricetta. Le alghe sono efficaci sulla cellulite, ma ahimé hanno un odore davvero particolare, per fortuna sarà un po' mitigato dalla presenza degli oli essenziali.
Preparare lo stampo. Io ho usato una scatolina di cartone rigido, forse era di un bracciale o di un orologio e l'ho foderata utilizzando la pellicola trasparente per il microonde. Questo tipo di pellicola, a differenza di quella normale regge bene il calore.
Negli ultimi 10 minuti aprire il barattolo e aggiungere velocemente le alghe e gli oli essenziali. Mischiare come meglio si riesce con un cucchiaio. Chiudere e rimettere a sciogliere per altri 10 minuti.
Trascorso il tempo aprire il barattolo e dare un'ultima girata veloce prima che si raffreddi. Aiutandosi con 2 cucchiai riempire lo stampo e comprimere bene il sapone per arrivare anche agli angoli della scatola. Pareggiare il contenuto e coprire con una salvietta o della carta da cucina senza toccare la superficie del sapone. Lasciare riposare così fino al giorno dopo.
Sformare e tagliare con un coltello. Appoggiare i saponi su un vassoio e lasciarli asciugare su un vassoio per qualche giorno prima di riporre.
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Pubblicato sabato 19 giugno 2010e aggiornato il

recupero cannella

Se avete fatto l'estratto di cannella, ma non volete fare lo sciroppo di cannella come da ricetta, la cannella avanzata dalla lavorazione dell'estratto, potrà essere recuperata facendola essiccare in un forno normale o in un microonde.
Preparazione:
Accendere il forno tradizionale ad una temperatura inferiore ai 100°, intorno agli 80° dovrebbe andar bene. Distendere la cannella bagnata su una teglia rivestita con un foglio di carta-forno. Lasciare asciugare nel forno lasciando lo sportello socchiuso, finché non esce più vapore, girando ogni tanto.
Nel caso del microonde mettere la cannella su un piatto e accendere il forno al minimo. Ogni 5 minuti estrarre dal forno e lasciare raffreddare scoperto, in modo da far uscire molto vapore. Dopo 5 o 10 minuti rimettere nel forno per altri 5 minuti e così via fino a quando non uscirà più vapore.
Quando la cannella è ben asciutta prima di prendere qualsiasi decisione lasciarla raffreddare completamente.
Uso:
Si può lasciarla così, come si vede nell'immagine ed utilizzarla per il pout-pourri, ma come ho detto la cannella è molto aromatica e può essere ancora sfruttata per uso alimentare. Quindi si può macinare con un macinacaffé e utilizzare la polvere ottenuta come fosse cannella normale, ma poco più leggera.
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Pubblicato giovedì 17 giugno 2010e aggiornato il

crema solare "primo sole"

CREMA SOLARE "PRIMO SOLE"
Ingredienti:

40 gr. oleolito di carota in olio extravergine d'oliva
(oppure olio extravergine d'oliva semplice)
44 gr. oleolito di curcuma e mallo di noci in olio di sesamo
(oppure olio di sesamo semplice)
24 gr. olio di avocado o di Argan
20 gr. cera d'api *
10 gr. lecitina di soia granulare
15 gr. ossido di zinco
1/2 cucchiaino vit. E (alfa-tocoferolo)
70 ml acqua demineralizzata
10 gocce o.e. carota (facoltativo)
10 gocce fragranza cocco (facoltativo)
*Preparare la cera come spiegato
qui, sarà più facile pesarla e non si sporcherà più nulla.
Preparazione:

Per questa ricetta si può utilizzare olio di sesamo semplice, o ancora meglio un oleolito di curcuma e mallo di noci. La ricetta si trova qui.
In questo genere di creme, dove cioè si fa uso di acqua oltre che di grassi, la cera d'api da sola si rivela insufficiente come emulsionante, ci viene quindi in aiuto la lecitina di soia.
In genere come emulsionante si usa lecitina di soia liquida, ma vista la sua difficile reperibilità la sostituiremo con lecitina di soia granulare alimentare (tipo Lecinova). Poiché si tratta di un prodotto non specifico per cosmetica, la difficoltà maggiore che si riscontra è rappresentata dallo scioglimento. Riducendola in polvere prima dell'uso, si scioglierà con più facilità. La lecitina è pastosa e grassa e per facilitarne la polverizzazione è consigliata la congelazione.
Se intendete usare la lecitina solo per la cosmetica, potete congelarla tutta e conservarla direttamente nel congelatore. Prima di congelarla però, se è contenuta in un barattolo di quelli cartonati è necessario travasarla in un vaso di vetro o in un barattolo di metallo. Se invece intendete consumarla per scopo alimentare si può congelare solo la quantità che serve nella ricetta.
Al momento di preparare la crema pesare velocemente i 10 gr. di lecitina (precedentemente congelata) che occorrono e altrettanto velocemente macinarli in un macinacaffé. Il risultato sarà quello della foto, ovvero una bella polvere liscia.
In un pentolino preferibilmente stretto (ma che possa poi contenere tutta la preparazione) mettere oli e oleoliti, cera d'api e lecitina di soia polverizzata. In un altro pentolino mettere l'acqua demineralizzata.
Portare sul fuoco il pentolino con gli oli e scaldare a fuoco bassissimo fino a quando si sarà sciolta la cera e la lecitina di soia, girando con un cucchiaio e cercando di evitare alla lecitina di depositarsi sul fondo (e di bruciarsi). Spegnere. Aggiungere la vit. E e l'ossido di zinco. Girare e amalgamarlo bene. In ultimo aggiungere gli oli essenziali e la fragranza (se si è scelto di metterli).
Per quanto riguarda gli oli essenziali, voglio ricordare che molti e in particolare quelli di agrumi sono fotosensibilizzanti, quindi in questa preparazione è preferibile non metterne (salvo quello di carota) se non si vuole rischiare di macchiare la pelle. Come profumazione ho scelto una fragranza al cocco, non è necessario aggiungerla e non è necessario che sia al cocco. Quello che invece è importante è scegliere una fragranza adatta per cosmetica e saponi. Non mettere mai una fragranza la cui destinazione non è specificata in etichetta. La maggior parte delle fragranze che si trovano in commercio sono per ambienti o per bruciatori e comunque sono tossiche, quindi se non ci sono specifiche indicazioni non si deve rischiare, tanto più in prodotti che verranno utilizzati per esposizione ai raggi solari.
Se avete un termometro adatto, misurate la temperatura degli oli. La temperatura ideale è di 70°. Se la temperatura è inferiore scaldateli ancora in modo da arrivare a 70°, se è superiore, lasciateli raffreddare un po', fino a quando cioè non avranno raggiunto i 70°. Se invece non avete un termometro regolatevi al tatto, gli oli dovranno essere ben caldi, ma non bollenti.
Scaldare l'acqua demineralizzata. Anche l'acqua va portata ad una temperatura di 70° circa. Per ottenere una buona emulsione è assolutamente necessario che la temperatura degli oli e dell'acqua siano uguali o quasi.
Nel frattempo che anche l'acqua si scalda (attenzione però, perchè ciò avverrà in meno di minuto) preparare una ciotola con acqua fredda e qualche cubetto di ghiaccio. La ciotola dovrà poter contenere il pentolino con gli oli, come se fosse un bagnomaria, solo che conterrà acqua fredda e del ghiaccio.
Avrete già preparato in precedenza un vasetto da 250 ml in cui versare la crema quando sarà pronta e avrete già preparato il mini mixer per caffè per emulsionare la crema. Se non lo avete dovrete frullare a mano molto velocemente usando un cucchiaino.
Quando il vasetto della crema è pronto, quando l'acqua con il ghiaccio e il frullatorino sono pronti, quando oli e acqua sono alla stessa temperatura di circa 70° si può partire con la fase più delicata della preparazione: l'emulsione.
Appoggiare il pentolino con gli oli su un piano da lavoro o meglio sul piano del lavello e iniziare a frullare, pian pianino. Come per una maionese aggiungere l'acqua poco alla volta continuando a frullare. Quando l'acqua è terminata continuare a frullare per un paio di minuti. La crema sarà ancora liquida ma avrà un aspetto omogeneo e spumoso simile a uova sbattute, come si può vedere nell'immagine.
Trascorsi i 2 minuti o poco più, quando cioè si avrà un liquido uniforme, passare velocemente il pentolino nella ciotola con l'acqua e il ghiaccio e riprendere ad emusionare con il mini mixer. L'acqua fredda farà abbassare velocemente la temperatura della crema che presto inizierà a solidificare. Continuare a frullare finchè non si forma all'interno del pentolino un anello quasi solido di crema lungo il perimetro. Ci vorranno pochi minuti al massimo. Appena la crema inizia ad addensarsi sospendere di frullare e versarla nel barattolo aiutandosi con un cucchiaio. Se ci fossero dei punti in cui la crema è già solida soprattutto in prossimità del bordo e sul fondo del pentolino, si può prelevare con il cucchiaio, e pur avendo una consistenza diversa dal resto si può miscelare con quella ancora liquida.
Ecco come si presenta la crema appena versata nel barattolo e ancora calda. A questo punto la crema è pronta.
Prima di chiudere il barattolo e riporla, attendere che si sia completamente raffreddata e solidificata.
Conservazione ed uso:

Questa crema contiene oltre il 30% di acqua.
Tutte le creme fatte in casa, che non contengono conservanti (ad eccezione di quelle anidre) vanno conservate in frigorifero. La presenza di acqua limita la durata della crema e la espone ai rischi di contaminazioni batteriche. Affinché i rischi siano ridotti al minimo è essenziale la massima igiene, sia in fase di preparazione che successivamente in fase di utilizzo, partendo dalla perfetta pulizia dei vasetti e degli attrezzi che si usano e prestando molta attenzione e cura quando si preleva la crema dal vasetto. E' preferibile evitare di prendere la crema con le dita, ma se si fa almeno che siano pulite e asciutte, meglio ancora usare un cucchiaino. Non lasciare il vasetto di crema aperto ed esposto all'aria per un tempo superiore a quello necessario per prelevarla.
Visto che la crema andrà conservata in frigorifero è impensabile portarla al mare sotto il sole cocente e sperare che si conservi per tutta la stagione. Sarà quindi il caso di prendere la quantità di crema che serve di volta in volta e metterla in un altro vasetto da portare in spiaggia. Se si dispone di una borsa termica per le bibite si può mettere lì, altrimenti tenerla all'ombra in una borsa.
Per diverse applicazioni giornaliere ne basta meno di 1 cucchiaio a persona. Sulla base di quella che avanzerà regolarsi sulle quantità da portare per le uscite successive.
Per altre informazioni sulla conservazione leggere questo articolo.
Applicazione:

La crema è discretamente protettiva, questo però non significa che ci si può prendere la libertà di esporsi troppe ore al sole e/o nelle ore critiche, il buonsenso non deve mancare.
Si applica come tutte le creme, una o più volte (dipende dal tempo di esposizione). Sulla pelle bagnata scorre meglio. Non è necessario ripetere l'applicazione ogni volta che si va in acqua, la crema ha una buona resistenza e non si rimuove con un bagno.
Chi desidera
una crema con una buona protezione, ma comunque inferiore a quella che si ottiene da questa crema, può mettere nella ricetta 10 gr. di ossido di zinco anziché i 15 gr. previsti.

Veggie
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Pubblicato mercoledì 16 giugno 2010e aggiornato il

oleolito di curcuma e mallo di noci

E' un oleolito di facile preparazione e di grande utilizzo nei prodotti solari. La curcumina presente nella curcuma è nutriente, antirughe, antiossidante e protettiva per la pelle. Il mallo di noci protegge dalle radiazioni solari.
Come base è stato utilizzato olio di sesamo che contiene un filtro solare naturale.

OLEOLITO DI CURCUMA E MALLO DI NOCI
Ingredienti:
250 ml olio di sesamo
1 cucchiaio di curcuma in polvere
1 cucchiaio di mallo di noci in polvere
Preparazione:
In un barattolo di vetro che abbia una buona chiusura mettere l'olio e le 2 polveri. Chiudere. Le polveri tendono a depositarsi sul fondo, per questa ragione è necessario agitare il barattolo una o più volte al giorno.
Lasciare in macerazione per una settimana.
Trascorsa una settimana lasciarlo un giorno a riposo senza agitarlo, cercando di non scuotere il fondo. Il giorno seguente versare delicatamente l'oleolito ottenuto senza filtrarlo, in una bottiglia di vetro scuro (da 250ml) facendo attenzione a non smuovere il fondo che dovrà rimanere nel barattolo. Sopra le polveri sarà senz'altro rimasto un sottile strato di olio. Rimettere il barattolo a riposo per qualche ora per farle depositare per bene, poi con l'ausilio di una siringa (senza ago) aspirare l'olio che è rimasto in superficie facendo attenzione a non prelevare anche il mallo di noci e la curcuma.
Per una buona conservazione riporre al buio e al fresco, come tutti gli oli e oleoliti.
Veggie
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Pubblicato lunedì 14 giugno 2010e aggiornato il

ceretta al miele (tipo halawa sweet)

Non so se avete fatto caso quanto costano le striscette pronte per la depilazione. Una scatoletta di strisce per il viso contiene qualche striscia di carta imbevuta di poca cera minerale (che fa anche male) e chissà cos'altro e non costa meno di 6,00 euro.
Con un po' di pazienza possiamo fare in casa un'ottima ceretta naturale composta di solo zucchero, miele e limone davvero dolce sulla pelle e potremo dimenticare quelle brutte irritazioni post-depilazione che lasciano i bulbi piliferi rossi per diversi giorni. Si potrà utilizzare per gambe, braccia, inguine e viso.
Voglio avvisare chi però non ha mai fatto una ceretta da sé, che per iniziare è sempre meglio farsi guidare da mani esperte imparando da qualcuno già pratico e provando prima su piccole zone del corpo.

CERETTA A
L MIELE (tipo halawa sweet)
Ingredienti
:
300 gr. di zucchero bianco
100 gr. di miele
100 ml di acqua di rubinetto
1/2 limone
Prepar
azione:
Spremere il limone e filtrare il succo. In un pentolino mettere l'acqua, lo zucchero, il miele e il succo di limone. Accendere il fornello e portare dolcemente ad ebollizione. Quando la ceretta alza il bollore dovrà bollire dolcemente per una ventina di minuti. Non bisogna girare di continuo per evitare che si formi molta schiuma, l'importante è che il fornello sia al minimo.
Quando lo zucchero inizia a scaldarsi e a sciogliersi, sulla superficie si forma una schiumetta (simile a quella delle marmellate), rimuoverne un po' con il cucchiaio. I 20 minuti sono un tempo solo indicativo, la ceretta dovrà bollire fino a quando diventerà ambrata e girandola con il cucchiaio avrà assunto una consistenza più densa ed elastica di quella iniziale. Attenzione a non bruciarla! Se vedete che scurisce in fretta spegnete subito, vuol dire che avete esagerato.
La ceretta deve solo scurire un po' come da foto, quando si sarà raffreddata il colore sarà ancora più scuro. Comunque se avete dei dubbi sul tempo e se avete tenuto il fornello al minimo, 20 minuti è un tempo medio che dovrebbe andar bene.
Quando la ceretta è pronta, spegnere il fornello e coprire il pentolino. Lasciare che la temperatura si abbassi un po' prima di riporla nel contenitore definitivo.
Trascorsa una mezz'ora circa si può versare nel contenitore lasciandolo aperto fino a completo raffreddamento.
Per essere usata la cera andrà scaldata ogni volta, questa operazione si potrà fare su un fornello normale oppure in un forno a microonde. Quest'ultimo è proprio l'ideale. Asseconda del tipo di forno che userete bisognerà scegliere il contenitore in cui versare la ceretta. Se la userete scaldandola sul fornello dovrete versarla in un pentolino in cui dovrà poter rimanere fino ad esaurimento. Se invece userete un forno a microonde, si potrà versare in un contenitore di plastica per microonde, dotato di coperchio.


Uso:
Per l'applicazione si possono utilizzare strisce usa e getta oppure si possono fare delle strisce di cotone pesante ricavate da stoffe come ad esempio vecchie lenzuola.
Le strisce andranno preparate nelle diverse misure, secondo l'uso che se ne farà:
per le gambe 40 cm x 8 cm
per l'inguine 25 cm x 8 cm
per i baffetti 10 cm x 2 cm
Qualcuno usa fare la ceretta sotto le ascelle, io sono assolutamente contraria a questa pratica. Una zona così piena di ghiandole è meglio trattarla con più rispetto, evitandole traumi. Io eviterei anche le sostanze chimiche contenute nelle creme depilatorie, un rasoio manuale (non elettrico) è l'ideale.
Scaldare la cera. Deve diventare calda, ma non bollente e da dura deve diventare fluida.
La zona da depilare dovrà essre pulita e asciutta, senza residui grassi di creme o oli.
Per rendere la depilazione ancora più delicata, cospargere la zona da depilare con amido di mais o fecola di patate. La ceretta al miele si comporta diversamente da quelle industriali, non c'è il rischio che la polvere ostacoli la depilazione, al contrario il pelo verrà rimosso senza problemi e l'amido proteggerà la pelle perché la cera non si incollerà.
Si presume che chi faccia una ceretta sappia già quello che deve fare, quindi darò solo brevi indicazioni sulle cose principali che bisogna sapere.
Prelevare la cera con una spatola apposita e stenderla sulla zona seguendo il verso del pelo. Bisogna fare uno strato sottile di cera in modo che si possa indurire senza diventare troppo gommosa. Passata la cera si appoggia la striscia e si comprime sulla parte sempre con movimenti che seguono la direzione del pelo. Poi si prende il lembo inferiore della striscia e con un movimento rapido verso l'alto e contropelo si strappa in modo deciso. Si prosegue così per tutta la zona da trattare.
Per i baffetti la zona sopra il labbro va depilata dividendola in 2: destra e sinistra. La striscetta si possa sulla lunghezza della metà-labbro facendo pressione dal centro della bocca verso l'angolo esterno della bocca, poi si strappa partendo dall'angolo della bocca direzione centro.
Quando la depilazione sarà completata, sciacquare l'area con acqua tiepida per rimuovere i residui di cera. La cera è idrosolubile quindi l'acqua è sufficiente, non servono solventi speciali.
Asciugare la parte ed applicare un olio post-depilazione di cui fornirò una ricetta al più presto.
Le strisce di stoffa non vanno assolutamente buttate, è sufficiente metterle un po' a bagno in acqua calda affinchè la cera si sciolga, poi andranno insaponate e sciacquate. Quando saranno pulite e asciutte riporle per successivi utilizzi.
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Pubblicato sabato 12 giugno 2010e aggiornato il

la scuola è finita, i quaderni no!

Venerdì 11 giugno, come da calendario si è concluso l'anno scolastico e anche le ultime scuole rimaste ancora aperte hanno chiuso i battenti.
Finalmente per chi non deve sostenere esami iniziano le vacanze.
Non so i vostri ragazzi, ma quelli che conosco io sono davvero disordinati e spreconi, e ci si ritrova con montagne di cartacce e quaderni consumati solo a metà. Non è tutta colpa loro, non ricevendo nessuna educazione a scuola che promuova il rispetto verso la carta...
Il prossimo anno si inizierà con nuovi quaderni e lo spreco riprenderà da dove è stato interrotto, mentre i quaderni lasciati a metà non verranno utilizzati riprendendo da dove sono stati interrotti. E' raro trovare insegnanti che si accontentino di ripartire da lì e si pretendono quaderni nuovi. A volte ci fanno comprare libri che non verranno mai usati, altre all'ultimo momento decidono di cambiare i testi prestabiliti dopo che abbiamo già acquistato i vecchi, ma questo è un altro discorso..
Comunque buttare tanta carta è davvero un peccato, anche se scegliamo di portarla nei cassonetti della differenziata.
Prima di arrivare a tanto possiamo sfruttarla un po'.
Procediamo:
Armiamoci di pazienza e apriamo quaderno su quaderno. Stacchiamo i fogli ancora bianchi. Quelli doppi possono essere utilizzati per i compiti in classe del prossimo anno. I singoli ne abbiamo di 2 tipi, quelli scritti da un lato e quelli non scritti affatto.
I fogli scritti da un lato soltanto possono essere ridotti in foglietti per gli appunti, per esempio per la nota della spesa.
Gli altri con un po' di pazienza possono essere rifilati ed utizzati anche nella stampante. A volte vogliamo salvare qualche documento personale e non ci importa davvero che il foglio sia a righe anziché liscio. Comunque anche se non li useremo nella stampante possiamo utilizzarli per gli appunti e annotazioni.
Io li tengo tutti in un cassetto che ogni anno puntualmente rimpinguo e mi durano fino all'anno successivo, finora non ho dovuto mai usare carta nuova per gli appunti.
Solo quando la carta sarà scritta su ogni lato sarà arrivato il momento di portarla al cassonetto della differenziata...
Veggie
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Pubblicato venerdì 11 giugno 2010e aggiornato il

sciroppo di cannella

Se avete fatto l'estratto di cannella, avrete ancora a disposizione i 50 gr. di cannella utilizzati per la macerazione nell'alcol. Possono ancora essere sfruttati preparando questo sciroppo.

SCIROPPO DI CANNELLA
Ingredienti:
50 gr. di cannella avanzata dalla preparazione dell'estratto (se avete fatto lo sciroppo per addolcire un po' l'estratto e quindi la cannella è stata già riutilizzata si dovranno aggiungere un paio di stecche nuove di cannella, circa 10/15 gr.)
1,5 litri di acqua minerale naturale
un bel pezzo di buccia di limone
1 kg/1,5 kg circa di zucchero
Preparazione:
Mettere l'acqua, la cannella e la scorza di limone sul fuoco. Bollire dolcemente per un'ora a pentola scoperta.
Filtrare, prima su un passino a maglia stretta e successivamente su un filtro di carta per liquori o su un filtro per caffé.
Quando il decotto sarà pronto misurarne la quantità in millilitri (non è da pesare) per poter calcolare la quantità di zucchero necessaria. Per ogni 100 ml di decotto serviranno 190 gr. di zucchero. Se ad esempio avrete 550 ml di liquido si dovranno utilizzare 1.045 gr. di zucchero, ottenuti moltiplicando i 550 ml x 1,9. Con questa quantità di zucchero lo sciroppo si conserverà per tanto tempo senza bisogno di frigorifero.
Mettere decotto e zucchero in una pentola e portare dolcemente ad ebollizione, girare con un cucchiaio per far sciogliere lo zucchero. Appena lo sciroppo alza il bollore e lo zucchero sarà perfettamente sciolto, spegnere il fornello. Coprire e lasciare raffreddare. Imbottigliare.
Uso:
Come bibita mettendone un cucchiaio in un bicchiere di latte o di acqua.
Su gelati, macedonie, fragole.
In alternativa allo zucchero nello yogurt, nel caffè o nel tè.
Si può sostituire allo zucchero quando si vuole uno zucchero aromatizzato alla cannella, quindi anche nelle creme.
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Pubblicato giovedì 10 giugno 2010e aggiornato il

mini mixer per schiumacaffé

Dalla prossima settimana inizieremo a preparare qualche crema.
Il momento più delicato nella preparazione è quando si devono mescolare la fase acquosa con quella oleosa per ottenere l'emulsione.
Per come la vedo io, per fare una crema dobbiamo arrangiarci con mezzi casalinghi se vogliamo un prodotto naturale. Se dovessimo comprare emulsionanti, addensanti, conservanti, coloranti, profumi e tanto altro, la preparazione casalinga delle creme non avrebbe più senso. Tanto varrebbe andarsele a comprare bell'e pronte!
Da quando ho scoperto questi mixer, i problemi di emulsione sono quasi scomparsi. Dato che le creme si preparano in piccole quantità un frullatore ad immersione non riesce a miscelare bene, perché a volte non si riesce neanche ad immergerlo completamente nel liquido. Con questi minifrullatori il problema della quantità non esiste.
Questi mixer però sono adatti solo quando facciamo dei preparati liquidi, in basi cremose dense non ce la fanno a girare, in fondo sono studiati per il caffé...
Ne esistono di diversi tipi. Vanno tutti bene, ma se riuscite a trovarne uno simile al mio è ancora meglio, perché funziona a corrente alternata anziché a pile. Con quelli a pile c'è sempre il rischio che le pile si esauriscano sul più bello. Quelli alimentati a corrente alternata (con la corrente di casa per intenderci) sono da preferire anche per motivi ecologici, dato che il frullatore lo usiamo di rado e dato che le pile che alimentano il frullatore si scaricano anche in funzione di riposo, saremmo costretti a mettere pile nuove ogni volta che usiamo il frullatore e le pile hanno un costo per l'acquisto e uno per lo smaltimento.
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Pubblicato mercoledì 9 giugno 2010e aggiornato il

aceto Surard dai fiori di sambuco

Tempo di fiori di sambuco.
I fortunati (non come me), che vivono in zone dove si possono raccogliere queste infiorescenze perlatro bellissime e profumate, possono preparare sin da ora l'aceto da toletta Surard. Potranno utilizzarlo il prossimo inverno come rimedio contro il raffreddore e altro.

ACETO SURARD DAI FIORI DI SAMBUCO
Ingredienti:

6 infiorescenze di sambuco (oppure 20 gr. di fiori secchi)
1 litro di buon aceto di vino rosso
Preparazione:

Mettere i fiori in macerazione nell'aceto per 15 giorni. Per tradizione si dovrebbe usare un recipiente di terracotta, in alternativa il vetro andrà bene.
Filtrare prima su tela, poi su filtri di carta da liquore (anche questi vanno bene).
Conservare in un recipiente ben chiuso.
Uso:

Versare 1 o 2 cucchiaini di aceto in un bicchiere di acqua molto calda e zuccherata. Bere 2 o 3 volte al giorno.
E' un eccellente diuretico, sudorifero, utile nella gotta, nel reumatismo e nel raffreddore.
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