Pubblicato lunedì 30 gennaio 2012e aggiornato il

Bio-mex homemade

Ho aggiornato la ricetta del Bio-mex che avevo fatto nel 2012.
Nel video sottostante troverete la versione aggiornata, mentre sotto ho lasciato la versione precedente, senza modificare neanche l'articolo, per chi la preferisse alla nuova.
BIO-MEX HOMEMADE (versione nuova)
Ingredienti:
140 g di argilla bianca
50 g di bicarbonato i sodio
30 g di sapone di Marsiglia vegetale
100 ml (circa) di acqua demineralizzata
1 limone
5 ml di olio essenziale di limone
Preparazione:
Attenersi ai passaggi riportati nel video sottostante:

In questa nuova versione ho inserito un ingrediente: il succo di limone, che insieme al bicarbonato formerà una soluzione di citrato di sodio che migliora il potere detergente del Bio-mex.
Inoltre la nuova versione è più semplice da realizzare.

BIO-MEX HOMEMADE
articolo del 30-01-2012

Il Bio-mex è un prodotto della Wimex completamente naturale a base di sapone e argilla bianca, venduto nei negozi specializzati e nelle erboristerie.
Serve per pulire un po' di tutto: pareti delle docce, infissi, specchi, vetri, sanitari, ottone, stagno, rame, argento, cappe della cucina, piani cottura, porte ecc..
Questo è il video ufficiale in lingua italiana che mostra come utilizzarlo al meglio:
Fantastico vero?
Purtroppo questo prodotto ha un prezzo molto elevato, attualmente il barattolo da 300 gr. costa intorno ai 12,90 euro. Per questa ragione ho pensato potesse essere utile autoprodurre un prodotto con caratteristiche analoghe, ma dai costi contenuti.

In questa ricetta useremo il sapone naturale della Ecor, chi invece avesse già imparato a produrre sapone naturale in casa può trovare la versione da realizzare con sapone homemade nell'articolo BIO-MEX CON SAPONE AUTOPRODOTTO, nel sito La Regina del Sapone(.it).

BIO-MEX HOMEMADE
Ingredienti:
(per 300 gr. circa di prodotto finale)
30 gr. sapone di Marsiglia Ecor
150 gr. argilla bianca ventilata
80/100 gr. bicarbonato di sodio
2 cucchiaini glicerina vegetale
5 ml olio ess. limone
80/100 ml acqua
Preparazione:
Grattugiare il sapone e metterlo in piatto, aggiungere l'argilla bianca, la glicerina e 70 ml di acqua.
Impastare con un cucchiaio, la glicerina ammorbidirà l'impasto favorendo lo scioglimento del sapone molto presto. Se necessario aggiungere un altro paio di cucchiai di acqua e miscelare fino ad ottenere un impasto omogeneo e cremoso, ma denso.









Spargere le gocce di olio essenziale qua e là ed aggiungere un paio di cucchiai di bicarbonato.
Impastare con il cucchiaio continuando ad aggiungere del bicarbonato, ma appena l'impasto si sarà indurito un po' continuare ad impastare con le mani, indossando guanti di gomma. Aggiungere altro bicarbonato fino ad ottenere un impasto uniforme e liscio, abbastanza consistente da poterne fare una palla, ci vorranno circa 80/100 gr. di bicarbonato.











La ricetta originale non prevede il bicarbonato tra gli ingredienti, ma la realizzazione industriale è ben diversa e sarebbe troppo difficile da riprodurre in casa con facilità, per questo per semplificare il procedimento aggiungeremo il bicarbonato che è già di per sé un ottimo detergente ecologico.
Preparare la vaschetta che dovrà contenere il detergente e foderarla grossolanamente con un foglio di pellicola trasparente. Inserire il detergente all'interno e con le dita spingerlo bene sul fondo fino a fargli assumere la forma della vaschetta. Continuare a pressare per evitare di lasciare spazi vuoti, poi richiudere la pellicola sulla superficie del sapone e cercare di appiattirla e di renderla liscia.









Quando il detergente avrà assunto una forma uniforme senza buchi qua e là, estrarlo piano piano con tutta la pellicola, sollevando i lembi della pellicola stessa.
Posare il sapone su un piatto e rimuovere la pellicola. Lasciare asciugare scoperto per qualche giorno girandolo ogni tanto. Quando sarà diventato solido (ci vorranno circa 3 o 4 giorni) metterlo nella sua vaschetta.
Da quel momento si potrà già utilizzare.
Uso:
Seguire le indicazioni riportate nel video della Bio-mex.
Veggie
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BIO-MEX HOMEMADE
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Pubblicato giovedì 26 gennaio 2012e aggiornato il

ciambelline al vino dei Castelli Romani

Queste ciambelline dagli ingredienti semplici e dalla semplice esecuzione sono tipiche della zona dei Castelli Romani e vengono consumate principalmente nel periodo natalizio, anche se io le preparo senza seguire un calendario preciso, dato che sono un ottimo alimento da consumare anche in alternativa ai classici prodotti per la colazione.
CIAMBELLINE AL VINO DEI CASTELLI ROMANI
Ingredienti:
1 bicchiere di vino bianco o rosso
1 bicchiere di zucchero
1 bicchiere di olio extravergine d'oliva
600/700 gr. di farina
1 pizzico di sale
Preparazione:

La tradizione prevede che vino, zucchero e olio debbano essere in parti uguali e misurati in un bicchiere, in una tazza o in una tazzina secondo la quantità di ciambelle che si vuole ottenere. Non c'è invece una quantità prestabilita per la farina, che si aggiungerà nella quantità necessaria ad ottenere la giusta consistenza dell'impasto.
In una capiente insalatiera versare il vino, lo zucchero e l'olio. Girare con un cucchiaio, aggiungere un pizzico di sale e un po' di farina. Impastare con una forchetta e continuare ad aggiungere farina, quando l'impasto sarà un po' meno fluido continuare ad impastare con le mani. Aggiungere farina fino ad ottenere un impasto consistente ma morbido, troppa farina renderà le ciambelline dure.
Coprire l'impasto e lasciarlo riposare un'ora a temperatura ambiente.










Staccare dei pezzi dall'impasto più grandi di un'albicocca e stenderli a cannoncino, chiuderli formando una ciambella premendo bene sui punti di congiunzione.
Passare ogni ciambella solo da un lato su dello zucchero precedentemente versato in un piatto e posarle su una teglia rivestita di carta-forno, con la superficie zuccherata verso l'alto.










Quando saranno tutte pronte mettere la teglia nel forno e cuocere ad una temperatura di circa 180°C per un tempo di 25/35 minuti. Il tempo di cottura varia secondo la grandezza delle ciambelle.
Le ciambelle non contengono lievito perciò non tenerle troppo a lungo nel forno se non si vuole rischiare che diventino troppo dure.
Veggie
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CIAMBELLINE AL VINO DEI CASTELLI ROMANI
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Pubblicato lunedì 23 gennaio 2012e aggiornato il

la pratica del Jala Neti

Il Jala Neti è una tecnica di pulizia nasale che la cultura yoga utilizza da millenni per raggiungere il benessere fisico e spirituale.
Consiste nel far entrare acqua salata da una narice e di farla uscire dall'altra, servendosi di uno strumento molto simile ad una teiera, detto Neti Lota.

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Praticare il Jala Neti può essere utile a chi soffre di asma, raffreddori da fieno, sinusiti e malattie da raffreddamento, ma io lo pratico da qualche anno tutti i giorni e chissà... forse anche per questo non soffro mai di raffreddori.
Mantenere le vie aeree libere da ostruzioni ha una sua importanza sempre, una respirazione più libera e profonda conferisce un senso di benessere generale.
Il flusso dell'acqua inoltre decongestiona anche occhi e orecchie e libera la mente per tutta la giornata.
Consiglio di far entrare il Jala Neti nelle abitudini di pulizia di tutti giorni accompagnandolo alla pulizia della lingua, per altro molto semplice da praticare: è sufficiente far scorrere un cucchiaino da caffè capovolto lungo la lunghezza della lingua partendo dal fondo della bocca, per rimuovere le impurità.

Uso:
Riempire la lota di acqua tiepida ed aggiungere 1 cucchiaino di sale marino integrale. Girare, quando il sale si sarà sciolto si potrà procedere con la pulizia.
La concentrazione ideale di sale è dello 0,9% che corrisponde a 9 gr. di sale per un litro di acqua.
Un cucchiaino nell'acqua della lota dovrebbe corrispondere più o meno alla concentrazione ideale.
Inserire il beccuccio della lota nella narice destra, inclinare la testa nel lavandino e lasciare che l'acqua segua il suo percorso. A breve inizierà ad uscire dalla narice libera. Mentre si esegue la pulizia tenere la bocca leggermente aperta per respirare.
Lasciare scorrere la metà dell'acqua contenuta nella lota, poi passare all'altra narice.
Al termine della pulizia soffiare il naso delicatamente per far uscire l'acqua rimasta che porterà fuori con sé muco, polvere e altre impurità.
Guardare il video per farsi un'idea più precisa di come utilizzare correttamente la lota.

Per sapere di più sulla pratica del Jala Neti consiglio la lettura di questo libro:

Manuale di Yoga Neti
Veggie
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LA PRATICA DEL JALA NETI
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Pubblicato giovedì 19 gennaio 2012e aggiornato il

come ottenere un perfetto macinato di seitan

Per chi come me non mangia carne, è sempre comodo avere in freezer una scorta di macinato di seitan da usare quando serve per ripieni, hamburger, polpette, polpettoni e ragù.
Per ottenere un buon macinato non basta prendere del seitan pronto e macinarlo, perché i pezzetti rimangono un po' duri e tendono a formare un impasto che si separa anziché compattarsi come dovrebbe, con conseguente richiesta di diverse uova come leganti soprattutto quando si vogliono fare delle polpette.
Conviene preparare un seitan da usare esclusivamente come macinato, modificando qualcosa del procedimento al fine di ottenere un macinato che rimanga morbido e soprattutto che nasca già macinato anziché doverlo macinare alla fine.

Procedimento:
Iniziare la preparazione del seitan come si fa normalmente. Prendiamo come esempio la ricetta riportata nell'articolo Preparazione del seitan, usando se si preferisce solo 1 kg di farina alla volta.
Quando il glutine sarà completamente liberato dall'amido e dalla crusca (nel caso in cui sia stata usata farina integrale) e la pasta sarà pronta per la cottura, anziché dividere la pasta in 2 pezzi e cuocerlo, poggiare la palla di seitan su un tagliere.
Usare un batticarne oppure l'utensile dentato che serve a desquamare il pesce per battere ripetutamente il glutine per romperne le fibre. Girarlo più volte e ripetere l'operazione da entrambi i lati. Piano piano le fibre si riempiranno di buchi e l'impasto si distenderà, in tutto ci vorranno circa 10 minuti.









Arrotolare l'impasto come nella foto e tagliarlo in 3 tronchetti. Versare dell'acqua semplice in una pentola e portarla ad ebollizione. Tuffarci i pezzi di seitan e prelessarli per 5 minuti.
Tirarli fuori dall'acqua e rimetterli sul tagliere a raffreddare.











Mentre i pezzi di seitan raffreddano preparare l'acqua per la cottura ed aromatizzarla con aromi a piacere o con quelli suggeriti nell'articolo Preparazione del seitan. Portare il brodo a bollore.
Tagliare il seitan (ormai tiepido) a fettine di circa 1 cm di spessore, e batterle nuovamente con il batticarne. Quando il brodo inizierà a bollire versarle nella pentola e lasciarle cuocere per 20 minuti.
Preparare un passaverdure. Trascorsi i 20 minuti di cottura spegnere il fornello e prelevare una ad una le fettine di seitan, senza buttare il brodo che servirà ancora. Passarle al passaverdure ancora bollenti, facendo ricadere il macinato in un'insalatiera, non importa se conterrà del liquido.
Posare il tovagliolo in cui si finirà di cuocere il seitan, su un colapasta e posare il colapasta sulla pentola con il brodo. Versare il macinato di seitan nel tovagliolo e quando tutta il liquido sarà colato sollevare i 4 lembi e stringere il contenuto all'interno, chiudere il tovagliolo con un laccio di cotone o una fettuccia.
Portare nuovamente ad ebollizione il brodo, quando inizierà a bollire tuffarci il fagotto contenente il macinato di seitan e lasciare cuocere per altri 20/25 minuti.
Terminata la cottura togliere il fagotto dal brodo e lasciarlo raffreddare prima di aprirlo.
Il macinato di seitan è pronto, per ottenere un colore scuro preparare il brodo usando della salsa di soia e/o del vino rosso.
Veggie
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COME OTTENERE UN PERFETTO MACINATO DI SEITAN

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Pubblicato lunedì 16 gennaio 2012e aggiornato il

olio dolori reumatici e torcicollo


OLIO DOLORI REUMATICI
E TORCICOLLO
Ingredienti:
250 ml olio di senape
50 ml alcol etilico 95° (alcol buongusto)
25 gr. bacche di ginepro
10 gr. foglie di alloro secche
10 gr. rosmarino secco
20 gocce olio ess. limone
20 gocce olio ess. rosmarino
20 gocce olio ess. ginepro
20 gocce olio ess. lavanda











Preparazione:
La sera prima di preparare l'oleolito a caldo mettere le bacche di ginepro e le foglie di alloro nel pentolino in cui si farà l'oleolito. Versare sulle erbe l'alcol insieme a 10 ml di acqua. Coprire con un coperchio e lasciare a riposo per tutta la notte.
Il giorno seguente aggiungere il rosmarino e l'olio di senape. Mettere il pentolino in un'altra pentola più grande contenente una quantità di acqua sufficiente a raggiungere il livello dell'olio, portare sul fuoco.
Quando l'acqua inizierà a bollire portare il fuoco al minimo e lasciar sobbollire dolcemente per 3 ore.
Aggiungere altra acqua al bagnomaria man mano che quella iniziale evaporerà in modo da mantenere il livello dell'acqua nella caldaia costante.
Quando l'oleolito sarà pronto toglierlo dal bagnomaria, coprire il pentolino e lasciarlo raffreddare.
Filtrarlo su un telo di cotone e strizzarlo bene per recuperare più olio possibile.
Aggiungere gli oli essenziali, girare e versare in una bottiglia di vetro scuro.
Riporre in ambiente fresco.
Usare all'occorrenza sulle aree indolensite.
Veggie
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Pubblicato giovedì 12 gennaio 2012e aggiornato il

frappe con lievito naturale

FRAPPE CON LIEVITO NATURALE
Ingredienti:
400/450 gr. farina tipo 0
250 gr. lievito naturale
100 gr. zucchero
2 uova
3 cucchiai olio extravergine d'oliva
1 limone non trattato (la scorza)
2 cucchiai Rhum
1 pizzico sale
olio per friggere
zucchero a velo
Preparazione:
Rinfrescare il lievito come spiegato qui. Rimuovere le uova dal frigorifero e lasciarle scaldare a temperatura ambiente.
Trascorse 3 o 4 ore dal rinfresco si può procedere.
Rompere le uova intere in un'insalatiera e batterle con una frusta insieme ai 100 gr. di zucchero.
Quando saranno gonfie e spumose aggiungere un pizzico di sale, l'olio, il Rhum e la scorza di limone. Miscelare bene, poi aggiungere il lievito madre. Miscelare ancora e subito dopo iniziare ad aggiungere la farina. Quando l'impasto sarà diventato molto denso impastare con le mani. Inglobare 400 gr. di farina, si dovrà ottenere un panetto consistente e non appiccicoso. Dato che le uova sono di grandezza variabile se l'impasto risultasse troppo duro aggiungere qualche cucchiaio di acqua o di vino bianco, al contrario se fosse troppo morbido aggiungere qualche altro cucchiaio di farina.
Coprire l'impasto nell'insalatiera con un coperchio o con un piatto e lasciare riposare a temperatura ambiente per 2 ore.
Usando un mattarello stendere il panetto in una sfoglia sottile aiutandosi con poca farina. Tagliare le frappe a losanghe e friggerle in abbondante olio caldo.
Metterle a scolare dall'olio su carta assorbente. Quando si saranno raffreddate completamente cospargere con zucchero a velo e... gustare.
Veggie
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Pubblicato lunedì 9 gennaio 2012e aggiornato il

balsamo dopo-shampoo ai semi di lino

Inventare un balsamo che fosse efficace, senza usare emulsionanti, sequestranti e addensanti di sintesi, oli minerali e quant'altro è normalmente contenuto in un balsamo non è stato facile. Il risultato di questa preparazione è discreto (non miracoloso).
Questo balsamo è indicato come districante e nutriente dei capelli nei casi in cui la secchezza non sia eccessiva.
Per capelli molto secchi consiglio di combinare il balsamo con applicazioni di impacchi pre-shampoo come l'olio di Macassar.








BALSAMO DOPO-SHAMPOO AI SEMI DI LINO
Ingredienti:
500 ml acqua
50 gr. semi di lino
2 cucchiaini lecitina di soia granulare
2 cucchiaini olio di mandorle dolci
5 gr. acido citrico
5 gr. bicarbonato di sodio
3 gr. gomma xantana
2 cucchiaini aceto di mele
10 gocce olio ess. di lavanda, arancio dolce o ylang-ylang
10-15 ml soluzione conservante al potassio sorbato e sodio benzoato
Preparazione:
La sera prima di preparare il balsamo mettere i semi di lino a bagno in 500 ml di acqua e coprire.
La mattina seguente aggiungere l'acido citrico e il bicarbonato. L'acqua frizzerà un po' per effetto dell'anidride carbonica, ma sarà una reazione minima e molto breve. Aggiungere l'olio di mandorle dolci e la lecitina di soia, portare sul fuoco.
Far bollire a fuoco dolce e a pentola scoperta per 30 minuti, poi filtrare quando il composto è ancora caldo su un passino a maglia fitta. Premere i semi con un cucchiaio e quando non colerà più liquido dal passino rimuoverlo e coprire il barattolo in cui è stato versato. Lasciarlo raffreddare completamente poi trasferirlo se necessario, nel bicchiere del frullatore ad immersione, oppure in un altro contenitore in cui si possa frullare con il Minipimer agevolmente. Aggiungere 2 cucchiaini di aceto di mele.
Pesare con precisione la gomma xantana e scioglierla grossolanamente in pochissima acqua, poi versare la pappetta ottenuta nel balsamo. Frullare a freddo fino a quando il composto non sarà diventato liscio, gelatinoso e omogeneo.
Aggiungere gli oli essenziali.
Trasferire il balsamo in una brocca graduata per misurarne il volume. Aggiungere il 2,5% di soluzione conservante al sodio benzoato e potassio sorbato. Girare bene per distribuirlo uniformemente.
La quantità di conservante da aggiungere va calcolata moltiplicando il volume del balsamo per 0,025, se ad esempio avete 430 ml di balsamo farete 430 x 0,025 = 10,25 e dovrete aggiungere 10,25 ml di soluzione conservante, che potrete misurare in un misurino graduato o con una siringa.
Se si sceglie di non mettere il conservante è consigliabile congelare il balsamo in uno stampo per cubetti di ghiaccio e lasciarne sciogliere 1 alla volta prima di lavare i capelli.
Uso:
Dopo lo shampoo passare un po' di balsamo sulle punte e sulla lunghezza del capello. Districare i capelli con un pettine e tenere in posa per pochi minuti. Sciacquare.
Se si lavano i capelli con saponi-shampoo o altri preparati diversi dagli shampoo tradizionali, prima di applicare il balsamo è preferibile fare il risciacquo all'aceto e senza risciacquarlo via applicare il balsamo. Concludere il lavaggio con un risciacquo di sola acqua.
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Pubblicato giovedì 5 gennaio 2012e aggiornato il

3 motivi per produrre sapone in casa


Produrre da sé il sapone è un vantaggio in termini economici, di salute della persona e di impatto ambientale: scopriamo 3 perché.

Salute
• L’uso dei detersivi può favorire la comparsa di patologie di diversa natura o peggiorare quelle già esistenti. Le più comuni sono le dermatiti da contatto e a seguire le dermatiti allergiche. Le prime sono provocate dal contatto continuo con i detersivi, e come conseguenza del potere irritante che i detersivi esercitano; le seconde possono dipendere da alcuni elementi che compongono il detersivo stesso. Inoltre il contatto continuo con acqua e detersivo può macerare la pelle e alterare la superficie cutanea creando condizioni favorevoli all’insorgenza di infezioni batteriche e fungine. Dermatiti da contatto e allergiche si possono manifestare anche indossando indumenti puliti. Seppure lavati e risciacquati bene, sugli indumenti rimangono residui chimici imprigionati tra le fibre dei tessuti stessi. Prurito e arrossamento sono manifestazioni indicative della sofferenza cutanea verso le sostanze chimiche contenute nei detersivi.

• Ricordo infine le patologie respiratorie, quali l’asma allergica. I profumi sintetici, che abbondano in detersivi, ammorbidenti, profumatori per ambienti, insetticidi e spray in genere, possono scatenare veri e propri attacchi respiratori.

• Occhi arrossati e raffreddori sono altri sintomi di intolleranza e sensibilità ai profumi.

Impatto ambientale
La produzione, l’uso e lo smaltimento dei detersivi generano un forte impatto ambientale.
Da non sottovalutare:

1) l’energia impiegata per i lunghi percorsi (anche migliaia di chilometri) che le materie prime devono affrontare per raggiungere le fabbriche;
2) il sacrificio di animali per la produzione di detersivi e saponi e per la ricerca;
3) l’energia impiegata nella lavorazione e nella produzione dei detersivi;
4) le scorie prodotte per la lavorazione dei detersivi;
5) l’energia necessaria per fabbricare flaconi ed etichette destinati a contenere i detersivi;
6) le materie prime impiegate per la produzione dei flaconi, quasi tutti di plastica;
7) le scorie prodotte dalla produzione dei flaconi;
8) l’energia necessaria affinché il prodotto finito possa raggiungere il punto vendita, dopo aver percorso una serie di passaggi intermediari;
9) l’inquinamento provocato dall’uso stesso dei detersivi una volta utilizzati in casa;
10) la produzione di rifiuti dagli imballaggi, spesso in plastica non biodegradabile;
11) lo smaltimento dei contenitori che, anche se differenziati, richiedono ulteriore energia per essere riciclati.

Da non perdere
Vita acquatica
I pesci sono le prime vittime dell’industria dei detersivi.
I detersivi, quando presenti in acque dolci in una certa quantità, possono essere tossici per tutta la vita acquatica in genere.
I detersivi distruggono lo strato di muco protettivo che ricopre i pesci a protezione di batteri e parassiti e ne danneggiano le branchie.
Basse concentrazioni di detersivo (intorno a 5 ppm) sono sufficienti ad ucciderne le uova, mentre in acque con concentrazioni di detersivo intorno a 15 ppm la maggior parte dei pesci non sopravvive.
Sequestranti, sbiancanti, addensanti, riempitivi, enzimi, profumi e altro presenti nei detersivi riescono a:

1) solubilizzare i metalli pesanti dei depositi marini;
2) contaminare i pesci e così le loro carni destinate poi all’alimentazione umana;
3) accumularsi nei tessuti dei pesci;
4) impedire la crescita di flora e fauna marina;
5) favorire la crescita esagerata di alghe con conseguente morte di animali acquatici;
6) alterare il senso di orientamento dei pesci;
7) accumularsi in fegato e reni degli animali e nelle radici delle piante.

Trarro da Saponi e Detersivi Naturali (Arianna Editrice, 2011).

Nel libro Saponi e Detersivi Naturali trovi tantissime ricette passo passo che ti guidano nella preparazione di saponi e detersivi per la cura e l'igiene naturale della tua casa.

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