Pubblicato sabato 23 novembre 2013e aggiornato il

stufetta d'emergenza - come realizzarla con 2 vasi

Dopo aver visto alcuni video su youtube che sfruttano le proprietà della terracotta di trattenere il calore ho realizzato anch'io questa semplice ed economica stufetta che consiglio a tutti di realizzare come piccolo aiuto per riscaldare piccoli ambienti o come riscaldamento d'emergenza.
Spesa candeline escluse: € 3,50 (2,50 euro per i 2 vasi e 1 euro in ferramenta)
Come fonte di calore utilizzeremo i lumini cosiddetti tea light, ma sarà possibile usare altre piccole candele, magari realizzate con avanzi di cera colata in barattoli di latta o di vetro.
Se avete delle candele che non vi piacciono o se avete messo da parte mozziconi di candele già bruciate, potete fonderli e creare nuove candele da usare come riscaldamento.
Ho visto che dalle parrocchie vengono buttati nei cassonetti scatole intere di ceri devozionali, alle volte accesi solo per qualche minuto, altre consumati a metà, ma mai completamente vuoti. Se vi capitano prendeteli e riciclateli.

Occorrente:
1 vaso di terracotta diam. 17
1 vaso di terracotta diam. 25
1 lungo bullone (8-10 cm)
3-4 dadi
(da avvitare sul bullone)
4 rondelle grandi
(da inserire nel bullone)
2 coperchi in latta di vecchi barattoli della passata di pomodoro o dei vasetti di marmellata.
1 vecchio catalogo o qualche rivista da mettere a terra come isolante
1 stampo da plumcake per sollevare i vasi da terra e lasciare passare l'ossigeno necessario ad alimentare la fiamma delle candele, oppure altre soluzioni che la vostra fantasia vi suggerirà.

Procedimento:
Con un punteruolo, o con un chiodo ed un martello forare i 2 tappi dei barattoli. Il foro va fatto premendo il chiodo sulla parte esterna della capsula in modo che rimarrà liscia.
Infilare all'interno del buco un cacciavite, una lima rotonda o qualsiasi altro utensile allo scopo di allargare il buco e portarlo alla misura del bullone.
Inserire una rondella e il bullone nel buco di uno dei coperchi.
Nella parte inferiore inserire un'altra rondella e bloccare il tutto avvitando un primo dado ben fermo.
Inserire il coperchio così ottenuto (dall'esterno), nel buco del vaso più grande.
Girare il vaso e nella parte interna inserire la seconda capsula, poi una rondella e infine fermare tutto avvitando un dado.
Inserire nel bullone il vaso più piccolo, poi una rondella e fermare il tutto avvitando un altro dado ben stretto. In questa fase fate attenzione a centrare per bene il vaso più piccolo all'interno del grande.
Ed ecco che la stufetta è pronta!!
Vediamo come farla funzionare.

Uso:
Prendere un catalogo abbastanza alto che non vi serve più (anche pagine bianche o pagine gialle) e mettetelo a terra. Sopra posate uno stampo da plumcake o un altro oggetto resistente al calore su cui poter poi posare i vasi capovolti. Qualsiasi soluzione adottiate, che sia questa che propongo o un'altra con base rialzata, si dovrà comunque lasciare uno spazio affinché l'ossigeno possa alimentare la fiamma che altrimenti si spegnerebbe presto.
Posare le candeline (3-4 sono il numero ideale) all'interno dello stampo e accenderle.
Se si sceglie di metterne 3 (secondo me è da preferire) durano più a lungo perché si surriscaldano meno a stretto contatto l'una con l'altra e bruciano più lentamente.
Nell'immagine le candeline sono posate sul fondo, in seguito ho ritenuto che fosse meno dispersivo rialzarle di qualche centimetro, così ho messo delle vaschette impilate (vuote) e capovolte di cibo per gatti (tipo Sheba, quadrate) tra il fondo e le candeline, ma si può mettere una lattina vuota e capovolta (tipo quelle del tonno) o  qualsiasi altro oggetto per rialzare un po', purché sia resistente al calore.
Non resta che posare i vasi capovolti sulle candeline, poggiandolo sulle pareti dello stampo. Rimarrà sufficiente spazio per l'ossigenazione.
Ed ecco finalmente la stufa in azione!
I lumini hanno circa 4 ore di autonomia, ma già dopo un'ora la terracotta sarà molto calda e irradierà calore come un piccolo termosifone.
Anche quando i lumini si spegneranno passerà del tempo prima che la terracotta si raffreddi, quindi nel suo piccolo continuerà a scaldare l'ambiente.
Trovo molto comosa questa stufetta quando a causa della pioggia sono costretta a stendere il bucato in casa o quando tiro dentro lo stendino con la biancheria ancora umida.
Massima attenzione quando si hanno bimbi in casa perché la stufetta diventa molto calda.
Ed ecco l'ultima novità:
 Mettendo sulla stufetta una vaschetta di vetro di porcellana con poca acqua e degli oli essenziali, avremo anche un ottimo diffusore di essenze e profumatore di ambienti!
Io metto qualche goccia di petitgrain o alle volte neroli, ma ognuno scelga quello con cui si sente più in sintonia.
Se non avete una vaschetta appropriata potete usare benissimo 1 o 2 dei contenitori di latta dei lumini esauriti!

Qui potete vedere uno dei video ispiratori di questo articolo:



Veggie
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STUFETTA D'EMERGENZA - COME REALIZZARLA CON 2 VASI di veggie822 - LILIANA PAOLETTI è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
Based on a work at http://www.lareginadelsapone.com/2013/11/stufetta-demergenza-come-realizzarla.html.

Pubblicato domenica 17 novembre 2013e aggiornato il

crostata gluten-free alla crema di nocciole e kefir


Una crostata per chi non può o non vuole includere il glutine nell'alimentazione quotidiana.
Questa ricetta non contiene glutine, non contiene burro, né margarina.

CROSTATA GLUTEN-FREE ALLA CREMA DI NOCCIOLE E KEFIR
senza glutine, senza burro, senza margarina
Ingredienti:
Per la base:
150 g circa di farina di riso
100 g di farina di manioca (oppure macinare 100 g di perle di tapioca)
50 g di farina di cocco
50 g di fecola di patate
120 g di zucchero
50 g di olio di girasole biologico (non ml, l'olio è da pesare)
1 uovo intero + 1 albume
1 cucchiaino raso di bicarbonato di sodio
Per la copertura:
mezzo barattolo di crema di nocciole e cacao autoprodotta oppure altra crema di nocciole a piacere
1 tuorlo d'uovo
150 g di kefir (oppure yogurt bianco)
poco zucchero a velo
Procedimento:
Gli impasti con farine prive di glutine sono più difficili da lavorare, per giunta questa base non contiene neanche burro o margarina come sostegno, pertanto questa preparazione si differenzierà un po' da quella della crostata tradizionale.
Mettere in una ciotola la farina di manioca, quella di cocco e la fecola di patate.
Se non trovate la farina di manioca potete acquistare le perle di tapioca nei negozi di alimenti naturali e triturarle finemente in un macinacaffè. Hanno una corteccia abbastanza dura, pertanto per ridurle in polvere come si deve dopo una prima macinatura passarle di nuovo nel macinacaffè insieme alla farina cocco, così si polverizzerà meglio sia la tapioca che la farina di cocco che non è mai troppo fine.
Mescolare le farine (ad esclusione di quella di riso) poi aggiungere 50 g di olio di girasole biologico, mescolare ancora e infine aggiungere 1 uovo intero + 1 albume. Il rosso dell'uovo che rimane mettetelo in un'altra ciotola, servirà per la crema di nocciole e kefir.
Infine quando il composto sarà omogeneo aggiungete lo zuccchero, impastate con le mani fino a quando l'impasto non l'avrà assrobito completamente. Ricavate un panetto e mettetelo in frigorifero per 1 ora.
Nel frattempo preparare lo stampo. Ungerlo con poco olio di girasole, poi spolverizzarlo con un po' di farina di riso. Quando il fondo e i bordi dello stampo saranno sono ricoperti di farina batterlo a  capovolto sul bordo della vasca del lavello, così da far cadere la farina in eccesso.
Preparare la crema di copertura.
Nella ciotola con il rosso d'uovo versare la crema di nocciole e cacao. Se avete fatto questa ricetta avrete provveduto già qualche ora prima di procedere con la preparazione della crostata a tirare fuori il barattolo dal frigorifero, affinché la crema abbia potuto riprendere una consistenza più morbida e fluida.
Versare il kefir nella ciotola insieme alla crema di nocciole e a rosso d'uovo. Potete pesarlo direttamente mentre lo versate nella ciotola con gli altri ingredienti.
Mescolate con cura fino a quando non otterrete una crema omogenea e molto morbida.
Accendere il forno e portarlo a 180 °C.
Trascorsa l'ora riprendere il panetto dal frigorifero.
Aggiungere 100 g di farina di riso e 1 cucchiaino raso di bicarbonato (circa 5 g).
Impastare con le mani fredde per far assorbire tutta la farina.  on un po' di pazienza verrà assorbita tutta.
Quando avrete un bel panetto omogeneo pesatelo e staccatene un pezzo di circa 120 g che metterete momentaneamente da parte.
Con le mani infarinate e tanta pazienza stendete il panetto di pasta frolla nello stampo già oleato e infarinato. Fate molta attenzione perché la pasta è molto friabile e si rompe con facilità. Schiacciatela con il palmo della mano fino a distenderla su tutto il fondo dello stampo.
Riprendere la pasta messa da parte e formare un cordincino da mettere intorno al perimetro. Schiacciatelo con le dita affinché venga un bel bordo, dovrà trattenere il ripieno.
Se avanza un pezzetto di pasta lo userete dopo per qualche rifinitura.
Con i rebbi di una forchetta incidete tutto il bordo.
Ricoprire la pasta frolla con la crema preparata e aggiungere i pezzi di pasta avanzata inventando qualche applicazione.
Mettere la crostata nel forno e cuocere per 35 minuti.
A cottura ultimata lasciarla raffreddare quasi completamente.
Quando sarà quasi fredda trasferirla in un piatto dal fondo piatto e spolverizzarla di zucchero a velo.


Come si trasferisce una crostata su un piatto senza romperla?
Con un po' di pratica si possono imparare le manovre giuste, poi lo farete in un attimo con estrema disinvoltura.

1 - Poggiate il piatto grande (dal fondo piatto) capovolto sulla crostata (la parte interna del piatto dovrà guardare la crostata).
 2 - Con le mani afferrate a destra e a sinistra stampo e piatto stringendoli insieme (pollici sul piatto e altre dita sotto lo stampo) capovolgete e posate il piatto sul piano del lavello o sul tavolo.
Poi togliete lo stampo. Vi troverete la crostata a testa in giù nel piatto.
3 - Poggiate il fondo dello stampo sulla crostata, questa volta però il fondo inferiore, non quello dove ha cotto la crostata.
4 - Afferrate con le mani piatto, crostata e stampo e capovolgete di nuovo.
Questa volta vi ritroverete con la crostata sul retro dello stampo.
5 - A questo punto basterà far scivolare delicatamente la crostata nel piatto e il gioco è fatto!
Veggie
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CROSTATA GLUTE-FREE ALLA CREMA DI NOCCIOLE E KEFIR di veggie822 - LILIANA PAOLETTI è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
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Pubblicato lunedì 11 novembre 2013e aggiornato il

6 alternative al lievito artificiale per dolci

I comuni lieviti per dolci, solitamente identificati dal nome della marca che le aziende produttrici hanno scelto per loro (per esempio lievito Paneangeli o lievito Bertolini) non sono altro che lieviti artificiali. Più propriamente si tratta di  polveri lievitanti perché in realtà non contengono lieviti, ma l'azione lievitante che generano avviene per effetto dell'anidride carbonica che si sviluppa in seguito ad una reazione chimica.
La reazione chimica della lievitazione si scatena quando due sostanze opposte (una acida e una basica) vengono a contatto tra loro attivate dall'acqua e dal calore.
L'effetto lievitante è istantaneo ma temporaneo, pertanto una volta attivato sarà necessario mettere subito l'impasto nel forno senza lasciarlo riposare.

In questo articolo vedremo 6 dei tanti possibili modi con cui si può sostituire il lievito artificiale con successo, sfruttando la reazione acido-basica delle sostanze che andremo ad usare.

Per valutare le differenti reazioni delle diverse sostanze, ho preparato 6 ciambelloni usando 6 agenti lievitanti diversi, preparati però seguendo una stessa ricetta per tutti.
La ricetta è molto semplice ed è solo un esempio, ma potrete usare i diversi lieviti per tutti i dolci che non necessitano di pause di riposo prima della cottura.
Le quantità dei diversi agenti lievitanti sono calcolati per 500 g di farina.
Ecco la ricetta base:

RICETTA BASE DEL CIAMBELLONE
Ingredienti:
500 g di farina tipo 0
200 g di zucchero
2 uova
100 ml di olio extravergine d'oliva (circa mezzo bicchiere)
la scorza grattugiata di un limone
acqua q.b. (o latte a piacere)
agente lievitante scelto
Preparazione:
Secondo il tipo di lievito usato.
Cuocere in forno a 200 °C per i primi 20 minuti, poi proseguire la cottura a 180°C per altri 20-25 minuti.
con aceto di mele e bicarbonato
1 - LIEVITO CON ACETO DI MELE E BICARBONATO
Ingredienti:
gli ingredienti della ricetta base
80 ml circa di aceto di mele
10 g di bicarbonato di sodio alimentare
Preparazione:
Spennellare con olio il fondo e le pareti di uno stampo per ciambellone.
Accendere il forno.
Mettere le uova con lo zucchero in una ciotola e sbatterle a lungo con una frusta fino a quando saranno gonfie e spumose.
Aggiungere l'aceto di mele, l'olio e la scorza di limone grattugiata e sbattere ancora.
A parte mescolare il bicarbonato con la farina.
Aggiungere un po' alla volta tutta la farina (con il bicarbonato) nella ciotola con gli ingredienti liquidi e mescolare.
L'impasto dovrà risultare abbastanza morbido, quindi se serve aggiungere sufficiente acqua o latte fino ad ottenere la giusta consistenza.
Versare nello stampo e infornare.

con aceto di mele e bicarbonato
2 - LIEVITO CON SUCCO DI LIMONE E BICARBONATO
Ingredienti:

gli ingredienti della ricetta base
70 ml circa di succo di limone (il succo di 1,5-2 limoni)
10 g di bicarbonato di sodio alimentare
Preparazione:
Spennellare con olio il fondo e le pareti di uno stampo per ciambellone.
Accendere il forno.
Mettere le uova con lo zucchero in una ciotola e sbatterle a lungo con una frusta fino a quando saranno gonfie e spumose.
Aggiungere il succo di limone, l'olio e la scorza di limone grattugiata e sbattere ancora.
A parte mescolare il bicarbonato con la farina.
Aggiungere un po' alla volta tutta la farina (con il bicarbonato) nella ciotola con gli ingredienti liquidi e mescolare.
L'impasto dovrà risultare abbastanza morbido, quindi se serve aggiungere abbastanza acqua o latte fino ad ottenere la giusta consistenza.
Versare nello stampo e infornare.

con succo di limone e bicarbonato
3 - LIEVITO CON YOGURT E BICARBONATO
Ingredienti:

gli ingredienti della ricetta base
1 vasetto di yogurt
10 g di bicarbonato di sodio alimentare
Preparazione:
Spennellare con olio il fondo e le pareti di uno stampo per ciambellone.
Accendere il forno.
Mettere le uova con lo zucchero in una ciotola e sbatterle a lungo con una frusta fino a quando saranno gonfie e spumose.
Aggiungere lo yogurt, l'olio e la scorza di limone grattugiata e sbattere ancora.
A parte mescolare il bicarbonato con la farina.
Aggiungere un po' alla volta tutta la farina (con il bicarbonato) nella ciotola con gli ingredienti liquidi e mescolare.
L'impasto dovrà risultare abbastanza morbido, quindi se serve aggiungere sufficiente acqua o latte fino ad ottenere la giusta consistenza.
Versare nello stampo e infornare.
con yogurt e bicarbonato
4 - LIEVITO CON PASTA MADRE E BICARBONATO
Ingredienti:
invece dei 500 g di farina previsti nella ricetta base:
420 g di farina tipo 0
150 g lievito madre semi-liquido (oppure 100-120 g di lievito solido)
+
gli altri ingredienti della ricetta base
10 g di bicarbonato di sodio alimentare
Preparazione:
Spennellare con olio il fondo e le pareti di uno stampo per ciambellone.
Accendere il forno.
Mettere le uova con lo zucchero in una ciotola e sbatterle a lungo con una frusta fino a quando saranno gonfie e spumose.
Aggiungere l'olio e la scorza di limone grattugiata e sbattere ancora.
Aggiungere la pasta madre e mescolare a lungo fino a quando l'impasto non sarà omogeneo.
A parte mescolare il bicarbonato con la farina.
Aggiungere un po' alla volta tutta la farina (con il bicarbonato) nella ciotola con gli ingredienti liquidi e mescolare.
L'impasto dovrà risultare abbastanza morbido, quindi se serve aggiungere sufficiente acqua o latte fino ad ottenere la giusta consistenza.
Versare nello stampo e infornare.
ATTENZIONE! Usate la pasta madre come agente lievitante descritto in questo articolo SOLO per dolci in cui si impiega farina raffinata, non integrale, in ricette dove non serve neutralizzare l'acido fitico. Questo sistema è da considerarsi un altro dei tanti modi per recuperare gli esuberi di lievito madre dei rinfreschi, ma non può sostituirsi alla lunga lievitazione di impasti necessaria a mettere in moto la fermentazione e a trasferire al pane lieviti e batteri che lo arricchiscono e ne aumentano la digeribilità.
con lievito madre
5 - LIEVITO CON CREMORTARTARO E BICARBONATO
Ingredienti:
gli ingredienti della ricetta base
25 g di lievito di cremortartaro e bicarbonato (vedi ricetta in fondo all'articolo)
Preparazione:
Spennellare con olio il fondo e le pareti di uno stampo per ciambellone.
Accendere il forno.
Mettere le uova con lo zucchero in una ciotola e sbatterle a lungo con una frusta fino a quando saranno gonfie e spumose.
Aggiungere l'olio e la scorza di limone grattugiata e sbattere ancora.
A parte mescolare il lievito pronto di cremortartaro e bicarbonato con la farina.
Aggiungere un po' alla volta tutta la farina (con il lievito) nella ciotola con gli ingredienti liquidi e mescolare.
L'impasto dovrà risultare abbastanza morbido, quindi se serve aggiungere sufficiente acqua o latte fino ad ottenere la giusta consistenza.
Versare nello stampo e infornare.
con cremortartaro e bicarbonato
6 - LIEVITO CON ACIDO CITRICO E BICARBONATO
Ingredienti:
gli ingredienti della ricetta base
25 g di lievito di acido citrico e bicarbonato (vedi ricetta in fondo all'articolo)
Preparazione:
Spennellare con olio il fondo e le pareti di uno stampo per ciambellone.
Accendere il forno.
Mettere le uova con lo zucchero in una ciotola e sbatterle a lungo con una frusta fino a quando saranno gonfie e spumose.
Aggiungere l'olio e la scorza di limone grattugiata e sbattere ancora.
A parte mescolare il lievito pronto di acido citrico e bicarbonato con la farina.
Aggiungere un po' alla volta tutta la farina (con il lievito) nella ciotola con gli ingredienti liquidi e mescolare.
L'impasto dovrà risultare abbastanza morbido, quindi se serve aggiungere sufficiente acqua o latte fino ad ottenere la giusta consistenza.
Versare nello stampo e infornare.
con acido citrico e bicarbonato

 RICETTE DI LIEVITI IN POLVERE

POLVERE LIEVITANTE  DI CREMORTARTARO E BICARBONATO
Ingredienti:
(per 200 g di lievito pronto)
100 g di cremortartaro
70 g di bicarbonato di sodio alimentare
30 g di amido di mais (oppure di fecola di patate)
Preparazione e uso:
Miscelare le polveri tra loro. Riporre in un vasetto e conservare ben chiuso.
Usare 25 g di lievito ogni 500 g di farina della ricetta.
Il lievito va miscelato con la farina e insieme vanno aggiunti come ultimo ingrediente nei dolci.

POLVERE LIEVITANTE DI ACIDO CITRICO E BICARBONATO
Ingredienti:
(per 200 g di lievito pronto)
70 g di bicarbonato di sodio alimentare
60 g di acido citrico alimentare (quello per enologia)
70 g di amido di mais (oppure di fecola di patate)
Preparazione e uso:
Miscelare le polveri tra loro. Riporre in un vasetto e conservare ben chiuso.
Usare 25 g di lievito ogni 500 g di farina della ricetta.
Il lievito va miscelato con la farina e insieme vanno aggiunti come ultimo ingrediente nei dolci.

Accorgimenti generali da prendere per una buona lievitazione
Come ho già spiegato la lievitazione avviene per effetto dell'anidride carbonica che si libera quando la parte acida del lievito si unisce a quella basica, ma si attiva solo a contatto con l'acqua.
In tutte queste ricette sono state usate diverse sostanze acide mentre come sostanza basica è stato usato sempre bicarbonato di sodio alimentare.
Il bicarbonato che è in polvere, va miscelato sempre con la farina, anch'essa in polvere e insieme vanno aggiunti come ultimi ingredienti nella ricetta.
In generale se la parte acida è rappresentata da una sostanza liquida (yogurt, limone ecc...) va messa sempre nei liquidi dove ci sono già i grassi e le altre sostanze tendenzialmente acide.
Se invece è in polvere si può mettere indistintamente nei liquidi oppure nella farina insieme al bicarbonato, perché non reagiranno fino a quando non verranno uniti alla parte liquida della ricetta.
Se usate una polvere lievitante già pronta come quelle descritte in questo articolo sarà necessario unirla alla farina, altrimenti se miscelata all'inizio della preparazione insieme ai liquidi (uova, latte, acqua ecc...) si innesca subito la reazione chimica e quando metterete il dolce nel forno gran parte dell'anidride carbonica si sarà già liberata limitando il potere lievitante.
Veggie
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6 ALTERNATIVE AL LIEVITO ARTIFICIALE PER DOLCI diveggie822 - LILIANA PAOLETTI è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
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Pubblicato lunedì 4 novembre 2013e aggiornato il

olio di amla - come farlo in casa

L'olio di Amla è un olio indiano che viene usato nella medicina ayurvedica per le sue virtù curative.
E' idratante, ristrutturante, rinforzante, lucidante e scurente del capello (non è adatto per le bionde a meno che non vogliano scurire i capelli). Inoltre rallenta il processo di ingrigimento e invecchiamento del capello.

OLIO DI AMLA - COME FARLO IN CASA
Ingredienti:
(per 500 ml di olio)
50 g Amla
25 g fieno greco
25 g mallo di noci
25 g hennè rosso (senza picramato)
50 ml alcol 95° (alcol buongusto)
100 ml acqua demineralizzata
300 ml olio di sesamo
350 ml circa olio di mandorle dolci
1 ml Vit. E (alfa-tocoferolo) (facoltativo) servirà a garantire una migliore conservazione dell'oleolito. Consiglio di non usare Vit. E acetato, in quanto non ha potere antiossidante.
oppure 5-7 gocce oleoresina di rosmarino (ROE)
Preparazione:
L'olio di Amla si prepara a bagnomaria.
La sera prima di procedere con la cottura pesate tutte le polveri e versatele nella stessa pentola che l'indomani userete per la cottura, così non dovrete fare travasi.
In una tazza versate l'alcol (quello per i dolci) e l'acqua, mescolate con un cucchiaio, poi versate il liquido sulle polveri. Mescolate un po' per far assorbire il liquido poi coprite con il coperchio e lasciate a riposo tutta la notte.
Questo passaggio preliminare favorirà un abbondante rilascio delle sostanze nell'olio, cosa che non avverrebbe se ci si limitasse a mettere le polveri asciutte direttamente nell'olio anche se si procedesse con lunghe cotture.
La mattina seguente preparate la pentola per il bagnomaria (quella maggiore che farà da caldaia). Riempitela con qualche centimetro d'acqua e scaldate.
Nel frattempo nella pentola contenente l'Amla e le altre polveri aggiungete l'olio di sesamo, mescolate.
Mettete la pentola nell'altra più grande in cui avete fatto scaldare dell'acqua e guardate il livello della stessa. Il livello dell'acqua della caldaia deve arrivare almeno al livello dell'olio, se fosse poca aggiungerne dell'altra, meglio se si riesce a superare di un centimetro il livello dell'olio.
Accendete di nuovo il gas e portate le 2 pentole sul fuoco senza coprire.
Da quando l'acqua della caldaia esterna inizia a bollire contate 4 ore di cottura.
All'inizio l'olio sembrerà friggere, in realtà si tratta dell'alcol che sta evaporando.
Quando il frigolio si sarà calmato vorrà dire che l'alcol sarà completamente evaporato.
Proseguite la cottura per il tempo stabilito.
Spegnere. Quando l'olio si sarà raffreddato iniziate la delicata fase di filtraggio.
In un prima fase filtrate l'olio su un telo di cotone raccogliendolo in una bottiglia. Man mano che si raccoglie sufficiente polpa nella stoffa (quella che rimane dalla filtratura), si può mettere in uno schiacciapatate insieme al tovagliolo chiuso per bene e schiacciato a fondo per recuperare altro olio, usando lo schiacciapatate come se fosse un torchietto.
Trasferite la polvere quasi asciutta in una pentola e mettetela d parte.
Quando avrete filtrato tutto l'olio e accantonato tutta la polvere si può procedere con una seconda filtratura, quella su carta. E' più lunga e richiede molta pazienza ma l'olio verrà più liscio, privo di polvere e si conserverà più a lungo.
Raccogliete tutto l'olio in una bottiglia da 500 ml e riempitela con olio di mandorle dolci.
Aggiungete infine la vit. E che garantirà una conservazione migliore, ma sarà anche un ulteriore nutriente per i capelli. In alternativa potete mettere 5 gocce di oleoresina di rosmarino (ROE) come antiossidante (ma non è nutriente).
Uso:
Distribuire sulle punte come ristrutturante e per doppie punte, sulla lunghezza dei capelli in caso di capelli sfibrati e secchi. Se la cute è secca, se c'è forfora o anche semplicemente come rinforzante si può applicare sul cuoio capelluto e massaggiarlo.
Per ottimizzare la distribuzione potete applicare l'olio con il metodo spiegato nell'articolo Come applicare oli ristrutturanti-protettivi sui capelli.
Un cucchiaino per applicazione è più che sufficiente.
Una volta applicato, massaggiare il cuoio capelluto, pettinare e districare i capelli. Se possibile avvolgere la testa con un asciugamano caldo che favorirà la penetrazione del prodotto nella struttura del capello.
Tenere in posa per un'ora o anche di più, volendo anche per tutta la notte, basterà mettere un vecchio asciugamano sul cuscino per evitare di macchiare e ungere la federa.
Una volta concluso il tempo di posa procedere con lo shampoo.
Se avete i capelli secchi potete fare uno shampoo come al solito e i capelli rimarranno idrati e nutriti, se invece avete un capello grasso e volete ottenere un capello più leggero, potete preparare un risciacquo seguendo le indicazioni riportate nell'articolo Risciacquo speciale per impacchi oleosi pre-shampoo che riuscirà sicuramente a rimuovere più olio dai capelli.
L'olio di Amla si può mettere anche nell'henné, come scurente del colore, per spegnere un po' il rosso e come rinforzante.

RECUPERO DELLE POLVERI SFRUTTATE PER L'OLIO
La pappetta che rimane dallo sfruttamento delle polveri dopo la filtratura dell'olio può in qualche modo trovare ulteriori utilizzi.
Essendo composta da polveri organiche è soggetta ad un rapido deterioramento, per cui prima di preparare l'olio organizzatevi acquistando o procurandovi ciò che serve per il recupero, in modo che già il giorno seguente potrete procedere con il recupero prima che si rovini.

Occorrente:
tutta la pappetta ben torchiata che rimane dalla preparazione dell'olio
50 g di sapone di Aleppo oppure lo stesso peso di un sapone di Marsiglia (per la persona) fatto in casa.
50 g di acqua di rubinetto
Preparazione:
Grattugiare il sapone di Aleppo e metterlo in una pentola insieme all'acqua.
Portare sul fuoco a fiamma moderata e mescolare incontinuazione per evitare che il sapone si attacchi sul fondo del tegame bruciandosi.
Appena il sapone inizierà a sciogliersi formando una specie di crema grossolana e densa aggiungere la poltiglia di polveri. Mescolare energicamente per amalgamare gli ingredienti e rimuovere dal fuoco.
Il risultato dovrà presentarsi come una pasta scura e molto densa come si vede nell'immagine.
Versare la pasta in un barattolo di plastica, quando si sarà raffredddata completamente chiudere il barattolo e conservarlo in frigorifero, dove potrà rimanere tranquillamente per diversi mesi.
Uso:
Il sapone sarà un ottimo conservante per questa pasta e non pregiudicherà i risultati ottenibili dai diversi usi possibili.
Si può usare la pasta come nutriente per i capelli, non avrà lo stesso potere colorante dell'olio di Amla, ma è molto grasso e questo aiuterà.
Prendere 1-2 cucchiai di pasta e metterla in una ciotola, aggiungere poca acqua tiepida e mescolare fino ad ottenre una poltiglia fluida come quella dell'henné.
Passare sui capelli umidi prima dello shampoo. Coprire la testa con della pellicola o con una busta di plastica e tenere in posa per un'ora. Poi risciacquare con il Risciacquo speciale per impacchi oleosi e procedere con lo shampoo.
Se non volete usare la pasta per i capelli, potete usarla per il corpo, sarà un ottimo scrub-nutriente per la pelle.
Passare sulla pelle bagnata, massaggiare tutto il corpo, risciacquare e insaponare. Il fieno greco che contiene farà anche da tonificante. Se la pasta tingesse un po' la pelle rimandate questo uso alla prossima estate quando il colore del mallo di noci esalterà l'abbronzatura.
Infine chi produce saponi casalinghi potrà utilizzare questa pasta in un sapone-shampoo dall'azione rinforzante e scurente.
Mettetene 2 cucchiai al nastro per kg di grassi utilizzati e riducete lo sconto soda del sapone limitandolo al 4% (l'olio contenuto nella pasta aumenterà lo sconto soda).
Veggie
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