Pubblicato giovedì 26 dicembre 2013e aggiornato il

preparato in polvere per polpette vegan gluten-free

Dopo la stupenda ricetta del preparato in polvere per polpette e burger vegan ecco a voi una seconda preparazione altrettanto buona, ma studiata per chi deve o vuole escludere il glutine dalla propria dieta.
Il preparato potrà essere usato per fare polpette da friggere, da cuocere in umido o al vapore, per preparare burger e polpettoni.
In questo articolo dato che siamo vicini alla fine dell'anno useremo il preparato per farne un cotechino veg con le lenticchie.

PREPARATO IN POLVERE PER POLPETTE VEGAN GLUTEN-FREE
Ingredienti:
(per circa 650 g di prodotto)
130 g fiocchi di grano saraceno
80 g farina di canapa
80 g farina di riso glutinosa
80 g farina di mais (fioretto)
100 g preparato per purè istantaneo
50 g farina di ceci (meglio se precedentemente tostata)
40 g fecola di patate (oppure amido di mais)
30 g semi di girasole
20 g semi di lino
1 cucchiaino timo polvere
1 cucchiaino erbe aromatiche secche (rosmarino-salvia-peperoncino)
1 cucchiaino semi di coriandolo
1 cucchiaino cipolla in polvere
1 cucchiaino sale fino
2 foglie secche di alloro
5 g lievito in scaglie (oppure qualche pasticca di lievito di birra alimentare)
5 g curcuma in polvere
1 grattugiata di noce moscata
Preparazione:
Macinare insieme 50 g di fiocchi di saraceno (dei 130 g totali) con le foglie di alloro, i semi di girasole, il timo, le erbe aromatiche, i semi di coriandolo, il lievito di birra.
Versare la polvere ottenuta in un'ampia insalatiera.
Aggiungere le farine di riso glutinoso, di mais, di canapa, di ceci, la fecola di patate e il preparato per purè di patate.
Mescolare con cura usando un cucchiaio, infine aggiungere i rimanenti fiocchi di grano saraceno (interi), la noce moscata, il sale, la curcuma, la cipolla in polvere e i semi di lino (interi).
Mescolare per bene, poi versare in un vaso di vetro o in barattolo di dimensioni adeguate.
Riporre in dispensa lontano da fonti di calore.
Come si cucinano:
Si pesa la quantità di polvere da cucinare, si aggiunge acqua a temperatura ambiente e si mescola un po' con un cucchiaio, poi si lascia riposare per pochi minuti prima di dare la forma di burger o di polpette.
60-70 g di polvere sono la quantità ideale di una porzione.
Questi burger richiedono una quantità di acqua inferiore rispetto ai burger con glutine, approssimativamente servirà acqua nella stessa misura della polvere, quindi se ad esempio decidete di cucinare 200 g di preparato, dovrete aggiungere circa 200 g di acqua.
Fate un impasto abbastanza compatto altrimenti si attaccherà sulle mani quando si cercherà di dare la forma di polpettine.

Vediamo qui sotto una ricetta come esempio e dato che siamo alla fine dell'anno prepariamo un cotechino veg senza glutine.

COTECHINO VEGAN ALLE LENTICCHIE (SENZA GLUTINE)
Ingredienti:
(per 3 persone)
150 g di preparato in polvere per polpette vegan gluten-free
2-3 cucchiai di fiocchi di grano saraceno
poca farina di mais per la panatura
250 g di lenticchie
1 barattolo di pomodori pelati
aglio, carota, sedano, origano, peperoncino, sale, pepe,  olio
Preparazione:
Miscelare il preparato in polvere con acqua fino ad ottenere un impasto ben sodo.
Se vi piace potete aggiungere poco aglio in polvere.
Attendere 2-3 minuti poi aggiungere 2-3 cucchiai di fiocchi di saraceno, che aumenteranno la consistenza.
Dare all'impasto la forma di cotechino, infine rotolarlo in un po' di farina di mais.
Se volete fare una quantità maggiore di preparato, magari per più persone, sarà meglio dividere l'impasto in 2 cotechini piuttosto che farne uno grande.
120-150 g è la quantità ideale di polvere per 1 cotechino realizzabile con questo preparato.
In un tegame abbastanza ampio versare dell'olio, un trito di carota, sedano e aglio (oppure lasciate l'aglio intero così potrete toglierlo a fine cottura) e scaldare delicatamente.
Aggiungere il cotechino e farlo rosolare leggermente su tutta la superficie rigirandolo con la massima attenzione (usare una paletta piatta).























Quando sulla superficie si sarà formata una leggera crosticina aggiungere il pomodoro precedentemente passato, le lenticchie lavate, sale, pepe, peperoncino, origano e cuocere a fuoco moderato. Se il sugo si dovesse restringere troppo aggiungere dell'acqua e portare avanti la cottura.
Ogni tanto rigirare il cotechino sempre con attenzione per non romperlo.
Quando le lenticchie saranno cotte al punto giusto spegnere il fornello, prendere solo il cotechino dal tegame e poggiarlo su un piatto. Attendere che si raffreddi per una decina di minuti prima di affettarlo.
Per ottenere fette perfette ungere leggermente la lama del coltello prima del taglio.
Buon appetito!!
Veggie
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Pubblicato giovedì 19 dicembre 2013e aggiornato il

olio riducente-rassodante per la pancia


Ho formulato quest'olio ora, prima di Natale, così avrete il tempo di prepararlo e potrete iniziare ad usarlo già dopo le feste. Così ci sarà tutto il tempo per dimagrire prima dell'arrivo dell'estate e indossare il bikini sarà inevitabile .
L'olio è studiato per aiutare a sciogliere l'adipe, in particolare quello localizzato sull'addome, ma nello stesso tempo sarà anche un aiuto per rassodare.
Il grasso intorno alla vita è il più difficile da eliminare, l'ultimo ad andar via quando si segue una dieta dimagrante, per questo è necessario intervenire oltre che con la dieta e con l'attività fisica, anche localmente. Quest'olio darà il massimo se l'applicazione verrà accompagnata da un buon massaggio.

OLIO RIDUCENTE-RASSODANTE PER LA PANCIA
(per una bottiglia da 200 ml)
Ingredienti:
220-250 g di olio di vinacciolo (oppure metà vinacciolo e metà girasole bio)
80-100 g di zenzero fresco
10 di quercia marina (fucus vesiculosus - alga bruna)
5 g di betulla foglie
1 ml olio ess. di zenzero
1 ml olio ess. arancio amaro
1 ml olio ess. di rosmarino
1 ml olio ess. di finocchio
1/4 di cucchiaino di vit. E (alfa-tocoferolo) (facoltativo) oppure
3-4 gocce di ROE (oleoresina di rosmarino) (facoltativo)
(servono come antiossidanti per conservare meglio il prodotto)
Preparazione:
Come per altri che contengono radici o piante fresche sarà necessario fare un oleolito a caldo.
Preparare 2 pentola che vadano una dentro l'altra.
Nella pentola più piccola mettere lo zenzero fresco, dopo averlo lavato, asciugato e affettato sottilmente con tutta la buccia, la quercia marina e le foglie di betulla (quercia marina e betulla si possono acquistare in erboristeria). Aggiungere 200 ml di olio di vinacciolo, il più adatto per il massaggio, ma potete usare anche olio di girasole biologico.
Cuocere a bagnomaria a fuoco abbastanza vivace senza coperchio (dovrà evaporare l'acqua contenuta nello zenzero) per 4-5 ore, comunque non meno di 4 ore.
Quando sarà tiepido (non completamente freddo) filtrare l'olio ottenuto mettendo un imbuto nel collo della bottiglia che dovrà contenere l'olio finito (una bottiglia in vetro scuro da 200 ml), foderare l'interno dell'imbuto con un tovagliolo di cotone che servirà da filtro e versare olio e piante insieme nel tovagliolo.
Aspettare un paio d'ore che tutto l'olio si sia filtrato (senza mescolare le erbe), poi chiudere i 4 angoli del tovagliolo e sollevare il fagotto per far uscire le ultime gocce di olio rimasto.
Non strizzare il fagotto per far uscire altro olio, così facendo fareste uscire anche l'acqua contenuta nella radice di zenzero che si mescolerebbe all'olio nella bottiglia, è proprio quello che dobbiamo evitare!
Al termine della filtratura aggiungere gli oli essenziali e l'antiossidante (se si è scelto di metterlo).
Aggiungere quel poco olio di vinacciolo necessario al riempimento della bottiglia, se invece avete usato una bottiglia di capienza maggiore aggiungere olio fino ad arrivare a 200 ml.
Chiudere ed agitare per amalgamare tutti gli ingredienti.
Per maggiori dettagli sugli oleoliti a caldo leggere l'articolo oleolito di carota.
Uso:
Applicare una volta al giorno, massaggiando l'addome con movimenti circolari a 2 mani per almeno 5 minuti oppure portate il vostro olio personale e fatevi fare una serie di massaggi dalla vostra estetista di fiducia.
Veggie
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Pubblicato venerdì 13 dicembre 2013e aggiornato il

olio canforato

La canfora vanta proprietà rubefacenti e revulsive cutanee, l'olio canforato che ne deriva sarà pertanto molto utile per frizioni locali in caso di dolori muscolari e per preparare i muscoli prima delle attività agonistiche.
Altri usi:
- massaggiato sui muscoli prima di praticare attività sportive all'aperto (come la corsa), soprattutto in inverno, per scaldare i muscoli e prevenire tensioni muscolari.
- Chi soffre di piedi freddi può trovare giovamento stimolando la circolazione con un pediluvio caldo e  qualche goccia di olio canforato.
- Può essere applicato in caso di ecchimosi, contusioni, slogature, crampi.
- In caso di disturbi reumatici fare bagni caldi aggiungendo 1 cucchiaino di olio canforato insieme a qualche goccia di olio essenziale di rosmarino da versare nell'acqua calda della vasca da bagno, serviranno a stimolare la circolazione.
- La canfora è dermopurificante pertanto quest'olio può essere aggiunto in piccole quantità a creme per la cura dell'acne e delle pelli grasse, inoltre si può applicare direttamente sui brufoli.
- La canfora è un ottimo antitarme, basta versare alcune gocce di quest'olio su qualche batuffolo di cotone da tenere nei cassetti e negli armadi per tenerle lontane.

Controindicazioni:
- Non usare in concentrazioni superiori al 10%.
- Non usare su ferite e abrasioni.
- Non usare in gravidanza e allattamento.
- Non usare per neonati e bambini.
- Non usare in caso di allergia

OLIO CANFORATO AL 5%
Ingredienti:
(per una bottiglia da 200 ml)
200 ml circa di olio di girasole biologico
10 g canfora naturale
Preparazione:
La canfora naturale è una sostanza cerosa e bianca, molto aromatica che viene estratta principalmente dal legno della Cinnamomum camphora (Laurus camphora).
E' una sostanza preziosa e ricercata. Molto più facile da trovare in forma sintetica, ma consiglio di cercare e di dare la preferenza a quella naturale, costa di più ma ne serviranno pochi grammi per la preparazione dell'olio.
La canfora è liposolubile, perciò la preparazione di questo olio risulterà davvero molto semplice.
Per una concentrazione del 5% mettere 10 g di cristalli di canfora in una bottiglia di vetro scuro da 200 ml. Riempire di olio, quello di girasole biologico è il più appropriato, ma andranno bene anche mandorle o vinacciolo.
Chiudere ed agitare ogni tanto fino al completo scioglimento, che avverrà in poche ore.
Veggie
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Pubblicato lunedì 9 dicembre 2013e aggiornato il

maschera pronta all'argilla bianca

L'argilla esercita una forte azione purificante della pelle e per questo è adatta in particolar modo a chi ha la pelle grassa e impura, ma può essere utilizzata da tutti applicando dei piccoli accorgimenti per renderla meno aggressiva e poter così beneficiare delle sue proprietà remineralizzanti.

MASCHERA PRONTA ALL'ARGILLA BIANCA
Ingredienti:
100 g di argilla bianca per uso cosmetico
100 g (circa) di acqua demineralizzata
1 cucchiaino di aceto di mele
35 gocce di Cosgard o altro conservante il più naturale possibile
5 gocce olio ess. di rosa o lavanda
Preparazione:
Pesare l'argilla in una tazza, aggiungere l'aceto di mele e 100 g di acqua, mescolare con cura per sciogliere tutti i grumi ed ottenere una consistenza liscia e cremosa.
Con questa quantità di acqua la consistenza può variare leggermente da una preparazione all'altra perché è dipendente dal tipo di argilla che si usa. Se dovesse risultare troppo acquosa aggiungere un altro cucchiaino o 2 di argilla, se al contrario sembrerà troppo densa aggiungere 1-2 cucchiaini di acqua.
Quando sarà liscia aggiungere le gocce di olio essenziale e il Cosgard o un altro conservante che avrete scelto di usare.
Mescolare a lungo per distribuirlo uniformemente in tutta la maschera, poi versare in un vasetto o in un tubo di dimensioni adeguate.
Uso: Distribuire con le dita o con il pennello sul viso dopo un'accurata pulizia.
Mettersi in relax e tenere la maschera per una ventina di minuti o fino a quando si sarà completamente asciugata.
Per pelli normali o secche prendere la quantità di maschera sufficiente e prima di applicarla sul viso aggiungere 1 cucchiaino di olio di vinacciolo o di mandorle dolci, se piace aggiungere anche 1 cucchiaino di miele.
Se la maschera non verrà utilizzata spesso potrebbe affiorare dell'acqua sulla superficie nel vasetto, se ciò dovesse avvenire basterà mescolarla con un cucchiaino prima di prelevare la quantità da applicare sul viso.
Veggie
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Pubblicato lunedì 2 dicembre 2013e aggiornato il

pandoro di Verona


Il pandoro di Verona è un dolce a pasta lievitata.
La particolare tecnica di lavorazione che consiste in numerosi impasti successivi, consente di ottenere la massima leggerezza usando poco lievito.
Per questa ricetta servirà uno stampo da pandoro da 1kg.
Potete prendere uno stampo in metallo tipo alluminio oppure uno stampo in alluminio antiaderente.
Le misure dello stampo che ho usato sono le seguenti:
(misure esterne)
alt. cm 15,8
diam. cm 22.




PANDORO DI VERONA
Ingredienti:
500 g (circa) di farina tipo 0
1/2 panetto di lievito di birra
130 g di zucchero
3 uova intere + 3 rossi (bio)
270 g (circa) di burro (bio)
vaniglia in polvere (o vanillina)
1 pizzico di sale
zucchero a velo da spolverare sul pandoro prima di servire
Preparazione:
Come ho accennato per ottenere un impasto molto leggero è necessario fare una serie di passaggi e diverse lievitazioni.
Ho calcolato che prima di arrivare all'ultima lievitazione, che è la più lunga, serviranno dalle 6 alle 7 ore di lavorazione.
Se iniziate il procedimento verso le 16.00 metterete il pandoro nello stampo a lievitare verso le 22.00-22.30 e potrete lasciarlo lievitare tutta la notte per poi infornarlo la mattina presto.
Se iniziate il procedimento di mattina presto, verso le 7.00, metterete il pandoro nello stampo a lievitare verso le 15.00-15.30, per poi infornarlo verso le 22.00.
Non si può dire con precisione quante ore di lievitazione serviranno, il pandoro si metterà a cuocere solo quando avrà raggiunto e superato l'orlo dello stampo.
biga prima della lievitazione
1° passaggio - la biga
Mettere 40 g di farina in un'insalatiera. Sbriciolare il lievito (mezzo panetto, circa 12 g) sulla farina e impastare con pochissima acqua tiepida fino a formare una palletta preliminare che dovrà risultare molto morbida.
Coprire e mettere in luogo tiepido a lievitare fino a quando avrà raggiunto il doppio del volume iniziale (20-30 min. circa).
biga dopo la lievitazione
Il luogo ideale per la lievitazione è l'interno del forno, che potrete scaldare per  un minuto a 50 °C mentre impastate il lievito (non dimenticate di spegnerlo!!!)

2° passaggio - 1° impasto
Mettere in un'altra insalatiera 70 g di farina, 30 g di zucchero, 1 uovo intero e 1 rosso, 10 g di burro fuso.
Mescolare ed aggiungere la biga già lievitata.
Lavorare di nuovo l'impasto per altri 5 minuti, poi coprire
3° impasto prima della lievitazione
e mettere di nuovo a lievitare in luogo tiepido, fino a quando non avrà raddoppiato il suo volume (circa 1 ora).

3° passaggio - 2° impasto
A questo punto mettere in un'altra ciotola 200 g di farina, 100 g di zucchero, 2 uova intere e 2 rossi, 30 g di burro fuso, vaniglia naturale in polvere (o 1 bustina di vanillina), 1 pizzico di sale.
Unire il secondo lievito e lavorare gli ingredienti.
3° impasto dopo la lievitazione
Pesare a parte altri 150-180 g di farina e unirla un po' alla volta (non necessariamente tutta, quella che serve) mentre si lavora l'impasto. Sbattere l'impasto sul piano da lavoro per fargli acquisire elasticità e leggerezza e lavorarlo ancora per una decina di minuti.
L'impasto dovrà diventare come quello della pasta del pane, elastico e morbido.
Quando sarà ben lavorato spolverate il fondo di una capiente ciotola con poca
farina e posarvi il panetto. Coprire la ciotola e riporre a lievitare in luogo tiepido per circa 3 ore.
Dopo aver messo l'impasto a lievitare togliere dal frigorifero 200 g di burro e lasciarlo a temperatura ambiente fino alla fase successiva.

4° passaggio - 3° impasto
Rovesciare la pasta sulla tavola infarinata, sgonfiarla con piccoli colpi della mano,
ripiegarla più volte su se stessa spianandola con la mano. Poi stenderla con il mattarello dandole la forma di quadrato.
Mettere nel mezzo i 200 g di burro lasciato fuori dal frigorifero 3 ore prima, diviso in piccoli pezzi. Riportare i 4 angoli del quadrato verso il centro, in modo da rinchiudere bene il burro all'interno. Poi spianare leggermente la pasta con il mattarello e piegarla in 3
come si fa per la pasta sfoglia.
Dopo aver piegato la pasta in 3 stenderla delicatamente con il mattarello e piegarla nuovamente in 3. Infine stenderla leggermente, coprila con un tovagliolo e lasciarla riposare per 20 minuti.
Trascorsi i 20 minuti stendere ancora la pasta, tornare a ripiegarla e ridistenderla, dando cioè altri 2 giri. Ripiegarla ancora in 3
e lasciarla riposare per altri 20 minuti.
La pasta è così terminata.
Trascorsi gli ultimi 20 minuti impastarla delicatamente sulla tavola (senza fare altri giri), la pasta è molto fragile. Durante le varie manipolazioni usare un po' di farina se fosse necessario.
La pasta è ora pronta per essere messa nello stampo imburrato a lievitare.
Tra una pausa e l'altra della lavorazione imburrare e foderare lo stampo.

5° passaggio - Imburrare e foderare lo stampo
Se lo stampo è in alluminio, latta o acciaio deve essere foderato per evitare la spiacevole sorpresa di non riuscire a tirare fuori il pandoro dallo stampo al termine della cottura.
E' comunque consigliabile foderare lo stampo anche se
rivestito internamente con materiale antiaderente.
Per foderarlo senza fatica capovolgere lo stampo.
Far aderire un foglio di alluminio per alimenti alla sagoma dello stampo. Un foglio non sarà sufficiente, quindi sovrapporne un secondo al primo.
Quando la sagoma sarà pronta sfoderare lo stampo e capovolgerlo.
Imburrare l'interno dello stampo anche se si deciderà
di foderarlo, poi (sullo stampo imburrato) inserire la sagoma in alluminio all'interno dello stampo e farla aderire bene alle pareti interne, il burro sarà di aiuto.
Ora imburrare anche l'interno del foglio di alluminio, facendo attenzione a non romperlo.

6° passaggio - ultima lievitazione
Dopo aver impastato per un'ultima volta la pasta,
metterla nello stampo precedentemente foderato-imburrato per l'ultima lievitazione.
Senza coprirlo riporlo in luogo tiepido a lievitare.
L'impasto sarà pronto per la cottura quando avrà superato di un paio di centimetri il bordo dello stampo (ci vorranno indicativamente 6-7 ore).

7° passaggio - cottura
Al termine dell'ultima
lievitazione preriscaldare il forno a 180 °C.
Posizionare lo stampo (per forza di cose) sul ripiano più in basso del forno e cuocere per 50-60 minuti totali, avendo l'accortezza di abbassare la temperatura a 160 °C dopo i primi 20 minuti di cottura. Se la superficie si colorisse troppo coprirla con un foglio di alluminio, non prima che siano trascorsi 20-25 minuti dall'inizio della cottura.
Al termine della cottura aspettare che il pandoro si raffreddi completamente o quasi prima di sformarlo.
Se avete foderato lo stampo con l'alluminio uscirà subito senza fatica.
Servire solo dopo il completo raffreddamento, altrimenti la pasta interna sarà troppo morbida e si romperà. Prima di tagliare a fette cospargere con zucchero a velo.
Buona gustazione del pandoro!!
Veggie

!


Non buttate i 3 albumi avanzati dalla preparazione del pandoro, ma usateli in cucina, per esempio potete impastarli con della farina e farci delle gustose tagliatelle!
Veggie
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PANDORO DI VERONA di veggie822 - LILIANA PAOLETTI è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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Pubblicato sabato 23 novembre 2013e aggiornato il

stufetta d'emergenza - come realizzarla con 2 vasi

Dopo aver visto alcuni video su youtube che sfruttano le proprietà della terracotta di trattenere il calore ho realizzato anch'io questa semplice ed economica stufetta che consiglio a tutti di realizzare come piccolo aiuto per riscaldare piccoli ambienti o come riscaldamento d'emergenza.
Spesa candeline escluse: € 3,50 (2,50 euro per i 2 vasi e 1 euro in ferramenta)
Come fonte di calore utilizzeremo i lumini cosiddetti tea light, ma sarà possibile usare altre piccole candele, magari realizzate con avanzi di cera colata in barattoli di latta o di vetro.
Se avete delle candele che non vi piacciono o se avete messo da parte mozziconi di candele già bruciate, potete fonderli e creare nuove candele da usare come riscaldamento.
Ho visto che dalle parrocchie vengono buttati nei cassonetti scatole intere di ceri devozionali, alle volte accesi solo per qualche minuto, altre consumati a metà, ma mai completamente vuoti. Se vi capitano prendeteli e riciclateli.

Occorrente:
1 vaso di terracotta diam. 17
1 vaso di terracotta diam. 25
1 lungo bullone (8-10 cm)
3-4 dadi
(da avvitare sul bullone)
4 rondelle grandi
(da inserire nel bullone)
2 coperchi in latta di vecchi barattoli della passata di pomodoro o dei vasetti di marmellata.
1 vecchio catalogo o qualche rivista da mettere a terra come isolante
1 stampo da plumcake per sollevare i vasi da terra e lasciare passare l'ossigeno necessario ad alimentare la fiamma delle candele, oppure altre soluzioni che la vostra fantasia vi suggerirà.

Procedimento:
Con un punteruolo, o con un chiodo ed un martello forare i 2 tappi dei barattoli. Il foro va fatto premendo il chiodo sulla parte esterna della capsula in modo che rimarrà liscia.
Infilare all'interno del buco un cacciavite, una lima rotonda o qualsiasi altro utensile allo scopo di allargare il buco e portarlo alla misura del bullone.
Inserire una rondella e il bullone nel buco di uno dei coperchi.
Nella parte inferiore inserire un'altra rondella e bloccare il tutto avvitando un primo dado ben fermo.
Inserire il coperchio così ottenuto (dall'esterno), nel buco del vaso più grande.
Girare il vaso e nella parte interna inserire la seconda capsula, poi una rondella e infine fermare tutto avvitando un dado.
Inserire nel bullone il vaso più piccolo, poi una rondella e fermare il tutto avvitando un altro dado ben stretto. In questa fase fate attenzione a centrare per bene il vaso più piccolo all'interno del grande.
Ed ecco che la stufetta è pronta!!
Vediamo come farla funzionare.

Uso:
Prendere un catalogo abbastanza alto che non vi serve più (anche pagine bianche o pagine gialle) e mettetelo a terra. Sopra posate uno stampo da plumcake o un altro oggetto resistente al calore su cui poter poi posare i vasi capovolti. Qualsiasi soluzione adottiate, che sia questa che propongo o un'altra con base rialzata, si dovrà comunque lasciare uno spazio affinché l'ossigeno possa alimentare la fiamma che altrimenti si spegnerebbe presto.
Posare le candeline (3-4 sono il numero ideale) all'interno dello stampo e accenderle.
Se si sceglie di metterne 3 (secondo me è da preferire) durano più a lungo perché si surriscaldano meno a stretto contatto l'una con l'altra e bruciano più lentamente.
Nell'immagine le candeline sono posate sul fondo, in seguito ho ritenuto che fosse meno dispersivo rialzarle di qualche centimetro, così ho messo delle vaschette impilate (vuote) e capovolte di cibo per gatti (tipo Sheba, quadrate) tra il fondo e le candeline, ma si può mettere una lattina vuota e capovolta (tipo quelle del tonno) o  qualsiasi altro oggetto per rialzare un po', purché sia resistente al calore.
Non resta che posare i vasi capovolti sulle candeline, poggiandolo sulle pareti dello stampo. Rimarrà sufficiente spazio per l'ossigenazione.
Ed ecco finalmente la stufa in azione!
I lumini hanno circa 4 ore di autonomia, ma già dopo un'ora la terracotta sarà molto calda e irradierà calore come un piccolo termosifone.
Anche quando i lumini si spegneranno passerà del tempo prima che la terracotta si raffreddi, quindi nel suo piccolo continuerà a scaldare l'ambiente.
Trovo molto comosa questa stufetta quando a causa della pioggia sono costretta a stendere il bucato in casa o quando tiro dentro lo stendino con la biancheria ancora umida.
Massima attenzione quando si hanno bimbi in casa perché la stufetta diventa molto calda.
Ed ecco l'ultima novità:
 Mettendo sulla stufetta una vaschetta di vetro di porcellana con poca acqua e degli oli essenziali, avremo anche un ottimo diffusore di essenze e profumatore di ambienti!
Io metto qualche goccia di petitgrain o alle volte neroli, ma ognuno scelga quello con cui si sente più in sintonia.
Se non avete una vaschetta appropriata potete usare benissimo 1 o 2 dei contenitori di latta dei lumini esauriti!

Qui potete vedere uno dei video ispiratori di questo articolo:



Veggie
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STUFETTA D'EMERGENZA - COME REALIZZARLA CON 2 VASI di veggie822 - LILIANA PAOLETTI è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
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Pubblicato domenica 17 novembre 2013e aggiornato il

crostata gluten-free alla crema di nocciole e kefir


Una crostata per chi non può o non vuole includere il glutine nell'alimentazione quotidiana.
Questa ricetta non contiene glutine, non contiene burro, né margarina.

CROSTATA GLUTEN-FREE ALLA CREMA DI NOCCIOLE E KEFIR
senza glutine, senza burro, senza margarina
Ingredienti:
Per la base:
150 g circa di farina di riso
100 g di farina di manioca (oppure macinare 100 g di perle di tapioca)
50 g di farina di cocco
50 g di fecola di patate
120 g di zucchero
50 g di olio di girasole biologico (non ml, l'olio è da pesare)
1 uovo intero + 1 albume
1 cucchiaino raso di bicarbonato di sodio
Per la copertura:
mezzo barattolo di crema di nocciole e cacao autoprodotta oppure altra crema di nocciole a piacere
1 tuorlo d'uovo
150 g di kefir (oppure yogurt bianco)
poco zucchero a velo
Procedimento:
Gli impasti con farine prive di glutine sono più difficili da lavorare, per giunta questa base non contiene neanche burro o margarina come sostegno, pertanto questa preparazione si differenzierà un po' da quella della crostata tradizionale.
Mettere in una ciotola la farina di manioca, quella di cocco e la fecola di patate.
Se non trovate la farina di manioca potete acquistare le perle di tapioca nei negozi di alimenti naturali e triturarle finemente in un macinacaffè. Hanno una corteccia abbastanza dura, pertanto per ridurle in polvere come si deve dopo una prima macinatura passarle di nuovo nel macinacaffè insieme alla farina cocco, così si polverizzerà meglio sia la tapioca che la farina di cocco che non è mai troppo fine.
Mescolare le farine (ad esclusione di quella di riso) poi aggiungere 50 g di olio di girasole biologico, mescolare ancora e infine aggiungere 1 uovo intero + 1 albume. Il rosso dell'uovo che rimane mettetelo in un'altra ciotola, servirà per la crema di nocciole e kefir.
Infine quando il composto sarà omogeneo aggiungete lo zuccchero, impastate con le mani fino a quando l'impasto non l'avrà assrobito completamente. Ricavate un panetto e mettetelo in frigorifero per 1 ora.
Nel frattempo preparare lo stampo. Ungerlo con poco olio di girasole, poi spolverizzarlo con un po' di farina di riso. Quando il fondo e i bordi dello stampo saranno sono ricoperti di farina batterlo a  capovolto sul bordo della vasca del lavello, così da far cadere la farina in eccesso.
Preparare la crema di copertura.
Nella ciotola con il rosso d'uovo versare la crema di nocciole e cacao. Se avete fatto questa ricetta avrete provveduto già qualche ora prima di procedere con la preparazione della crostata a tirare fuori il barattolo dal frigorifero, affinché la crema abbia potuto riprendere una consistenza più morbida e fluida.
Versare il kefir nella ciotola insieme alla crema di nocciole e a rosso d'uovo. Potete pesarlo direttamente mentre lo versate nella ciotola con gli altri ingredienti.
Mescolate con cura fino a quando non otterrete una crema omogenea e molto morbida.
Accendere il forno e portarlo a 180 °C.
Trascorsa l'ora riprendere il panetto dal frigorifero.
Aggiungere 100 g di farina di riso e 1 cucchiaino raso di bicarbonato (circa 5 g).
Impastare con le mani fredde per far assorbire tutta la farina.  on un po' di pazienza verrà assorbita tutta.
Quando avrete un bel panetto omogeneo pesatelo e staccatene un pezzo di circa 120 g che metterete momentaneamente da parte.
Con le mani infarinate e tanta pazienza stendete il panetto di pasta frolla nello stampo già oleato e infarinato. Fate molta attenzione perché la pasta è molto friabile e si rompe con facilità. Schiacciatela con il palmo della mano fino a distenderla su tutto il fondo dello stampo.
Riprendere la pasta messa da parte e formare un cordincino da mettere intorno al perimetro. Schiacciatelo con le dita affinché venga un bel bordo, dovrà trattenere il ripieno.
Se avanza un pezzetto di pasta lo userete dopo per qualche rifinitura.
Con i rebbi di una forchetta incidete tutto il bordo.
Ricoprire la pasta frolla con la crema preparata e aggiungere i pezzi di pasta avanzata inventando qualche applicazione.
Mettere la crostata nel forno e cuocere per 35 minuti.
A cottura ultimata lasciarla raffreddare quasi completamente.
Quando sarà quasi fredda trasferirla in un piatto dal fondo piatto e spolverizzarla di zucchero a velo.


Come si trasferisce una crostata su un piatto senza romperla?
Con un po' di pratica si possono imparare le manovre giuste, poi lo farete in un attimo con estrema disinvoltura.

1 - Poggiate il piatto grande (dal fondo piatto) capovolto sulla crostata (la parte interna del piatto dovrà guardare la crostata).
 2 - Con le mani afferrate a destra e a sinistra stampo e piatto stringendoli insieme (pollici sul piatto e altre dita sotto lo stampo) capovolgete e posate il piatto sul piano del lavello o sul tavolo.
Poi togliete lo stampo. Vi troverete la crostata a testa in giù nel piatto.
3 - Poggiate il fondo dello stampo sulla crostata, questa volta però il fondo inferiore, non quello dove ha cotto la crostata.
4 - Afferrate con le mani piatto, crostata e stampo e capovolgete di nuovo.
Questa volta vi ritroverete con la crostata sul retro dello stampo.
5 - A questo punto basterà far scivolare delicatamente la crostata nel piatto e il gioco è fatto!
Veggie
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CROSTATA GLUTE-FREE ALLA CREMA DI NOCCIOLE E KEFIR di veggie822 - LILIANA PAOLETTI è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
Based on a work at http://www.lareginadelsapone.com/2013/11/crostata-gluten-free-alla-crema-di.html.

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