Pubblicato lunedì 29 novembre 2010e aggiornato il

balsamo di tigre

Il balsamo di tigre conosciuto da tutti, a differenza di quanto si possa pensare non ha nulla a che fare con le tigre e non contiene sostanze animali.
Purtroppo però alla ricchezza di oli essenziali si affiancano canfora ( molto probabilmente di natura sintetica ) e vasellina che è un prodotto minerale (petrolchimico).
Il tipo rosso è colorato con idrossido di ammonio.
Esiste in 2 versioni: il tipo bianco è il più forte ed è indicato per mal di testa, congestione nasale, punture d'insetto e prurito; il tipo rosso è più leggero e più adatto per alleviare dolori muscolari, anche se ricordo di averlo usato in passato allo stesso modo di quello bianco, soprattutto contro il mal di testa.
Qui vedremo come fare un balsamo di tigre più naturale sostituendo la vasellina con oli e cera d'api e colorando il tipo rosso con radice di alkanna tinctoria.

BALSAMO DI TIGRE BIANCO
(per 100 ml circa di prodotto totale)
Ingredienti:
45 ml olio di sesamo (o girasole bio)
15 gr. cera d'api sbiancata
10 gr. mentolo in cristalli
10 gr. canfora naturale
10 ml olio ess. cajeput
4 ml olio ess. chiodi di garofano
1 ml olio ess. cannella
1 ml olio ess. menta

BALSAMO DI TIGRE ROSSO
(per 100 ml circa di prodotto totale)
Ingredienti:
50 ml olio di sesamo (o girasole bio)
15 gr. cera d'api
10 gr. canfora naturale
5 gr. mentolo in cristalli
10 ml olio ess. cajeput
4 ml olio ess. chiodi di garofano
1 ml olio ess. cannella
1 cucchiaio raso di radice di alkanna tinctoria

Preparazione:
La preparazione è comune sia che si tratti del bianco, sia del rosso. L'unica differenza è nella preparazione del colore per il rosso.
Se si sceglie di preparare il balsamo di tigre rosso, prendere 70 ml di olio di sesamo (o di girasole) e metterlo in un tegamino piccolo insieme al cucchiaio di radice di alkanna. L'alkanna libera un bel colore rosso nell'olio, ma per averlo al meglio bisogna lasciarla a bagno nell'olio 24 ore prima dell'uso. Accendere il fornello e scaldare poco l'olio con l'alkanna (non farlo bollire!!) per favorire la liberazione del colore. Spegnere e coprire. Durante la giornata si può scaldare una seconda volta allo stesso modo della prima.
Trascorse le 24 ore scaldare appena l'olio per renderlo più fluido e filtrarlo attraverso un passino a maglia fitta. Misurarlo, ne occorrono 50 ml, se fosse di più eliminare l'eccesso, se fosse meno aggiungere altro olio di sesamo semplice fino ad arrivare ai 50 ml richiesti dalla ricetta.
Mettere l'olio e la cera d'api in un pentolino e scaldare piano fino a far sciogliere la cera. La cera deve essere inserita a scaglie, a piccole formine oppure grattugiata, mai a pezzi grandi altrimenti per farla sciogliere si rischia di surriscaldare l'olio che invece deve rimanere ad una temperatura inferiore ai 70°C. Spegnere.
In un altro pentolino mettere la canfora e il mentolo, aggiungere gli oli essenziali preparati in precedenza, girare un attimo con il cucchiaino e coprire. Attendere qualche minuto affinché i cristalli di mentolo e la canfora si sciolgano quasi completamente.
Nel frattempo preparare un pentolino con acqua fredda e metterlo nella vasca del lavello.
Quando tutto è pronto scaldare nuovamente olio e cera e portarli a circa 70°C, poi spegnere.
Mettere sul fornello la soluzione di canfora, mentolo e oli essenziali e a fuoco bassissimo scaldare per appena pochi secondi, facendo molta attenzione a tenere il viso lontano e a non respirare i fumi troppo forti. Appena è caldo e non si vedono più tracce di mentolo, spegnere e portare entrambi i tegamini sul piano del lavello.
Preparare il mini mixer (o in alternativa un cucchiaino per girare manualmente).
Versare la soluzione di canfora e mentolo negli oli e iniziare a frullare. Trasferire il pentolino nel bagno di acqua fredda per farlo rappprendere più velocemente e continuare a frullare (o a girare con il cucchiaino).
Appena si vede il formarsi di un anello leggermente denso attorno al perimetro interno del pentolino, versare nei vasetti già aperti e pronti. Se il balsamo durante il travaso si fosse solidificato e fosse rimasto lungo il bordo del pentolino, accendere il fornello e passarlo per pochi secondi sul fuoco, giusto il tempo per farlo sciogliere nuovamente. Versare subito appena è liquido.
Chiudere i vasetti solo a completo raffreddamento.
Uso:
Per i muscoli spalmare poco balsamo e massaggiare le parti interessate.
Per raffreddamenti distribuire poco balsamo sul torace e dietro le spalle come si farebbe con un noto balsamo rub.
Per dare sollievo in caso di mal di testa prelevare poco balsamo e massaggiarlo sulle tempie.
Data la difficile reperibilità della canfora naturale mi sembra doveroso segnalare l'unico punto vendita online dove sia riuscita a trovare canfora naturale oltre ai cristalli di mentolo e all'alkanna:

Erboristeria Sauro
Laboratorio d'Erbe Sauro
Piazza della Chiesa 20
Bosco Chiesanuova, Verona 37021
Italia
Telefono: 045-7050061
Fax: 045-7050806

P.S. Questa ricetta di balsamo di tigre, in cui si sostituiscono oli minerali con oli vegetali e cera d'api e in cui si utilizza l'alkanna per colorare è stata ideata da me, mentre per la scelta e le percentuali degli oli essenziali usati mi sono appoggiata alla ricetta riportata sul Manuale delle preparazioni galeniche ed. Tecniche nuove.
Veggie
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Pubblicato venerdì 26 novembre 2010e aggiornato il

olive in salamoia

Preparare le olive come spiegato nell'articolo deamarizzare le olive.
La conservazione migliore avviene cambiando 3 salamoie alle olive a distanza di un mese una dall'altra.
Prima salamoia:
La prima salamoia andrà preparata con l'8% di sale.
Per un litro di acqua ci vorranno 80 gr. di sale.
Se avete deamarizzato 1 kg di olive conviene preparare una salamoia con 120 gr. di sale in 1,5 litri di acqua.
Si mettono acqua e sale in una pentola e si fanno bollire qualche minuto, poi si spegne e si attende che la salamoia si raffreddi completamente. Conviene preparare la salamoia la sera così da averla a temperatura ambiente la mattina seguente.
Per le prime 2 salamoie le olive si possono mettere in un vaso grande tutte insieme.
Mettere le olive nel vaso pulito e sterilizzato e solo dopo averlo riempito ricoprirle con la salamoia. Le olive dovranno rimanere sempre immerse nella salamoia altrimenti si rovineranno. Mettere un pressino sulle olive perché possano rimanere in immersione. Chiudere il vaso e lasciarlo al buio e a riposo per un mese. Non avvitare troppo il coperchio in modo da garantire la possibilità di fuoriuscita di un po' di salamoia a causa della fermentazione (mettere un piattino sotto la base).
Seconda salamoia:
Trascorso il primo mese preparare la seconda salamoia, dovrà essere al 10%, più forte della prima, quindi per 1 kg di olive occorranno 150 gr. di sale e 1,5 litri di acqua. Procedere come per la prima salamoia e lasciarla raffreddare.
Scolare le olive dalla prima salamoia e dopo averle messe in un altro vaso pulito ricoprirle con la seconda salamoia.
Chiudere e riporre al buio un altro mese.
Terza salamoia:

La terza salamoia sarà quella definitiva e sarà più leggera delle altre.
Si farà al 6% di sale. Per il solito kg di olive si preparerà una salamoia con 90 gr. di sale in 1,5 litri di acqua.
Dopo che la salamoia si sarà raffreddata scolare le olive dalla seconda salamoia e trasferirle in vasetti più piccoli. Coprirle con la salamoia, mettere i pressini e chiudere. Riporre e consumare non prima che sia trascorso almeno un altro mese (meglio di più).
Veggie
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OLIVE IN SALAMOIA
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Pubblicato mercoledì 24 novembre 2010e aggiornato il

crostata con pasta acida gluten-free

Avevo della pasta acida senza glutine da consumare, così ho improvvisato questa crostata che è venuta talmente buona da convincermi a ripeterla nonostante io non abbia alcun problema con l'assimilazione del glutine.
CROSTATA CON PASTA ACIDA GLUTEN-FREE
Ingredienti:
180 gr. pasta acida gluten-free
250 gr. circa farina di riso
50 gr. fecola di patate
120 gr. zucchero
125 gr. margarina vegetale non idrogenata
1 uovo
1 pizzico di sale
marmellata a piacere
farina di riso o pangrattato di soia per lo stampo
Preparazione:
Come è noto la crostata affinché venga friabile deve essere lavorata con ingredienti freddi, quindi non può essere lasciata lievitare nonostante la presenza della pasta acida.
La pasta acida da utilizzare dovrà quindi essere stata rinfrescata 1 o 2 giorni prima di procedere e tenuta in frigorifero.
Togliere la margarina dal frigorifero e lasciarla ammorbidire per 30 minuti o 1 ora a temperatura ambiente.
Pesare la pasta acida e metterla in una insalatiera. Aggiungere la fecola di patate, un pizzico di sale e amalgamarli.
Quando la margarina si sarà ammorbidita (non sciolta) in un'altra terrina mettere l'uovo intero e lo zucchero e sbatterli con una forchetta, aggiungere la margarina (lasciandone una noce per lo stampo da ungere) e girare aiutandosi con la forchetta fino a quando non si otterrà un a crema più o meno omogenea.
Versare la crema sulla pasta acida e girare appena, poi aggiungere la farina di riso e molto velocemente impastare con le mani fino a farne una palla. Se l'impasto dovesse risultare troppo morbido si può aggiungere dell'altra farina, perché quando si lavora con la pasta acida si possono ottenere impasti con consistenza variabile, comunque 250 gr. di farina più o meno dovrebbero andar bene. Coprire la pasta e metterla in frigorifero per un'ora.
Nel frattempo preparare lo stampo. Ungerlo con la margarina rimasta e spolverarlo con farina di riso o pangrattato di soia.
Togliere la pasta dal frig orifero e prelevarle 2/3, dargli la forma di una palla e metterla al centro dello stampo.
Con le dita e successivamente con i palmi delle mani stendere la pasta in uno strato uniforme. Con una parte della pasta messa da parte ricavare il bordo tutt'attorno. Per ottenere l'effetto smerlato preparare de i tubicini di pasta e posizionarli intorno al perimetro della pasta, poi premerli contro il bordo con il pollice infarinato.
Distribuire la marmellata e con la rimanente pasta fare le rifiniture.
Infornare a 180°C per 40 minuti.
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CROSTATA CON PASTA ACIDA GLUTEN-FREE
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Pubblicato lunedì 22 novembre 2010e aggiornato il

struccante oleoso occhi-viso

Evitate gli struccanti oleosi cosmetici, oltre ad essere completamente petrolchimici non struccano bene e se inavvertitamente ne finisce una goccia in un occhio bruciano da morire!
Se non avete ancora provato gli oli vegetali questa è l'occasione giusta e non tornerete indietro.
Gli oli sono delicati e rimuovono alla perfezione persino il mascara waterproof (in particolare è l'olio di mandorle dolci il più adatto per questa funzione). Se rimangono sulla pelle non formano un film impermeabile che provoca la comparsa dei brufoli, ma idratano e lasciano la pelle morbida.
Questo struccante grazie alla sua delicatezza nasce per gli occhi, ma chi è abituato a detergere il viso con uno struccante oleoso potrà utilizzarlo anche per questo scopo.

STRUCCANTE OLEOSO OCCHI-VISO
(per un flacone classico da 125 ml)
Ingredienti:
50 ml oleolito di achillea, tiglio o fiordaliso in olio di vinacciolo (oppure olio di vinacciolo semplice)
20 ml oleolito di camomilla in olio d'oliva (oppure olio d'oliva semplice)
40 ml olio di mandorle dolci
10 ml glicerina vegetale
1 cucchiaino Tween 80 (facoltativo)
10 gocce olio essenziale di lavanda o camomilla
Preparazione:
Versare tutti gli oli nel flacone. Aggiungere la glicerina e gli oli essenziali.
In ultimo aggiungere il Tween 80 (se si è scelto di metterlo). Chiudere ed agitare.
Il Tween 80 (polisorbato 80) è un emulsionante di grado alimentare usato anche in farmacia, chiedete al vostro farmacista se può procurarvene un po'.
Gli oli rimuovono le impurità liposolubili, ma non sempre riescono ad asportare quelle idrosolubili, ecco perché un emulsionante si rivela utile.
In ogni caso se si sceglie di non usarlo o non si riesce a reperire l'emulsionante, l'olio è efficace anche da solo.
Uso:
La glicerina tende a depositarsi sul fondo perché non è solubile negli oli, quindi prima di ogni uso agitare il flacone.
Bagnare con acqua e strizzare un batuffolo di cotone idrofilo o un dischetto e rimuovere il trucco dagli occhi e/o dal viso con delicatezza. Sciacquare con acqua tiepida, per una detersione più profonda, se si vuole rimuovere completamente l'olio usare il sapone.
Applicare un tonico per il viso.
OLEOLITO DI ACHILLEA, TIGLIO, FIORDALISO, CAMOMILLA
Per preparare un oleolito con una di queste piante e fiori richiesti per lo struccante si procede come spiegato nell'articolo oleolito di calendula, utilizzando lo stesso peso di fiori/piante indicati nella ricetta, ma utilizzando come olio di macerazione quello di vinacciolo, ad eccezione per quello di camomilla che può anche essere in olio d'oliva.
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Pubblicato sabato 20 novembre 2010e aggiornato il

crostatine all'albicocca


Dolcetto o sapone?
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Pubblicato venerdì 19 novembre 2010e aggiornato il

zucchine centenarie alla pizzaiola

Le zucchine più strane del mondo!
Si trovano solo in un breve periodo dell'anno, sono piene di spine e per questa ragione sono conosciute anche con il nome di zucchine spinose.
Per pulirle è assolutamente richiesto l'uso dei guanti, perché le spine sono davvero pungenti!

ZUCCHINE CENTENARIE ALLA PIZZAIOLA
Ingredienti: (per 2 persone)
3 zucchine centenarie
1/2 cipolla
qualche pomodoro da sugo (oppure mezzo barattolo di pomodori a cubetti)
origano
peperoncino (facoltativo)
mozzarella (facoltativo)
sale e olio
Preparazione:
Indossare i guanti e sbucciare le zucchine con un coltello. Aprirle a metà e togliere la parte centrale un po' legnosa. Lavare e tagliare a cubetti.
In un tegame far soffriggere la cipolla (senza bruciarla) e aggiungere i cubetti di zucchine. Cuocere per qualche minuto poi aggiungere il pomodoro a cubetti. Salare e condire con l'origano e il peperoncino.
A cottura ultimata aggiungere la mozzarella tagliata a cubetti, spegnere il fornello e coprire il tegame con il coperchio.
Attendere qualche minuto che la mozzarella si fonda prima di servire.
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Pubblicato mercoledì 17 novembre 2010e aggiornato il

deamarizzare le olive

E' il momento di raccogliere le olive.
In salamoia o sott'olio, aromatizzate in vari modi sono sempre buone.
Appena raccolte però sono amare e prima di essere consumate devono essere sottoposte ad un trattamento di deamarizzazione che come si può capire serve a togliere il sapore amaro dai frutti.
Il trattamento si può fare in 2 modi, usando acqua semplice o una soluzione di acqua e soda caustica.
Prima di andare avanti vorrei chiarire a chi ha poca esperienza con le olive che olive verdi o nere si differenziano solo nel grado di maturazione, ma non sono varietà diverse.
Quando le olive si raccolgono acerbe sono verdi, se si lasciano maturare sull'albero diventano nere.

DEAMARIZZAZIONE DELLE OLIVE CON ACQUA SEMPLICE
Mettere le olive in una capiente insalatiera e coprirle di acqua.
Cambiare l'acqua 2 volte al giorno per 15 giorni.
Preparare la salamoia o conservarle in altro modo.
DEAMARIZZAZIONE DELLE OLIVE CON SODA CAUSTICA
Per ogni chilogrammo di olive occorrono 20 gr. di soda caustica e 1 litro di acqua di rubinetto.
In una capiente insalatiera (anche di plastica resistente) versare l'acqua precedentemente calcolata sulla quantità di olive da deamarizzare.
Aggiungere la soda pesata con precisione e girare per scioglierla.
La soda scalderà la soluzione, attendere che sia completamente fredda prima di passare alla fase successiva.
Quando la soluzione si sarà raffreddata fino a raggiungere la temperatura ambiente aggiungere le olive precedentemente pulite e lavate.
Durante la permanenza nella soluzione, le olive dovranno rimanere sempre immerse, sia per evitare che anneriscano, sia per ottenere una deamarizzazione omogenea.
Per tenerle immerse completamente coprirle con uno strofinaccio pulitissimo o con una tavola di legno, oppure con un piatto.
Lasciare le olive nella soluzione per 8 o 10 ore girandole ogni tanto.
Trascorso il tempo indicato scolarle dalla soluzione e sciacquarle con acqua corrente.
Rimetterle nell'insalatiera e coprirle di acqua di rubinetto fresca.
Cambiare l'acqua mattina e sera per 3 giorni.
Preparare la salamoia o conservarle in altro modo.
Veggie
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Pubblicato lunedì 15 novembre 2010e aggiornato il

3 fasi per una perfetta pulizia del viso

Il dottor Ernő László (1897-1973) fu un dermatologo americano originario della Transilvania.
Divenne famoso per le sue rivoluzionarie teorie sulla pulizia del viso.
Secondo László per curare le pelli secche è necessario lavare il viso con sapone e acqua molto calda, tanto calda da essere appena sopportata dal palmo delle mani.
Secondo László (come del resto secondo tutti i dermatologi) il pH dei cosmetici ha un ruolo fondamentale per mantenere una pelle sana.
Il sapone è l'unico a dover avere un pH basico, mentre tutti gli altri cosmetici al contrario, devono avere un pH acido che corrisponda esattamente a quello della pelle.
Per svolgere una corretta pulizia del viso si imbeve un batuffolo di cotone inumidito con un olio molto grasso (olio di germe di grano). Si passa sul viso e si rimuove il trucco.
Successivamente si lava il viso con sapone, facendolo schiumare molto bene, poi si sciacqua con acqua caldissima, quasi bollente. Secondo il sistema László la temperatura dell'acqua è fondamentale. L'acqua molto calda ammorbidisce e fa gonfiare le cellule cornee dell'epidermide stimolando così le ghiandole sebacee alla secrezione. Una volta asciugato il viso si passa una lozione tonica (acida) e successivamente un velo di crema grassa.
Le teorie di László non finiscono certo qui e chi ne fosse interessato potrà approfondirle l'argomento facendo delle ricerche personali.
Ancora oggi le sue teorie sono oggetto di discussione, ma noi possiamo farne tesoro prendendo solo quello che ci sembra corretto. Apporteremo qualche modifica, soprattutto per quanto riguarda la temperatura dell'acqua ed evitare così di danneggiare le pelli molto secche e soggette a couperose, perché una temperatura eccessiva provoca la rottura dei capillari.

3 FASI PER UNA PERFETTA PULIZIA DEL VISO

FASE 1 - Prendere un dischetto per il trucco, bagnarlo e strizzarlo molto bene. Versarci sopra dell'olio struccante.
Passarlo sugli occhi e rimuovere il trucco, poi preparare un altro dischetto e passarlo su tutto il viso. Se non c'è trucco sugli occhi si può utilizzare un unico dischetto.

FASE 2 - Lavare accuratamente il viso con sapone di qualità, meglio se autoprodotto e sciacquare con acqua calda.
In alternativa al sapone si potranno utilizzare farine, latti detergenti (anche autoprodotti) o quello che si preferisce (il sapone rimane il migliore), ma terminare sempre risciacquando il viso con acqua calda e asciugandolo accuratamente.

FASE 3 - Tamponare il viso con un batuffolo di cotone o un dischetto imbevuto di lozione tonica (con pH leggermente acido), acqua di rose, di hamamelis o altra lozione autoprodotta.
Con un fazzolettino asciugare il liquido in eccesso, perché il segreto per mantenere la pelle idratata sta soprattutto nell'evitare che l'acqua evapori dal viso e questo accade quando non si asciuga.
Non lasciare mai il viso bagnato!


Completare la cura del viso con l'applicazione di una crema o di un olio.
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Pubblicato sabato 13 novembre 2010e aggiornato il

dolce semplice alle mandorle - senza glutine

E' un dolce semplicissimo, adatto per la prima colazione. Io stessa che non ho problemi con il glutine lo mangio volentieri.

DOLCE SEMPLICE ALLE MANDORLE - SENZA GLUTINE
Ingredienti:
250 gr pasta acida senza glutine rinfrescata da 3 ore
250 gr farina di riso
100 gr. fecola di patate
150 gr. zucchero di canna
100 gr. margarina non idrogenata
100 gr. mandorle tritate
100 ml latte a piacere (vaccino, soia, mandorle ecc..)
2 uova
2 cucchiai alchermes vegan
2 cucchiaini cardamomo in polvere
1 pizzico di sale
Preparazione:
Rinfrescare il lievito come spiegato qui e lasciarlo a temperatura ambiente per qualche ora.
In una ciotola mettere le uova e sbatterle con lo zucchero e un pizzico di sale. Aggiungere la margarina fusa ma non bollente, l'alchermes e il latte appena tiepido o a temperatura ambiente (non bollente per non danneggiare il lievito).
Sbattere con la frusta poi aggiungere le mandorle tritate (con tutta la pellicina) e il cardamomo. Se usate i semi di cardamomo interi, anziché la polvere, potete macinarli insieme alle mandorle, perché altrimenti in un macina-caffé sarebbe impossibile macinare solo 2 cucchiaini di semi.
Aggiungere la pasta acida e farla amalgamare bene girando con un cucchiaio ed infine unire le farine. Impastare bene con delicatezza. L'impasto dovrebbe essere morbido, ma se per qualche ragione risultasse troppo duro si potrà aggiungere poco latte in più.
Coprire l'impasto e lasciarlo lievitare 2 o 3 ore in luogo tiepido.
Ungere uno stampo rotondo con il bordo sganciabile e trascorso il tempo di lievitazione versarci l'impasto.
Mettere nuovamente a lievitare per altre 2 o 3 ore.
Accendere il forno e portarlo ad una temperatura di 200°C, mettere il dolce nel forno.
Dopo 10/15 minuti portare la temperatura a 180°C e proseguire la cottura per un totale di un'ora.
Prima di sformare attendere che il dolce si sia raffreddato.
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Pubblicato giovedì 11 novembre 2010e aggiornato il

latte d'avena

Aggiornamento del 06-12-2016
Con questo aggiornamento  presento la nuova versione della ricetta del latte d'avena, preparato con i fiocchi.
La prima versione della ricetta prevede l'uso della farina integrale e la troverete a seguire.

LATTE D'AVENA - RICETTA FACILE PER UN LATTE PIU' BUONO
Ingredienti:
(per 1 litro di latte)
45-50 g di fiocchi d'avena preferibilmente piccoli
acqua minerale naturale
1 cucchiaio di zucchero di canna (o altro dolcificante a piacere)
Aromi a piacere
Preparazione:
Segui le indicazioni nel video.


Versione del 11-11-2010
Usiamo la farina d'avena anziché il chicco per ottenere un latte più rapidamente.

LATTE D'AVENA

Ingredienti:
50 gr. di farina d'avena integrale biologica
2,5 litri di acqua oligominerale
40/50 gr. di zucchero di canna integrale (facoltativo)
1 pizzico di sale
1 cucchiaino cardamomo in polvere (oppure cannella o vaniglia)
scorza di limone bio
Preparazione:
Mettere la farina d'avena e l'acqua in una pentola. Aggiungere un pezzetto di scorza di limone (solo la parte gialla), a scelta cannella cardamomo o vaniglia e un pizzico di sale.
Portare ad ebollizione e far bollire dolcemente per 30 minuti. Girare spesso per evitare che la farina si attacchi sul fondo della pentola.
5 minuti prima di spegnere aggiungere lo zucchero e girare.
Dopo aver spento coprire la pentola e lasciar la riposare per un'ora.
Nel frattempo preparare un colino e rivestirlo con un telo di cotone lavato solo con sapone naturale e posarlo su un'altra pentola o sopra un'insalatiera.
Versare il latte nel telo e strizzare bene il tessuto. Se si usa un passino a maglia fitta si può evitare di ricorrere al telo di cotone.
Trasferire il latte in bottiglie e metterle in frigorifero.
Il latte si conserva per qualche giorno, ma può essere congelato in bottiglie (piccole) o barattoli di vetro.
Quando si vuole utilizzare il latte per la colazione, trasferire le bottiglie dal congelatore al frigorifero la sera prima.
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Pubblicato martedì 9 novembre 2010e aggiornato il

liquore di melograne

LIQUORE DI MELOGRANE
Ingredienti:

5 melograne di giusta maturazione
500 ml alcol da liquori 95° (alcol buongusto)
2 arance con scorza bella (meglio se bio)
2 limoni con scorza bella (meglio se bio)
4 cm cannella (un pezzetto di stecca)
4 chiodi di garofano
1 baccello di vaniglia
250 gr. zucchero
200 ml Rhum
Preparazione:
Lavare bene arance e limoni e asportare le scorze eliminando la parte bianca.
Metterle in un capiente vaso. Aggiungere l'alcol, il baccello di vaniglia, la cannella e i chiodi di garofano.
Aprire le melograne a metà (rompendole, cioè senza tagliarle) e prendere solo i semi (senza pellicina), mettere tutti i semi nel vaso insieme al resto.
Chiudere ermeticamente e lasciare almeno 2 mesi in dispensa in infusione (meglio se di più).Trascorso il tempo d'infusione preparare un sciroppo con 100 ml di acqua e lo zucchero, mettendo acqua e zucchero in un pentolino sul fuoco e spegnendo appena si alza il bollore.
Lasciarlo raffreddare completamente, poi unirlo al contenuto del vaso. Aggiungere anche il Rhum. Girare bene e richiudere.
Lasciare un'altra settimana poi filtrare con un filtro di carta da liquori o un filtro per caffé facendolo scendere direttamente nelle bottiglie.
Per gustarlo appieno lasciarlo stagionare almeno 2 mesi.
Veggie
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Pubblicato sabato 6 novembre 2010e aggiornato il

pomata alla calendula

Nell'armadietto dei rimedi la pomata alla calendula non deve mancare.
Un'infiammazione, un'irritazione o una piccola ferita trovano giovamento con applicazioni di calendula.
Un'eritema, una scottatura? ....ancora calendula.
Prurito, punture d'insetti o pelle arrossata, sempre la calendula!
La calendula è da considerare una panacea per i problemi della pelle, teniamone sempre un vasetto in casa.
La pomata si può fare facilmente in casa con ingredienti naturali e di facile reperimento.

POMATA ALLA CALENDULA
(per un vasetto da 50ml)
Ingredienti:
40 gr. oleolito di calendula in olio EVO
6 gr. cera d’api*
80 gocce T.M. di calendula
20 gocce o.e. tea tree
20 gocce o.e. di limone
* E' preferibile avere della cera d'api pronta da usare. Preparatela in anticipo in piccoli cubetti come spiegato qui oppure in scaglie come spiegato nell'articolo preparare la cera in scaglie.
Preparazione:
Scaldare a bagnomaria l’oleolito e la cera finché la cera non si sarà fusa, facendo attenzione a non far alzare troppo la temperatura (massimo 70°).
Aggiungere gli oli essenziali e la tintura madre, girare bene ed attendere qualche secondo per far scendere un po' la temperatura.
Versare la pomata nel vasetto prima che solidifichi.
Attendere il completo raffreddamento prima di chiudere il vasetto.
Conservazione e uso:
Poiché questa pomata non contiene acqua può essere conservata a temperatura ambiente, ma lontano da fonti di calore. Si conserva fino a 2 anni e oltre.
Può essere utilizzata per tanti problemi della pelle quali eczemi, screpolature, ferite, contusioni, eritemi e come dopo-puntura di insetti contro il prurito.
Veggie
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Pubblicato giovedì 4 novembre 2010e aggiornato il

pasta acida e pane senza glutine

Non immaginavo si potesse fare un pane così buono, senza utilizzare lievito di birra e farine contenenti glutine. E' proprio il glutine a dare morbidezza ed elasticità al pane e la lievitazione dipende principalmente dalla sua presenza. Invece ho potuto constatare che sebbene la pasta acida senza glutine abbia un aspetto completamente diverso, in effetti priva di elasticità e che si sbriciola, il potere lievitante è diverso ma c'è.
Questa è una bella notizia per chi soffre di celiachia, che se armato di pazienza e di buona volontà potrà fare pane e dolci gluten-free senza ricorrere sempre ad acquistare prodotti che costano un occhio della testa solo perché non si può farne senza.

PREPARAZIONE DEL LIEVITO NATURALE SENZA GLUTINE

La prima cosa da fare è la pasta acida, che diventerà il lievito da utilizzare sempre.
Useremo il metodo spiegato nell'articolo preparazione del lievito naturale, ma con qualche piccola variante e soprattutto utilizzando farine senza glutine.
La farina di riso sarà il pilastro della pasta acida. Si farà sempre con farina di riso e in tutti i rinfreschi successivi si utilizzerà solo farina di riso.
Ingredienti:
farina di riso (da provenienza sicura)
mezza mela
acqua minerale naturale (acqua non clorata e non gasata)
Preparazione:
Partire grattugiando mezza mela e amalgamandola insieme a 80 gr. di farina di riso e 100 ml di acqua minerale naturale.
Mettere l'impasto nel barattolo di vetro come spiegato nell'altra ricetta e seguire le stesse indicazioni, cioè coprirla parzialmente con il tovagliolo, ma lasciando il barattolo aperto e girando il contenuto varie volte al giorno.
Già il giorno seguente prenderà un odore a dire il vero un po' sgradevole, e sembrerà che frizzi un po'. L'attività sarà da subito più evidente di quella che si sviluppa utilizzando farine normali, ma non fateci caso e proseguite.
Trascorse le prime 48 ore si procederà con il primo rinfresco, prelevando 150 gr. di impasto dopo averlo girato per bene ed aggiungendo 75 gr. di farina (di riso) e 75 ml di acqua.
Procedere come spiegato nella ricetta preparazione del lievito naturale ed arrivare al secondo rinfresco dopo altre 48 ore. Anche in questo secondo rinfresco si prenderanno 150 gr. di pasta e si aggiungeranno 75 gr. di farina e 75 ml di acqua. Si proseguirà senza però misurare la lievitazione segnando il livello della pasta con il pennarello come spiegato in ricetta, perché in questo caso non serve.
Trascorse ulteriori 48 ore si farà il terzo rinfresco, sempre con 150 gr. di pasta e aggiungendo 75 gr. di farina con 75 ml di acqua. A questo punto però si attenderanno circa 3 ore, poi l'impasto si dovrà versare in un altro vaso di tipo quello dell'immagine. Si chiuderà e si metterà in frigorifero.
Bisognerà lasciarlo maturare 5 o 7 giorni. Dopo i primi 3 o 4 giorni aprire leggermente il vaso per far sfogare un attimo la fermentazione, poi richiudere e rimettere subito in frigorifero.
Trascorsa la settimana indicata si potrà procedere con il primo pane come spiegato nella ricetta che segue.
Il lievito andrà mantenuto in vita facendo un rinfresco settimanale come spiegato nell'altra ricetta utilizzando però sempre e solo farina di riso.

PANE SENZA GLUTINE

(per un pane in cassetta di circa kg 1,200)
Ingredienti:
300 gr. di pasta acida senza glutine
250 gr. di fecola di patate
200 gr. di farina di miglio decorticato
200 gr. di farina di riso
100 gr. di farina di mais
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
poco olio extravergine d'oliva
50 gr. di semi di girasole (facoltativo)
Preparazione:
Togliere dal frigorifero la pasta acida e trascorsa mezz'ora rinfrescarla come spiegato in ricetta, tendendone un po' di più in considerazione del fatto che una parte dovrà essere utilizzata per il pane e un'altra parte andrà riposta in frigorifero per le panificazioni successive.
Lasciarla lievitare per qualche ora a temperatura ambiente.
La sera prima di panificare pesare 300 gr. di pasta acida (il resto metterla in un barattolo e riporla in frigorifero) e metterla in una capiente insalatiera. Aggiungere la fecola, la farina di mais, la farina di miglio e la metà della farina di riso (100gr.). Se non trovate la farina di miglio già pronta potete acquistare del miglio biologico e ridurlo in farina con un macinino del caffé, si macinerà sottilmente senza difficoltà.
Aggiungere il sale, lo zucchero e 2 cucchiai d'olio d'oliva (la farina di riso verrà aggiunta il giorno successivo). Aggiungere acqua non fredda e impastare con un cucchiaio fino ad ottenere un impasto consistente, comunque non così consistente come quello di un pane di farine con glutine.
Mettere l'impasto a lievitare e lasciarlo per tutta la notte, seguendo le modalità scritte nella ricetta dal lievito al pane.
La mattina seguente l'impasto sarà discretamente lievitato, ma diverso dai pani tradizionali, sul fondo potrebbe esserci della pasta più liquida.
Se volete arricchire il pane con i semi di girasole, metteteli in un pentolino antiaderente e tostateli leggermente.
Mentre i semi raffreddano, foderare con carta forno uno stampo da plumcake da 30cm.
Aggiungere la farina di riso rimasta (100 gr.) all'impasto del pane, se dovesse servire aggiungere anche poca acqua. L'impasto dovrà risultare ben consistente. Aggiungere i semi di girasole tostati e versare l'impasto nello stampo. Schiacciarlo bene per non lasciare vuoti.
Scaldare il forno per un minuto appena e mettere lo stampo a lievitare per 2 o 3 ore.
Trascorso il tempo indicato l'impasto sarà lievitato discretamente.
Accendere il forno a 220°C e raggiunta la temperatura infornare il pane. Dopo i primi 15 minuti proseguire la cottura a 200°C per 1 ora totale.
Dopo i primi 45 minuti, se piace si può spennellare la superficie con dell'olio d'oliva e rimettere in forno fino al termine.
Al termine della cottura attendere 10 minuti poi togliere il pane dallo stampo e avvolgerlo in un telo, in modo che possa raffreddare lentamente.
Tagliare solo quando sarà completamente freddo.

La ricetta può essere modificata sostituendo parte della farina di mais e o di miglio con altre farine prive di glutine.
Si possono includere 100/200gr. totali di farine di legumi come soia e ceci.
La fecola di patate può essere sostituita in parte o totalmente con amido di mais, farina di tapioca (manioca). Si possono includere nella ricetta grano saraceno, farina di castagne e farine di mandorle, noci e nocciole.
Esistono diversi tipi di farina di mais, inclusa quella bianca, possono essere usate tutte. Anche altri tipi di preparazioni con il riso vanno bene, per esempio semolino di riso e crema di riso.
E non dimentichiamo quinoa e amaranto.
La farina di riso comunque non dovrà mai mancare.
Veggie
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Pubblicato martedì 2 novembre 2010e aggiornato il

preparare la cera in scaglie

Per evitare di grattugiare la cera ogni volta che ce ne occorrono piccole quantità come quando si vuole fare una crema, si può colare la cera precedentemente fusa negli stampi in silicone per i cioccolatini o negli stampi per il ghiaccio come spiegato nell'articolo preparare la cera per saponi e cosmetica. L'alternativa è prepararla in scaglie, anch'esse leggere e di facile pesatura.

Procedimento:
Tagliare dei fogli di plastica dalle buste per l'immondizia (quelle nere resistenti) di dimensioni affinché possano essere maneggiati, più o meno come quelle dei un fogli A4 ma di misura doppia perché si dovranno piegare in due. Stenderli doppi su un piano.
Mettere il panetto di cera da sciogliere in un pentolino ed accendere il fornello a fuoco molto moderato, facendo attenzione a non far bruciare la cera. Man mano che si fonde un po' di cera versarla fusa (non dovrebbe essere bollente) sui fogli di plastica facendo strati molto sottili (un paio di mm).
Aspettare una decina di minuti che la cera si sia raffreddata e solidificata, poi trasferire per pochi minuti i fogli nel congelatore.
Estrarne uno alla volta, la cera sarà abbastanza dura da rompersi e sarà sufficiente una piccola pressione sotto la plastica perché si stacchi dal foglio.
Trasferire i pezzi in una vaschetta.
A lavoro ultimato mettere la vaschetta qualche minuto nel congelatore. Quando si tirerà fuori i sottili fogli di cera saranno duri e con le mani si potranno rompere con facilità in pezzetti più piccoli.
Consiglio di non sbriciolarli troppo per non farli ammassare una volta riposti nei vasetti per effetto della temperatura elevata.
Riporre la cera in uno o più vasetti e conservare in luogo fresco.
Anche in questo caso abbiamo aggirato l'ostacolo rappresentato dalla grattugia.
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