Pubblicato domenica 28 febbraio 2010e aggiornato il

un fiore qualsiasi

Tutti i fiori sono belli.
Veggie

Pubblicato venerdì 26 febbraio 2010e aggiornato il

kefir di soia

Dopo tanti tentativi sono finalmente riuscita ad ottenere un kefir di soia partendo da grani allevati nel latte vaccino. Il kefir che ne risulta ha un sapore gradevole e la consistenza di uno yogurt denso e cremoso. La differenza principale con il latte vaccino è la quantità di grassi in esso contenuti che è decisamente inferiore a quella del latte di mucca e naturalmente il fatto che essendo preparato con latte vegetale può essere consumato anche da vegan e da coloro che non tollerano il latte vaccino. Oppure semplicemente da chi come me non ama molto il latte, ma non vuole rinunciare ai benefici ottenuti dall'assunzione dei probiotici del kefir.
Allevare i fermenti nel latte di soia non è difficile, ma i grani sebbene cerchino di adattarsi, sono costretti a subire un adattamento faticoso e forzato, perché non riescono a trovare nel latte vegetale l'ambiente ideale. Con il passare del tempo perdono vitalità e forza, perciò ogni tanti mesi dovranno essere sostituiti con nuovi grani.
Purtroppo questo fatto ci costringe a mantenere 2 colture parallele, una con latte vaccino e una con il latte di soia. Quella con il latte vaccino ci serve come fonte per nuovi grani quando quelli esauriti nel latte di soia dovranno essere sostituiti. Se abbiamo la fortuna di avere in casa qualcuno che consumi il kefir di latte animale, allora il problema non esiste. Si allevano i grani normalmente e al bisogno se ne prendono un po' per il latte di soia. Stesso discorso se abbiamo amici fidati che fanno il kefir di latte (e che non lasciano morire i grani), in questo caso ce ne faremo dare un po' all'occorrenza.
Se invece non abbiamo altre soluzioni si può tentare di congelare i grani in piccole quantità separate e risvegliarli con i dovuti accorgimenti all'occorrenza.
Nella prima immagine ci sono grani di kefir allevati in latte vaccino parz. scremato, nell'immagine più in basso ci sono grani allevati in latte di soia dopo 2 mesi dal passaggio da latte vaccino. Come si può notare i grani di soia sono più piccoli e a me sembra che mostrino una certa insofferenza, anche se l'aspetto non può essere identico dato che i grani non sono immersi in un liquido grasso come lo è il latte di mucca. Comunque con il passare del tempo i grani si mlotiplicano, ma più lentamente rispetto agli altri e rimangono di dimensioni inferiori.
Il latte di soia per il kefir deve essere un latte naturale (biologico) e senza aggiunte di sorta. Leggete bene gli ingredienti prima dell'acquisto, in commercio si trova latte addizionato con olio di girasole o con calcio e in alcuni casi con del sale. Una volta mi è capitato un latte con un po' di sale e i grani sono morti nell'arco di poche ore, non l'hanno tollerato.
I latti sicuri che ho testato sono il Probios, il Provamel, il Soy Dream, il Sojade, mentre Isola Bio, forse proprio a causa del sale che contiene non è andato bene.

KEFIR DI SOIA
Ingredienti:
grani di kefir dal latte vaccino
latte di soia
poco zucchero bianco
Preparazione:
La prima cosa da ricordare è che il kefir di soia ha gli stessi tempi di quello d'acqua, i grani andranno quindi rimossi dal kefir e sistemati nel latte nuovo ogni 48 ore anziché ogni 24 come si fa per il kefir normale.
Prima di preparare il kefir da bere o mangiare i grani attraverseranno un periodo di adattamento. Il kefir potrà essere consumato solo dopo i primi 10/12 dall'inizio del procedimento.
Come iniziare: si prende un barattolo di vetro (della grandezza di quelli della marmellata) e si riempie per metà di latte vaccino e per metà di latte di soia. Si aggiunge una puntina di zucchero bianco, si scioglie e si aggiungono un paio di cucchiaini di grani di kefir prelevati dal latte vaccino. Il vasetto va chiuso, ma non ermeticamente, giusto quel tanto che serve per evitare che possa entrare della polvere all'interno. Si copre con un panno in modo che stia allo scuro e al caldo. e si ripone in ambiente tiepido. Dopo 2 giorni i grani si filtrano e il liquido si butta. Si mettono in un vasetto pulito in un liquido composto per metà di latte vaccino e per metà di latte di soia con una piccola aggiunta di zucchero (una puntina). Si va avanti così per 4 volte. Successivamente si passa definitivamente al latte di soia. Quando si passa al latte di soia è bene aumentare di poco lo zucchero portandolo a mezzo cucchiaino ogni 200 ml di latte. Dalla seconda volta del passaggio al solo latte di soia, si può iniziare a consumare il kefir.
Il kefir va curato allo stesso modo del suo genitore, quindi stesse temperature stesse condizioni, come unica differenza rimangono le 48 ore contro le 24 e il poco zucchero da aggiungere (il latte di soia non contiene lattosio quindi una piccola quantità di zucchero è necessaria).
Se non si produce una gran quantità di kefir di soia, sorge il problema del latte che dopo pochissimi giorni dall'apertura della confezione deperisce. Si può scegliere se comprare le confezioni da 500ml e utilizzarlo in 2 volte, oppure si può prendere 1 litro e congelare quello da utilizzare inn un secondo momento.
Io apro la confezione da un litro e quello che avanza dalla prima preparazione lo divido in vasetti di vetro monodose che congelo. La sera prima di preparare il kefir tolgo il latte congelato dal congelatore e lo passo nel frigorifero, poi all'occorrenza lo scaldo leggermente. Il kefir viene bene e non rho risxcontrato differenze utilizzando il latte precedentyemente congelato.
Ciò che invece ha ucciso i grani sono stati il latte di soia autoprodotto nel quale avevo messo un pezzetto di alga Kombu e per 2 volte lo zucchero di canna. Sembrerà strano, ma almeno nel mio caso e per 2 volte il kefir non ha sopportato lo zucchero di canna. Dalla reazione con l'alga kombu e quella con lo zucchero di canna sono arrivata alla conclusione che non tolleri alcuni minerali, dei quali ad esempio lo zucchero bianco è totalmente privato.
Veggie
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Pubblicato mercoledì 24 febbraio 2010e aggiornato il

giardiniera di verdure fermentate

Dopo il successo che in casa hanno riscontrato i crauti ho preparato questa giardiniera di verdure miste. Come il solito ho voluto sterilizzarla per poter consumare le verdure con calma senza la preoccupazione che la temperatura elevata di casa potesse inacidirla troppo. Il sapore delle verdure fermentate è molto diverso da quello dei sottaceti, decisamente meno acido e più aromatico.
Le verdure possono essere consumate per completare un antipasto o come contorno. Consiglio di preparare una maionese senza uova e improvvisare un'insalata russa davvero speciale.

GIARDINIERA DI VERDURE FERMENTATE
Ingredienti:
300 gr. di funghi champignon
1 cavolfiore
10 ravanelli
2 peperoni
2 carote
2 zucchine
1 cetriolo
1 cipolla
3 spicchi d'aglio
semi di coriandolo e senape
2 litri salamoia preparata con 50 gr. di sale
3 o 4 cucchiai di acqua fermentata di precedenti preparazioni oppure di siero di kefir o di yogurt o 2 cucchiai di miso (facoltativo)
Preparazione:
La prima cosa da fare è preparare la salamoia. Far bollire 2 litri di acqua oligominerale (la preferisco per evitare che il cloro dell'acqua di rubinetto possa interferire sulla fermentazione) e scioglierci i 50 grammi di sale. Lasciarla raffreddare fino a temperatura ambiente.
Lavare accuratamente le verdure e tagliarle a pezzetti non troppo grandi. Mettere le verdure in una pentola o in un altro contenitore anche di vetro in cui le verdure possano essere compresse un po' durante i primi giorni, prima cioè che inizi la fermentazione vera e propria. Io ho usato una pentola in acciaio inox da 7 litri. Versare la salamoia sulle verdure. E' molto importante che le verdure vengano completamente ricoperte di salamoia per evitare che inizi un processo di putrefazione. La salamoia ha il compito di proteggerle durante la prima fase della preparazione, quando cioè la fermentazione non è stata ancora avviata. Inoltre il sale attira l'acqua dalle verdure evitando che si ammoscino, al contrario rendendole croccanti.
Una volta iniziata la fermentazione sarà lo stesso acido lattico a proteggere le verdure dalla contaminazione di colonie batteriche dannose. Durante la fermentazione la soluzione diverrà via via più acida. Quando raggiungerà un pH inferiore a 4,6 le nostre verdure saranno al sicuro anche dal tanto giustamente temuto botulino.
E' importante iniziare questo genere di preparazioni quando fa ancora freddo. La temperatura ambientale dovrebbe essere inferiore ai 20 gradi. In questo modo si evita la formazione di odiose muffe sulla superficie della salamoia. Muffe che se si dovessero presentare sarebbe meglio rimuovere, non tanto perché pericolose, quanto perché possono alterare il sapore delle verdure.
Una volta versata la salamoia sulle verdure aggiungere se possibile qualche cucchiaio di un altro liquido già ricco di fermenti, per esempio latticello di kefir o di yogurt, liquido una precedente fermentazione o anche del miso che ne è veramente ricco. Questa aggiunta funziona da starter accellerando l'avvio alla fermentazione. Se la salamoia si rivelasse insufficiente a coprire tutte le verdure, prepararne altra aggiungendo sempre il 2,5% di sale e versandola sulle verdure il prima possibile non appena si è raffreddata. La salamoia non deve essere assolutamente calda.
Una volta che le verdure sono ricoperte bisogna mettere un piatto o una tavola di legno sulla superficie e posarci sopra un peso che mantenga le verdure pressate. Io ho messo un piatto di plastica con sopra un vasetto di vetro. Poi ho messo il coperchio sulla pentola e dei pesi sul coperchio in modo da farlo rimanere ben aderente sul bordo. Il coperchio pigiava sul bicchiere, il bicchiere pigiava sul piatto e teneva le verdure pressate e immerse completamente nella salamoia. Tenere le verdure in ammollo così per qualche giorno. Una volta al giorno togliere il coperchio ed agitare un po' le verdure per far circolare la salamoia. La circolazione dell'acqua è importante perché impedisce alle verdure di ammuffire nella prima paerte della fermentazione.
Dopo qualche giorno, quando la fermentazione ha avuto inizio, trasferire le verdure in 2 vasi di vetro da 1,5 litri. Quelli della Bormioli a bocca larga sono perfetti. Ricoprire le verdure del liquido e mettere un pressino su ogni vaso. Avvitare i coperchi ma senza stringerli, in modo che il gas che si forma nei giorni successivi possa uscire. Mettere i vasi su un vassoio e coprirli con una tovaglia.
Nei giorni seguenti la fermentazione continua , a volte esce del liquido. Ogni tanto agitarli un po'.
Dopo 2 o 3 settimane non si vedranno più bollicine salire in superficie.
Nel periodo della fermentazione uscirà dai vasi un odore a volte disgustoso, niente paura, di solito è colpa dei cavolfiori, vi assicuro che l'odore non ha niente a che fare con il sapore delle verdure finite.
Trascorso un mese le verdure sono pronte.
Come tutte le verdure fermentate possono essere lasciate nei vasi di vetro o sistemate in vasetti più piccoli, ma devono rimanere immerse nel liquido di fermentazione, riposte in luogo fresco e consumate prima della stagione calda.
Oppure si possono mettere in vasetti più piccoli e sterilizzarle. Per sterilizzarle guardare la ricetta dei crauti.
Con le quantità riportate in questa ricetta vengono circa 10 vasetti della grandezza di quelli della marmellata.
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Pubblicato lunedì 22 febbraio 2010e aggiornato il

estratto di zenzero

E' stata la mia amica Laura a farmi venire l'idea di questo estratto. In seguito ad una sua domanda su una possibile tintura madre di zenzero mi sono ricordata che in passato l'avevo già fatto, così l'ho ripetuto. La preparazione è semplicissima e l'estratto è molto comodo, soprattutto perché non c'è bisogno ogni volta di grattugiare lo zenzero, che è un'operazione alquanto scomoda, tanto che a volte ci si rinuncia per evitare di sporcare la grattugia. Inoltre se si ha a disposizione una buona quantità di zenzero fresco può essere un modo per conservarlo.

ESTRATTO DI ZENZERO
Ingredienti:

100 gr. di radice di zenzero fresco
100 ml alcool etilico 95°
Preparzione:
Spellare lo zenzero e grattugiarlo finemente con l'attrezzo apposito o con un grattugia-mela. Mettere filamenti, polpa e succo in un barattolo di vetro e versare l'alcool. Chiudere e lasciare in infusione per 3 settimane.
Trascorso il tempo di macerazione filtrarlo su un filtro per caffé. Strizzare un po' il filtro facendo attenzione a non romperlo.
Versare l'estratto in una bottiglietta preferibilmente con contagocce.
Uso:
Utilizzare a gocce o a cucchiaini per aromatizzare tè, bevande, cucina salata e dolce.
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filtri per caffé

Questi sono dei filtri per il caffé che normalmente vengono usati per le macchinette del caffè all'americana. Ve li mostro perché non tutti li conoscono e per chi come me si diverte a fare molte preparazioni erboristiche o di cosmetica sono davvero molto utili. Si trovano in molti supermercati sui ripiani vicino al caffè. La confezione contiene 40 filtri ad un prezzo veramente irrisorio.
Li possiamo usare per filtrare liquori, estratti, tinture madri ed altre preparazioni casalinghe per le quali il passino si rende insufficiente.
Veggie

Pubblicato sabato 20 febbraio 2010e aggiornato il

iris

Questo bel fiore mi è stato donato da un caro amico pochi giorni fa. Si tratta di un Iris, conosciuto anche con il nome di Giaggiolo. E' un fiore dal profumo eccezionale. La varietà denominata Iris florentina, che in verità mi sembra questa anche se non lo è, ma gli somiglia molto, si usa in cosmetica. La radice che da fresca non ha nessun odore, quando viene essiccata e polverizzata libera un soave profumo di violetta. Viene utilizzata nelle miscele di talchi, quelle che una volta venivano definite ciprie per il corpo, nei profumi, nei sacchetti profumati e nei saponi (anche quelli che facciamo noi) per fissare i profumi degli oli essenziali.
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Pubblicato giovedì 18 febbraio 2010e aggiornato il

crema di carrube e mandorle (vegan)

Questa deliziosa crema da spalmare nasce per chi segue un'alimentazione di tipo vegan o vegetariana, perché non contiene latte o altri prodotti di origine animale. Consiglio però anche a chi segue un tipo di alimentazione tradizionale di provarla. Sarà stupito nonostante...

CREMA DI CARRUBE E MANDORLE (VEGAN)
Ingredienti:
2 litri di latte di soia al naturale, non dolcificato
650 gr. zucchero di canna integrale bio
80 gr. farina di carrube
100 gr. mandorle (pesate senza guscio)
4 o 5 mandorle amare (facoltativo)
1 cucchiaino raso di bicarbonato
1 cucchiaio scarso di estratto di vaniglia o 1 bustina di vanillina
Preparazione:
Mettere lo zucchero e la farina di carrube in una pentola dal fondo spesso. Aggiungere poco alla volta il latte e sciogliere bene cercando di evitare la formazione di grumi. Aggiungere il resto del latte e portare sul fuoco, è preferibile inserire una retina spargifiamma sotto la pentola per impedire che lo zucchero si attacchi sul fondo, aggiungere il bicarbonato. Si dice che creando un ambiente leggermente alcalino si favorisca la reazione di Maillard, anche se ho letto che servirebbe una temperatura di almeno 140 gradi per ottenere un buon risultato, decisamente più alta di quella che possiamo ottenere sui fornelli di casa, ma ci accontentiamo del lieve sapore caramellato che il calore del fornello può dare. Portare a bollore. Lasciare bollire dolcemente girando spesso.
Il tempo necessario affinché la crema raggiunga la giusta consistenza varia dalle 2 alle 3 ore. Sui tempi di cottura comunque, regolarsi come si farebbe per una qualsiasi marmellata, facendo la prova del cucchiaino.
Nel frattempo che la crema cuoce preparare le mandorle. Spellarle immergendole per pochi secondi in acqua bollente. Macinarle finemente in un macinacaffé. Quando la crema è pronta aggiungere l'estratto di vaniglia (o la vanillina) e le mandorle. Bollire per altri 5 minuti da quando la crema riprende il bollore.
Versare la marmellata in vasetti precedentemente sterilizzati e caldi. Prima di chiuderli accertarsi che il bordo sia libero dalla crema, altrimenti pulirlo con dell'alcool a 95°, questo eviterà problemi di apertura che avvengono in presenza di zucchero sul bordo. Chiudere i vasetti per bene quando la crema è bollente e adagiarli capovolti su di un canovaccio. Lasciarli così per un'ora poi girarli.
Etichettare e riporre in dispensa.
All'apertura conservare il frigorifero e consumare in tempi normali.
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Pubblicato martedì 16 febbraio 2010e aggiornato il

riflessante - antistatico per capelli

Chi usa spazzole e pettini in plastica, ma anche chi usa shampoo naturali, si ritrova spesso a dover combattere contro il problema dell'elettricità sui capelli.
Questo spray nasce proprio per "domare" capelli ribelli che svolazzono dopo l'asciugatura.
E' rosso per dare anche un leggero riflesso ai capelli di chi ama questo colore e utilizza riflessanti come l'henné o altri. Ciò non toglie che si possa preparare al naturale senza colorarlo, solo per sfruttare l'azione come antistatico.





RIFLESSANTE-ANTISTATICO PER CAPELLI ROSSI
Ingredienti: (per un flacone spray da 100 ml)
6o ml di aceto di mele
2 cucchiaini di fiori di karkadè (secco)
acqua distillata
oli essenziali a piacere
Preparazione:
Mettere i fiori di karkadè a bagno nell'aceto per un paio d'ore. Filtrare e versare nella bottiglia. Aggiungere acqua distillata fino a riempimento.
Si possono aggiungere poche gocce di oli essenziali a piacere (non oltre una decina) per mitigare l'odore dell'aceto. In questo caso bisogna ricordarsi di agitare il flacone prima dell'uso.
Uso:
Spruzzare una piccola quantità sui capelli dopo l'asciugatura.
Il prodotti si conserva a lungo.
Nota:
E' possibile preparare questo riflessante anche per capelli di colore diverso, sosituendo il karkadè con altre piante.
Per capelli biondo chiaro: versare acqua distillata calda su una bustina di camomilla e lasciarla mezz'ora in infusione. Utilizzare l'infuso di camomilla nello spray, riempiendolo con metà infuso e metà aceto.
Per capelli biondo ramato: mettere 1 cucchiaino di radice di curcuma nell'aceto e tenerlo in infusione per un paio d'ore. Filtrare accuratamente. Si preferisce usare la radice rispetto alla polvere, perché la polvere rischia di otturare i buchini dello spray.
Per capelli castani: versare acqua distillata calda su una bustina di tè e lasciarla mezz'ora in infusione. Utilizzare l'infuso di tè nello spray, riempiendolo con metà infuso e metà aceto.
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Pubblicato lunedì 15 febbraio 2010e aggiornato il

frittelle di mele di pasta acida

Se c'è una cosa che proprio non sopporto è dover buttare la pasta acida quando avanza dai rinfreschi del lievito naturale. Con un po' di fantasia possiamo inventare qualche ricetta da realizzare all'occorrenza, ottenendo un gradevole risultato come in questo caso in cui l'abbiamo sfruttata per una preparazione dolce.

FRITTELLE DI MELE DI PASTA ACIDA

Ingredienti:

pasta acida avanzata dal rinfresco
farina tipo 0
zucchero
mele
cardamomo
cannella
sale
olio per friggere
Preparazione:

Pesare la pasta acida ed aggiungere la metà del peso in farina.
Versare acqua fino ad ottenere la consistenza di una pastella densa. Aggiungere un pizzico di sale, il cardamomo in polvere e poco zucchero (1 o 2 cucchiai) dipende dalla quantità di pasta acida a disponibile). Non bisogna esagerare con lo zucchero per evitare che la pastella si bruci. Sbucciare una o più mele, tagliarle a dadini e avvolgerle nella pastella.
Scaldare l'olio e nel frattempo preparare dello zucchero a velo mischiandolo con della cannella in polvere.
Quando l'olio è caldo, utilizzando 2 cucchiai prelevare un cucchiaio di pastella per volta e friggere le frittelle.
Sistemarle su carta assorbente per togliere l'olio in eccesso.
Spolverare di zucchero a velo e cannella prima di servire.
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Pubblicato domenica 14 febbraio 2010e aggiornato il

un sapone verde

Quest'anno nel gruppo sapone e autoproduzioni è stato indetto un concorso sul sapone di Marsiglia, obiettivo: riuscire a produrre un sapone verde completamente naturale, utilizzando solo poche sostanze vegetali e a determinate condizioni. Quindi niente colori chimici. Ci siamo tutti divertiti perché quando non si vuole un sapone verde te ne vengono 3, ma quando abbiamo cercato di ottenere intenzionalmente il verde sono venuti saponi di tutti i colori tranne che in verde...
Apparentemente può sembrare una cosa facile, basta mettere qualche verdura verde e il gioco è fatto! Nella pratica però le cose sono ben diverse, a causa dell'alcalinità del sapone i colori vengono alterati e ciò che in origine è verde nel sapone può risultare beige o giallo o scomparire del tutto.
Comunque qualche bel sapone siamo riusciti a tirarlo fuori, come questo dell'immagine. Si tratta del sapone di Adriano che è riuscito ad estrapolare questo bel colore dalle foglie di lattuga.
Questo bellissimo sapone è arrivato al secondo posto. Peccato! io l'ho votato e per me meritava il primo posto.
Veggie

Pubblicato giovedì 11 febbraio 2010e aggiornato il

utilizziamo il sapone di Marsiglia

No, non è uno slogan a favore dei saponi industriali!
Ho preparato una base di sapone da poter sfruttare per le pulizie domestiche in diversi modi, utilizzando il finto "Sapone di Marsiglia" che si trova in commercio.
Chi mi conosce si chiederà perché l'ho fatto, visto che è risaputo che il sapone lo faccio da me come tante altre persone iscritte al mio gruppo. Sono ancora in tanti però, coloro che non si sono ancora avvicinati al mondo della saponificazione; a volte per mancanza di conoscenza, a volte per insufficiente sensibilità verso l'ambiente, altre per pigrizia e altre ancora perchè non si è ancora trovato il coraggio di fare il primo passo. Ho voluto solo pensare ad un modo di utilizzarlo provvisoriamente in attesa di decidersi a passare al sapone naturale fatto in casa.
Queste ricette vogliono essere da stimolo per tutti coloro che non hanno esperienza, ma che per il poco impegno richiesto sono disposti a provare.
Le dedico in modo particolare a Mariarita, una mia cara amica iscritta al gruppo, che cerca di condurre una vita ecosostenibile, ma che per motivi pratici non ha ancora iniziato a fare sapone, anche se lo desidera molto (e presto lo farà, ne sono sicura ;-)).
Come base useremo il sapone di Marsiglia che si trova nei supermercati, non useremo quello da bucato, ma quello per l'igiene personale. Il motivo di questa scelta sta nella composizione. Il sapone normalmente venduto per il bucato non riporta sulla confezione l'INCI, il codice con cui vengono indicati tutti gli ingredienti presenti in un sapone. Sui saponi per la persona invece, questo codice c'è sempre, quindi prima di acquistare possiamo verificare il contenuto del sapone.
Non sono abituata a guardare tra i ripiani di detersivi e saponi nei negozi, non lo faccio da anni e per questa occasione purtroppo ho fatto un'amara scoperta. Quasi tutti i saponi e saponette con cui vi lavate, hanno come componente principale il sego di bue, persino marche conosciute, apprezzate e vendute in tutto il mondo. Questo sgradevole ingrediente ottenuto lavorando gli scarti della macellazione è riconoscibile in etichetta dalla dicitura "Sodium Tallowate", quindi quando andrete a cercare un sapone, ora che lo sapete scartate l'acquisto di saponi che hanno questo ingrediente e scegliete per favore saponi con "Sodium Olivate" (olio d'oliva) o "Sodium Palmate" o "Sodium Palm kernelate" (rispettivamente olio di palma e olio di noccioli di palma) che anche se provenienti da palma, che per motivi ambientali sarebbe meglio evitare, sono pur sempre prodotti vegetali da preferire al sego. Naturalmente nella composizione saranno presenti EDTA, profumi sintetici e tante altre cosette di cui si può fare a meno, ma per ora è meglio sorvolare, quando vi andrà passerete a produrre sapone naturale al 100% così abolirete definitivamente anche questi.
Dunque per ricapitolare andate al supermercato e tra i saponi per il corpo scegliete quello denominato "Sapone di Marsiglia", ma che nella composizione non riporti la dicitura "Sodium Tallowate". Ora passiamo alla base e alle sue diverse applicazioni.
BASE DI SAPONE DI MARSIGLIA COMMERCIALE
Ingredienti:
1 panetto di sapone di Marsiglia per il corpo
soda da bucato (soda Solvay)
acqua di rubinetto
Preparazione:
Grattugiare 50 gr. di sapone di Marsiglia e metterlo in un pentolino insieme a 2 cucchiai di soda Solvay e ad 1 litro di acqua. Girare con un cucchiaio, coprire e lasciar riposare tutta la notte.
La mattina dopo mettere la pentola sul fuoco e portare quasi a bollore. Spegnere, ogni tanto girare per far sciogliere la soda, coprire ed attendere che il sapone si sia sciolto completamente.
Quando si presenterà trasparente senza pezzettini di sorta e quando è ancora caldo, versarlo in una vaschetta di plastica o in un barattolo a collo largo.
Da freddo il sapone assumerà l'aspetto di una massa bianca e dura, ma non così dura da non poter essere presa con un cucchiaio o facilmente tagliata con un coltello, sarà come una gelatina molto ferma. Chiudere la vaschetta e riporlo, si conserverà per qualche mese.
La nostra base ora è pronta, la utilizzeremo per preparare detersivi per usi diversi.

SAPONE LIQUIDO MULTIUSO
Ingredienti:
150 gr. della nostra base di sapone
acqua di rubinetto
Preparazione:
Mettere la base di sapone in un pentolino insieme a 500 ml di acqua di rubinetto. Accendere il fornello e scaldare fino a quando il sapone non si sarà sciolto completamente. Lasciare intiepidire e frullare pochi secondi con il minipimer. Versare in un flacone di plastica da un litro, possibilmente riciclato da altri detersivi.
Attendere che la schiuma si abbassi e aggiungere acqua di rubinetto fino a riempimento.
Uso:
Per i pavimenti: in un litro di sapone già diluito aggiungere 100 gocce di olio essenziale di legno di rosa. Mettere 1 o 2 tappi di detergente in mezzo secchio d'acqua e procedere con le pulizie e sciacquare. Si può usare su tutti i tipi di pavimento.
Per il lavaggio di biancheria delicata: aggiungere 80 gocce di olio essenziale di lavanda. Mettere 1 o 2 tappi in una bacinella d'acqua tiepida e immergere i capi da lavare. E' adatto per biancheria intima, seta, lana e per tutti i tessuti delicati in genere.

SPRUZZINO CONTRO L'ODORE DI SUDORE
Ingredienti:
100 gr. di base di sapone
1 cucchiaio di soda da bucato (soda Solvay)
1 cucchiaino raso di sale fino
60 ml alcol etilico denaturato (quello rosa)
30 ml glicerina vegetale
50 gocce olio essenziale di tea tree
50 gocce olio essenziale di eucalipto
acqua di rubinetto
Preparazione:
Tagliare o prelevare con un cucchiaio 100 grammi di base di sapone e metterla in un pentolino. Aggiungere la soda, il sale e 400 ml di acqua di rubinetto. Accendere il fornello e scaldare fino a quando gli ingredienti non si siano tutti sciolti. Ci vorranno pochi minuti. Spegnere, coprire ed attendere che il prodotto diventi appena tiepido. Aggiungere la glicerina e l'alcol. Dare una leggera frullata con il minipimer e versare in uno spruzzino da 750 ml. Aggiungere gli oli essenziali direttamente nel flacone. Attendere che la schiuma si abbassi e aggiungere acqua di rubinetto fino a riempimento.
Uso:
Da utilizzare sotto le ascelle di capi particolarmente sporchi per neutralizzare l'odore di sudore e facilitare la rimozione dell'alone che si forma sotto le ascelle di magliette e camicie; contro il nero di colli e polsini di camicie; sull'alone di sudore delle federe; sulla biancheria intima come disinfettante e su macchie di sporco generico. Per tutte queste situazioni spruzzare abbondantemente prima di mettere il capo in lavatrice.
Dato che gli ingredienti di questo sapone tendono a separarsi per il fatto che non abbiamo usato emulsionanti di sorta, prima di spruzzare il prodotto bisogna sempre agitare il flacone per miscelare il contenuto.

PASTA PRETRATTANTE MACCHIE
Ingredienti:
300 gr. di base di sapone
100 gr. di bicarbonato
15 ml glicerina vegetale
20 gocce olio essenziale di arancio dolce
20 gocce di olio essenziale di eucalipto
Preparazione:
Per la preparazione di questa pasta non è richiesta acqua oltre quella contenuta nel sapone.
Prendere 160 gr. dei 300 gr. di base di sapone e metterla in un pentolino. Farla sciogliere a fuoco molto basso facendo attenzione a non bruciare il sapone. Quando è liquida spegnere ed aggiungere il bicarbonato. Girare con un cucchiaio ed attendere un paio di minuti affinché la temperatura scenda un po'. Aggiungere la glicerina e gli oli essenziali. Mescolare velocemente. Prendere i 140 gr. di base di sapone rimasta ed aggiungerla a pezzetti nel sapone (senza accendere il fornello). Con il minipimer frullare il tutto fino a quando il sapone aggiunto non si sia sciolto e il composto non sia diventato bianco e spumoso. Non appena inizia a raffreddarsi e l'aspetto è omogeneo, versare il sapone in una vaschetta. Lasciarla scoperta fino a raffreddamento. La spuma di sapone versata indurirà appena si raffredda completamente.
Chiudere ed usare all'occorrenza.
Uso:
Prelevare della pasta e spalmarla sulle macchie di indumenti e biancheria prima di essere messa in lavatrice. Ancora meglio se l'ìapplicazione viene fatta qualche ora prima del lavaggio o il giorno prima.

DISINFETTANTE PER W.C.
Ingredienti:
100 gr. di base di sapone
2 cucchiai di soda da bucato (soda Solvay)
60 gocce olio essenziale di tea tree
60 gocce olio essenziale di rosmarino
Preparazione:
Tagliare o prelevare con un cucchiaio 100 grammi di base di sapone e metterla in un pentolino. Aggiungere la soda e 400 ml di acqua di rubinetto. Scaldare fino a quando sapone e soda non si siano sciolti completamente. Spegnere, coprire ed attendere che il prodotto diventi appena tiepido. Dare una leggera frullata con il minipimer e versare in uno spruzzino da 750 ml. Aggiungere gli oli essenziali direttamente nel flacone. Attendere che la schiuma si abbassi e aggiungere acqua di rubinetto fino a riempimento.
Uso:
Spruzzare abbondantemente dentro e fuori il W.C. Lasciare agire 10 minuti e sciacquare.

In una prossima occasione vedremo e scopriremo altri impieghi di questo sapone.

Voglio avvisare i saponai esperti che queste ricette sono state studiate per il sapone industriale e non sono adatte per il sapone naturale, o quantomeno non possono essere realizzate utilizzando le stesse quantità degli ingredienti. Nei prossimi giorni faremo questo adattamento che pubblicherò nel gruppo.
Veggie
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Pubblicato mercoledì 10 febbraio 2010e aggiornato il

una stella alpina

Skorpy mi ha chiesto se avessi mai ricevuto in dono una stella alpina, la risposta è si.
Me l'ha donata un caro amico che l'ha raccolta fotograficamente durante un'escursione in montagna. Eccola qui.
Veggie

Pubblicato martedì 9 febbraio 2010e aggiornato il

marmellata di latte "mou"

I bambini adorano questa marmellata al gusto di caramella mou, che sarebbe più appropriato chiamare crema di latte dal momento che non contiene frutta.
Questa preparazione può essere una buona occasione per consumare latte in forma diversa.

MARMELLATA DI LATTE "MOU"
Ingredienti:
2 litri di latte intero
800 gr. zucchero
1 cucchiaino raso di bicarbonato
2 cucchiaini di agar agar in polvere (facoltativo)
la buccia di 1/2 limone (meglio se bio)
1 cucchiaio scarso di
estratto di vaniglia o 1 bustina di vanillina
Preparazione:
Mettere il latte e lo zucchero in una pentola dal fondo spesso e portare sul fuoco, è preferibile inserire una retina spargifiamma sotto la pentola per impedire che lo zucchero si attacchi sul fondo, aggiungere il bicarbonato. Si dice che creando un ambiente leggermente alcalino si favorisca la reazione di Maillard, anche se ho letto che servirebbe una temperatura di almeno 140 gradi per ottenere un buon risultato, decisamente più alta di quella che possiamo ottenere sui fornelli di casa, ma ci accontentiamo del colore nocciola dorato e dell'effetto caramellato che il calore del fornello può dare. Aggiungere la scorza di limone (meglio se proveniente da un limone biologico) e portare a bollore. Lasciare bollire dolcemente per un'ora e mezza girando spesso.
A questo punto si potrebbe proseguire la cottura fino a quando la marmellata non raggiunge la consistenza ideale. Per vedere quando è il momento di sospendere la cottura passare il cucchiaio sul fondo della pentola, quando il cucchiaio lascerà un vuoto dietro di se in cui è possibile vedere il fondo della pentola, la marmellata è pronta. La giusta densità si raggiunge in tempi che variano dalle 2 alle 3 ore. Prestare molta attenzione perché quando la marmellata si sarà raffreddata tenderà a diventare molto dura, quindi nel dubbio sul punto ideale di cottura, è meglio sospendere prima piuttosto che troppo tardi. Quando si è prossimi al termine aggiungere l'estratto di vaniglia o la vanillina.
Si può decidere di sospendere la cottura in anticipo (dopo un'ora e mezza), in questo caso si ottiene un prodotto meno caramellato e meno dolce. Per evitare che la marmellata finita risulti troppo morbida dobbiamo aiutarci con dell'agar agar.
Si tratta di un alga insapore dal potere gelificante che si può acquistare in erboristeria o nei negozi del biologico. Esiste in varie forme, la più pratica è sicuramente quella in polvere. Come tutte le gelatine, se si vogliono evitare grumi non bisogna metterla direttamente negli alimenti bollenti. Allo scadere dell'ora e mezza di cottura, mettere 2 cucchiaini di agar agar in una tazzina da caffé ed aggiungere poca acqua fredda fino ad scioglierla bene ed ottenere una pappetta omogenea. Aggiungere ancora acqua fino a riempire la tazzina e versarla nella marmellata. Girare e proseguire la cottura per 5 minuti.
Versare la marmellata in vasetti precedentemente sterilizzati e caldi. Prima di chiuderli accertarsi che il bordo sia libero da marmellata, altrimenti pulirlo con dell'alcool a 95°. Chiudere i vasetti per bene quando la marmellata è bollente e adagiarli capovolti su di un canovaccio. Lasciarli così per un'ora poi girarli.
Ricordarsi di smuoverli il meno possibile, l'agar agar per addensare bene non deve subire scosse o vibrazioni. Etichettare e riporre in dispensa.
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Pubblicato domenica 7 febbraio 2010e aggiornato il

cassatina agli agrumi

Ho fatto questo sapone ispirandomi ad un dolce pieno di canditi.
Per realizzarlo bisogna prima fare una base di sapone trasparente, poi prelevarne diverse quantità, scioglierle e colorarle separatamente aggiungendo dei colori per alimenti. Quando sono pronte bisogna tagliarle a cubetti.
Il resto del sapone è fatto in 2 tempi. La prima parte, cioè la base va colorata di arancio, nella seconda parte color panna invece vanno aggiunti i canditi preparati in precedenza. Insomma un sapone un po' impegnativo nella preparazione, ma ho ottenuto un ottimo risultato. L'ho profumato di agrumi e cannella.
Maggiori dettagli su questo sapone si possono trovare nel gruppo sapone e autoproduzioni.
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lisciva di cenere

Chi ha la fortuna di avere un caminetto, in questo periodo in cui viene tenuto acceso, ha a disposizione una discreta quantità di cenere. Anzichè buttarla può preparare della liscivia di cenere da usare come detergente ecologico. Per liscivia in questo caso, non si intende quella che facevano le nostre nonne per produrre sapone, ma di un acqua ottenuta dalla cenere molto versatile in casa per le pulizie.

LISCIVA DI CENERE
Ingredienti:
1 parte di cenere di legna
5 parti di acqua di rubinetto
Preparazione:
Setacciare la cenere, metterla in una capiente pentola e aggiungere 5 parti di acqua. Portare a bollore e lasciare sobbollire dolcemente per 2 ore, mescolando ogni tanto. Spegnere, coprire la pentola e lasciarla riposare senza agitare fino al giorno seguente.
Il giorno dopo la cenere si sarà depositata sul fondo della pentola formando uno spesso strato, mentre l'acqua in superficie, che ormai non può più essere definita tale, ma lisciva (o liscivia), si presenterà quasi trasparente. A questo punto bisognerà preparare un'altra pentola sulla quale mettere un passino o un colapasta in cui sistemare un tessuto di cotone (meglio se bianco e successivamente da buttare) o un filtro adatto allo scopo.
Versare la lisciva nel colino facendo attenzione a non smuovere il deposito che deve rimanere sul fondo dell'altra pentola. La lisciva così ottenuta va lasciata decantare per qualche ora per verificare se si depositano delle polveri, in qual caso andrà filtrata nuovamente. Si mette ancora a riposo e si aspetta. Se necessario filtrare più volte fino ad ottenere una soluzione trasparente.
Quando la lisciva finalmente si presenterà limpida e trasparente versarla in flaconi di plastica o tanichette (vanno bene quelle dell'acqua distillata) per un futuro utilizzo.
Il prodotto non ha scadenza quindi se ne potrà preparare una discreta quantità per volta.
Uso:
Si può impiegare in molti modi.
Per i piatti: aggiungerne circa 50ml nell'acqua del lavaggio insieme al detersivo, per piatti e pentole particolarmente sporchi.
Per il bucato: in lavatrice come sbiancante e per aumentare l'azione pulente del detersivo o del sapone (80ml circa ad ogni lavaggio).
Per i pavimenti: aggiungerne un tappo o più nell'acqua del secchio.
Per tutte le superfici lavabili: (ad eccezione di marmo e legno): in questo caso si può riempire uno spruzzino con la lisciva ed aggiungere una decina di gocce di oli essenziali, come limone e/o tea tree come igienizzanti.
Poiché la lisciva ha l'aspetto dell'acqua, preferisco aggiungere nello spruzzino 1 goccia di colrante alimentare blu (quello per i dolci), in parte per non confonderlo con altri prodotti, in parte perché la trasparenza lascia pensare che si tratti di un prodotto molto leggero, spingendo a quantità eccessive di utilizzo, quando invece si tratta di un detersivo molto potente.
Lo spruzzino si può utilizzare per tutte le superfici lavanbili (piano della cucina, scrivanie in formica ecc..), lavandini, piani cottura e mattonelle.
E' indicato anche per la pulizie dei vetri.
La pasta di lisciva che rimane nella pentola, può essere anch'essa sfruttata. Si presta ad essere utilizzata per lavare i piatti mettendone una piccola quantità direttamente sulla spugnetta.
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Pubblicato mercoledì 3 febbraio 2010e aggiornato il

liquore alla liquirizia

LIQUORE ALLA LIQUIRIZIA
Ingredienti:
80 gr. di liquirizia pura a scaglie
5 radici di liquirizia
700 ml di alcol 95°
700 ml di acqua
450 gr. di zucchero
Preparazione:
Mettere in infusione per almeno 10 giorni le scaglie di liquirizia e le radici nell'alcol. Agitare almeno 1 volta al giorno.
6 giorni dopo rimuovere le radici.
10 giorni dopo separare l'alcol dalla liquirizia, ma senza buttarla però!
Sciogliere lo zucchero nell'acqua. Unire la liquirizia e cuocere a fuoco lento fino a quando la liquirizia non si sarà sciolta completamente. Lasciar raffreddare e unire l'alcol. Mescolare bene, filtrare e imbottigliare.
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Pubblicato martedì 2 febbraio 2010e aggiornato il

cipolle fermentate con il miso

Questa semplice ricetta, oltre che buona può essere l'occasione giusta per mangiare un alimento con fermenti vivi.
L'ho presa dal libro di Michela Trevisan Il manuale dei cibi fermentati, un bel libro in cui vengono svelati i segreti per ottenere delle buone fermentazioni e i benefici che si traggono dall'introduzione di alimenti fermentati nella nostra dieta.

CIPOLLE FERMENTATE CON IL MISO
Ingredienti:
1 kg di cipolle bianche o rosse
2 cucchiai da tavola di miso d'orzo (io ho usato miso bianco)
Preparazione:
Affettare finemente le cipolle (meglio con un'affettatrice) e mescolarle con il miso.
Metterle in un barattolo schiacciandole per favorire la fuoriuscita del liquido che dovrà ricoprirle in breve tempo (io le ho messe nel mio solito vaso pressainsalatini giapponese). Lasciarle riposare per una settimana a temperatura ambiente, poi si possono mettere in vasetti più piccoli, riempirli con il liquido di fermentazione e riporli in frigorifero o in cantina.
Sono ottime per insaporire insalate e patate lesse, su crostini di pane, riso integrale o altre pietanze.
Veggie

Pubblicato lunedì 1 febbraio 2010e aggiornato il

una buona tazza di cioccolata


Con il freddo di questi giorni anche quelle come me che non amano i dolci possono apprezzare una buona tazza di cioccolata calda. Mi piace denso e ci aggiungo del peperoncino o meglio del "sangue di drago".

UNA BUONA TAZZA DI CIOCCOLATA
Ingredienti:
1/2 litro di latte
3 cucchiai di cacao amaro
1 cucchiaio di fecola di patate (20/25 gr.)
3 o 4 cucchiai di zucchero
Preparazione:
Mettere la fecola e il cacao in un pentolino. Aggiungere poco latte e scogliere bene con una frusta.
Quando il cacao è perfettamente sciolto e non ci sono grumi aggiungere il latte e portare sul fuoco.
Girare con la frusta prestando attenzione a non far attaccare la cioccolata sul fondo della pentola. Quando si avvicina al punto di ebollizione aggiungere lo zucchero e scioglierlo bene. Continuare a girare e tenere sul fuoco fino ad ebollizione. Spegnere e servire.
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yogurt casalingo senza yogurtiera

Mi è tornato in mente questo metodo per preparare lo yogurt in casa che avevo accantonato da anni in seguito all'acquisto di una yogurtiera. Me l'aveva insegnato un'amica tanti anni fa, Bianca. Eravamo vicine di casa. Lei aveva dei Lactobacillus bulgaricus che le avevano regalato da diverso tempo e continuava a produrre yogurt. Ogni tanto accadeva qualcosa di irrimediabile e ahimè fermenti morivano, allora come disperate andavamo in cerca di qualcuno che come noi aveva avviato questa produzione casalinga e sperando che i suoi fossero vivi, ce ne facevamo dare un po', come si fa oggi per i fermenti del kefir. In seguito, quando ero un po' più grande ho capito che senza andare a caccia di fermenti, per avviare la produzione di yogurt è sufficiente acquistarne uno già pronto e via. Quando le cose si mettono male si ricomincia da capo acquistandone uno nuovo.
Questo metodo mi piace perché a differenza di altri in cui, per la produzione di yogurt è richiesta una fonte di calore costante con conseguente dispendio energetico, qui è previsto solo l'uso di poca acqua bollente, potendo così risparmiare molta energia. Vediamo cosa serve e come si procede.

YOGURT CASALINGO SENZA YOGURTIERA
Occorrente:
8 vasetti di vetro piccoli, sono perfetti quelli della Bormioli da 150ml
1 pentola per bollire circa 1,5 litri d'acqua
1 pentola con coperchio che possa contenere i vasetti
1 coperta per tenere in caldo lo yogurt
Ingredienti:
1 litro di latte intero fresco o UHT
1 yogurt bianco intero
Preparazione:
Lo yogurt fatto in casa viene meno compatto di quello industriale. I risultati migliori si ottengono con latte intero. Più il latte è grasso migliore è la consistenza finale dello yogurt. Si può utilizzare sia latte fresco (da preferire) che a lunga conservazione. Se si sceglie di usare latte fresco è necessario farlo bollire, se a lunga conservazione non serve. Il latte fresco va bollito per evitare che colonie di fermenti diverse da quelle dello yogurt possano interferire sullo sviluppo dei fermenti lattici e pertando compromettere il risultato.
Lo yogurt da acquistare deve essere bianco, senza zucchero e senza additivi di alcun genere. Accertarsi dall'etichetta che nella composizione sia dichiarata la presenza di Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus.
Si fa bollire il latte, si copre e si lascia raffreddare fino a temperatura ambiente o appena tiepido (in inverno). Intanto si preparano i vasetti che devono essere perfettamente puliti e sterilizzati.
Quando il latte si è raffreddato bollire dell'acqua, 1 litro e mezzo o al massimo 2 dovrebbero bastare. Intanto mettere lo yogurt nel latte e mescolare bene. Dopo aver bene amalgamato yogurt e latte, versarli nei vasetti e chiuderli saldamente. Mettere i vasetti all'interno di una pentola (in piedi) e sopra versare delicatamente l'acqua bollente con un mestolo. Riempire fino all'orlo del tappo, senza ricoprirli. Coprire la pentola con il coperchio e avvolgerla con tutto il contenuto in una coperta per conservare il calore il più a lungo possibile. Collocare la pentola in un angolo caldo della casa e lontano da possibili vibrazioni (non su di un frigorifero ad esempio) lo yogurt non gradisce le vibrazioni, quindi posarlo in luogo dove possa essere lasciato indisturbato fino al giorno dopo. Quando l'acqua si sarà raffreddata lo yogurt è pronto. Si può lasciare in ammollo così fino a 24 ore in inverno, mentre in estate 18 ore dovrebbero andar bene. Poi si tirano fuori i vasetti dall'acqua, si asciugano e si ripongono in frigorifero. Uno degli 8 è meglio conservarlo separatamente, servirà per la preparazione successiva (non superare una settimana per evitare che lo yogurt si rovini).
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YOGURT CASALINGO SENZA YOGURTIERA by
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